PER UNA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA CIVILE A MISURA DI CITTADINO

PER UNA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA CIVILE A MISURA DI CITTADINO

Lanciata
20 luglio 2021
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Lanciata da Associazione Nazionale "Dalla Parte del Consumatore"

PIATTAFORMA PROPOSTE URGENTI PER UNA RIFORMA DEL PROCESSO CIVILE A MISURA DI CITTADINO

Nella piena consapevolezza delle difficoltà di una riforma dell’intero processo civile, improntato sui principi di efficienza e rapidità, che speriamo veda presto la luce, l'Associazione Nazionale “Dalla Parte del Consumatore”, il Movimento Federalista Europeo - MFE “Europa e Libertà” e Confconsumatori Brindisi hanno individuato alcune misure urgenti e, di per sé, di facile ed immediata attuazione, per la previsione di una Giustizia civile a misura di cittadino.

Tali proposte non comportano una revisione dell’attuale impianto del processo civile, così come attualmente previsto dal codice di rito, ma la semplice introduzione di misure che riteniamo ormai non più procrastinabili.

TERMINI PER DEFINIZIONE PROCESSO CIVILE

Conservando, come si è detto, l’attuale impianto processuale contenuto nel codice di procedura civile, riteniamo sia necessaria la previsione di termini brevi e perentori che possano contenere la tempistica del processo civile e, nello stesso tempo, fornire al cittadino la certezza della durata del processo.

Più in particolare si propone:

a) l’introduzione del termine massimo di 120 giorni tra ogni singola udienza;

b) l’introduzione del termine massimo di 3 anni e mezzo, a decorrere dalla udienza di prima comparizione e trattazione, per la definizione dell’intero grado del processo (se, infatti, vi possono essere delle udienze che richiedono un differimento più lungo dettato, ad esempio, dal deposito della CTU, ve ne sono molte altre la cui fissazione non necessita di un lasso di tempo nella misura massima di cui alla lett. a)), compresa l’emanazione della sentenza;

c) l’introduzione dell’obbligo per il magistrato all’udienza di prima comparizione parti e trattazione di cui all’art. 183 c.p.c. o al massimo all’udienza successiva al deposito delle tre memorie istruttorie ex art. 183, 6° comma, c.p.c., di sottoporre - mediante apposito specifico atto o riportandola nel verbale di udienza - una formale proposta di conciliazione rivolta alle parti processuali, con brevissimo termine per queste ultime di accettare o meno tale proposta, attraverso note scritte autorizzate da depositare telematicamente;

II PROCEDURA DI MEDIAZIONE FINALIZZATA ALLA CONCILIAZIONE FACOLTATIVA IN TUTTE LE MATERIE

Diretta conseguenza dell’adozione della misura di cui al § I lett. c) della nostra piattaforma per la riforma della Giustizia civile è la previsione della procedura di mediazione, finalizzata alla conciliazione, facoltativa in tutte le materie (senza, quindi, deroghe con la previsione di tentativi di mediazione obbligatori).

In tal modo si registrerebbe un contenimento dei tempi e dei costi per il cittadino.

Purtroppo, infatti, rilevandosi spesso infruttuoso, come dimostrano le statistiche, il tentativo obbligatorio di mediazione, esso comporta per il cittadino, in ogni caso, un aumento dei tempi e dei costi dell’intera procedura (se si considera la fase stragiudiziale e giudiziale).

III IMPLEMENTAZIONE DELLA TRATTAZIONE SCRITTA DELLE UDIENZE CIVILI


Un processo civile più snello ed a misura di cittadino non può prescindere (sempre nell’ottica di conservazione dell’attuale impianto processuale) dalla trattazione scritta delle udienze.

L’emergenza Covid-19 e le misure adottate dai singoli Tribunali hanno dimostrato come la maggior parte delle udienze del processo civile possano svolgersi mediante trattazione scritta.

Più in particolare, al fine di preservare il pieno contraddittorio tra le parti, essendo le note di trattazione scritte equivalenti al verbale di udienza, potrebbe essere prevista la concessione, oltre che del termine per il deposito di note di trattazione scritta, anche di un breve termine per repliche (prassi già adottata da alcuni Magistrati).


IV SPESE VIVE DEL PROCESSO

Oltre alla notevole durata dei processi, un’altra problematica che l’ “utente” della Giustizia è costretto ad affrontare è quella dei costi della stessa.

Nel processo civile, infatti, vi sono delle spese vive quali contributo unificato, alle marche da bollo ed alle spese di notifica, che spesso ostacolano l’accesso alla giustizia.

La nostra proposta è quella di rendere esente da spese vive tutti i processi, al di là della materia, aventi un valore non superiore ad € 5.000,00.

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