Difendi il tuo diritto alla salute, difendi i medici della sanità pubblica

Difendi il tuo diritto alla salute, difendi i medici della sanità pubblica

Lanciata
11 marzo 2019
Petizione diretta a
Medici e Dirigenti Sanitari e
Firme: 5.789Prossimo obiettivo: 7.500
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Perché questa petizione è importante

Lanciata da Cimo - Sindacato dei medici

I medici della sanità pubblica sono da 10 anni senza rinnovo del contratto, intanto le condizioni di lavoro sono profondamente peggiorate e c’è chi vuole imporre ulteriori penalizzazioni normative a loro danno. Un comportamento discriminatorio e inaccettabile, che vuole umiliare e colpire chi sta dedicando la propria vita professionale nel difficile contesto della sanità pubblica e che finirà per colpire il diritto alle cure di tutti i cittadini.

Firma questa petizione e aiuta i medici ad avere riconosciuto il minimo trattamento economico che la legge ha stabilito da anni!

Firmando questa petizione ti chiediamo di appoggiare la class action che entrerà nel vivo in questi giorni affinché ai medici vengano riconosciuti i propri diritti, al pari degli altri dipendenti pubblici.

Che cosa infatti sta succedendo, attraverso questa “strana” negazione del rinnovo del contratto? 

Si sta di fatto rendendo la professione del medico negli ospedali impossibile e senza nessun incentivo, portandola progressivamente a condizioni economiche e normative penalizzanti, tanto da rendere molto più vantaggioso per un medico andare in pensione o lavorare nel privato o andare all’estero. E’ questo probabilmente il disegno oscuro della politica e dei grandi interessi del business della salute: ridurre ampiezza e livello delle prestazioni nel sistema sanitario pubblico per trasferirlo altrove.  Ed è così che si avranno pazienti di serie A (nel privato e nelle Regioni più ricche) e pazienti di serie B e forse anche C, a seconda delle loro disponibilità economiche (nel pubblico e nelle Regioni più in difficoltà).

Colpire i medici è semplicemente il grimaldello per realizzare questo vergognoso disegno, per spostare sui privati molte attività e lasciar le mani libere alle Regioni per contratti di lavoro individuali pagati al ribasso.

Eppure, questa maltrattata sanità pubblica italiana non solo pratica davvero il principio costituzionale dell’universale diritto alle cure - ovvero che tutti, indipendentemente dal reddito, dalla residenza, dall’età e dalla regolarità come contribuenti, hanno diritto ad essere curati allo stesso livello, ovunque e con la stessa attenzione per gli interventi necessari – ma è anche statisticamente una delle migliori del mondo per risultati e qualità dei suoi medici.

Medici che nel settore pubblico sono sempre di meno a causa della mancata programmazione di nuovi ingressi nelle rispettive aree di specializzazione clinica, medici che in tutti questi anni si sono fatti carico di tamponare gli effetti devastanti di una lunga crisi economica mantenendo gli stessi livelli di assistenza  nonostante gli infiniti tagli lineari ai finanziamenti che hanno drasticamente ridotto l’offerta sanitaria attraverso gli innumerevoli processi di accorpamento o di chiusura di attività  Medici - quelli che restano e resistono - che hanno svolto e continuano a coprire  turni faticosi, rinunciando al riconoscimento di milioni di ore di servizio aggiuntivo svolte o a riposi lavorativi perché impossibilitati ad essere sostituiti.  

Dunque il minimo sarebbe, dopo ben 10 anni senza rinnovo del contratto, dare il dovuto. Si parla di cifre quasi simboliche ma è una questione di diritti e di dignità e, soprattutto, del futuro della nostra, vostra salute. 

I medici del servizio pubblico non ce la fanno più e chiedono un segnale semplicemente su un loro diritto. 

Con questa petizione possiamo aiutarli,  dando forza alle iniziative avviate da CIMO, il sindacato dei medici, come la class action contro le Regioni (che in Italia amministrano la sanità) e l’ARAN (l’agenzia di governo per le contrattazioni nel pubblico impiego) ed il ricorso inviato alla Corte Europea dei diritti dell’uomo per la mancata applicazione   della sentenza della Corte Costituzionale del 2015 per censurare i gravi ritardi della negoziazione contrattuale ed a garantire il diritto a un giusto contratto di lavoro.

Nel caso dei medici dipendenti, ad oggi le Istituzioni continuano ad ignorare che il contratto di lavoro 2016-18 è scaduto per cui diventano immediatamente esigibili i finanziamenti previsti per il triennio appena terminato (incremento retributivo a decorrere dal 2016 nella misura – già riconosciuta a tutti gli altri dipendenti dell’Amministrazione pubblica - dello 0,39% per il 2016, 1,07% per il 2017 e 3,48% per il 2018),   e non si può consentire un tale vuoto dalle stesse istituzioni. 

Questa petizione è un dovere morale nei confronti di chi, in questi anni, si è fatto carico di “coprire” i vistosi buchi assistenziali creati dal progressivo sotto finanziamento del SSN, di chi ha donato alle aziende centinaia di migliaia di ore di lavoro eccedenti mai pagate, di chi è in credito di migliaia di giorni di ferie e di riposi non goduti, di chi continua a lavorare in condizioni di stress e disagio, di chi ha subito e continua  a subire aggressioni nelle strutture sanitarie per disservizi organizzativi creati da altri, di chi è costretto ad assistere a campagne di discredito nei confronti di un professione ritenuta, da alcuni, come una sorta di bancomat cui attingere per altre esigenze di cassa.

Dal 2 aprile l’adesione alla class action promossa da CIMO entrerà nel vivo, ma è dalla firma di questa petizione che ci aspettiamo lo spontaneo appoggio di tutti coloro che vogliono veder difesa la dignità del lavoro presente e futuro, e che vogliono veder difeso il proprio diritto alla salute e alle cure necessarie a ciascuno nella sanità pubblica, in qualunque momento e per qualunque condizione sociale.

Aiutaci a difendere il tuo diritto alla salute in Italia!

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Decisori

  • ministero della salute
  • Medici e Dirigenti Sanitari
  • Cittadini italiani e stranieri residenti in Italia
  • Aran
  • Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni