Polarizziamoci contro il Polo - Salviamo le risaie di Altedo (BO)!

Polarizziamoci contro il Polo - Salviamo le risaie di Altedo (BO)!

Lanciata
19 gennaio 2021
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Perché questa petizione è importante

La campagna della Pianura Bolognese è in pericolo!

Nella frazione di Altedo, comune di Malalbergo (BO), è in previsione un nuovo polo logistico su suolo agricolo per una superficie complessiva di circa 73 ettari che cementificherà circa 516.000 metri quadri di terreno: per intenderci, un’area vasta 70 volte Piazza Maggiore a Bologna.

Siamo di fronte all’ennesima opera di cementificazione selvaggia a beneficio economico della sola realtà proponente (APRC di Lione). Un’opera “fantasma” in quanto non prevista in nessun piano territoriale e quindi neanche sottoposta a "valutazione ambientale strategica" (VAS o come si chiama in Emilia-Romagna: valutazione di sostenibilità ambientale e territoriale "ValSAT") come prevede la legge.

Il nuovo polo si inserirebbe a meno di 2 km da un altro sito logistico, della dimensione di 90.000 mq, che è in previsione sull’area dell’ex zuccherificio AIE in comune di San Pietro in Casale (BO) e a poca distanza dall’Interporto (tra l’altro in una zona che si sta rinaturalizzando), a sua volta in fase di espansione e che potrebbe prevedere anche l’utilizzo di risorse pubbliche.

Insomma, anziché valorizzare e rendere attrattivi i poli logistici esistenti dotandosi di infrastrutture moderne orientate al trasferimento delle merci su ferro, si continua nella miope politica di cementificare aree prossime ai caselli autostradali.

Di seguito i principali impatti negativi che vogliamo denunciare:

Inquinamento atmosferico

L’assenza della linea ferroviaria determinerà un significativo incremento del traffico di mezzi pesanti su gomma, causando un grave peggioramento della qualità dell’aria in una delle aree più inquinate d’Europa e costantemente fuori dai limiti sanitari.

 Suolo, paesaggio, valore agricolo e storico-culturale

La perdita di suolo è un intervento irreversibile che comporta danni alla produzione di cibo, alla capacità di assorbire acqua, di mitigare il calore estivo, di ospitare forme di vita. Quest’opera brucia in un sol colpo il “tesoretto” del 3% previsto dalla legge regionale per il consumo di suolo di questo territorio, fino al 2050.

Il terreno agricolo coperto dal polo logistico consentirebbe la produzione di circa 570 tonnellate/anno di grano, calorie teoriche sufficienti a sostenere oltre 2000 persone.

L’area, ospita le ultime risaie (del comparto di Bentivoglio) attive del bolognese, una cultura che esiste dall'Ottocento. E’ sottoposta ad un vincolo di zona umida e area agricola di particolare interesse naturalistico e paesaggistico per la pianura alluvionale sia nel PTCP che nel PTM appena approvato, nel quale le norme riguardanti gli ecosistemi agricoli non prevedono interventi di nuova edificazione o aumenti della volumetria complessiva, con la sola eccezione degli edifici per servizi agricoli(comunque normati in modo restrittivo).

E’ stato effettuato dalla Città Metropolitana un censimento dei capannoni vuoti e delle aree dismesse idonee ad ospitare attività di logistica senza ulteriore consumo di suolo?

Inoltre il progetto è in netta contraddizione con il piano di valorizzazione turistico e paesaggistico in corso nella zona, basato sull’ importanza storica e naturalistica di questi territori, che prevede la realizzazione di percorsi ciclopedonali di rilievo europeo (ciclovia del Navile), a due passi dal “Polo”. Oggi di fatto ci propongono interventi di cementificazione di una tale portata? Con quale visione? Dove la coerenza?

Biodiversità

I coltivi in oggetto sono un paesaggio affermato nei secoli, lungo il Canale Navile, un corridoio verde che taglia la pianura da Bologna al Fiume Reno. I terreni sono adiacenti a una Zona di Protezione Speciale che ospita fauna minore protetta a livello regionale (LR 15/2006) con esemplari di interesse comunitario, nonché popolazioni riproduttive importanti a livello nazionale d'uccelli acquatici. I coltivi svolgono un’importante funzione per la loro alimentazione e richiamano avifauna da siti lontani ed esemplari di passo. Non a caso la stessa area oggetto dell'intervento ad Altedo risulta tuttora vincolata. In pianura la fragile continuità tra aree protette e siti particolarmente votati per la biodiversità non può essere rotta da ulteriori distese di asfalto e cemento.

Rischio climatico

L’impermeabilizzazione dell’area, già in zona a rischio alluvione, contribuirà poi ad alimentare il rischio idraulico quindi rendendo queste aree meno sicure anche da un punto di vista abitativo. Eliminare i coltivi significa aumentare le emissioni di CO2 e ridurre quelle di ossigeno.

Lavoro

Non si conoscono i nomi delle aziende che opererebbero all’interno del polo e nessuna garanzia è stata fornita sulla capacità di garantire lavoro di qualità, stabile, adeguatamente remunerato e tutelato e non di tipo precario. L’applicazione sempre più diffusa alla logistica delle nuove tecnologie IoT metterà sempre più a rischio i posti di lavoro promessi e forte è il rischio di aumentare il ruolo dell’e-commerce, con ricadute negative sulle attività di vendita diretta del territorio.

Il lavoro è fondamentale in un momento di crisi come quello attuale ma la trasformazione del territorio proposta a scatola chiusa da un gruppo immobiliare internazionale è quello che ci serve?

Siamo certi che la logistica rappresenti un settore economico di valore per il territorio e per cui valga la pena pregiudicare una così grande porzione di suolo coltivato e di Storia? Pur essendo tra i settori maggiormente in crescita grazie all’e-commerce, rappresentata ad oggi uno dei settori maggiormente afflitto da situazioni di dumping contrattuale, alimentando i divari sociali.

Una politica lungimirante dovrebbe trarre dal suolo l'opportunità di investire in un lavoro realmente sostenibile e circolare e non in un miope sfruttamento illusorio a crescita infinita.

 

Con questa petizione chiediamo alle istituzioni coinvolte di abbandonare il progetto di Polo Logistico. Sono diverse le realtà intervenute nel tentativo di contrastare le due opere e che si stanno coordinando per rendere più efficace l’azione di mobilitazione.

Abbiamo però bisogno anche del tuo aiuto, per contrastare questo scempio ed impedire nuovo consumo di suolo!!

 

E’ stata precedentemente avviata un’altra petizione che, per necessità organizzativa, confluirà all’interno di questa. Di seguito il link alla precedente petizione: https://bit.ly/39Cm5OR 

Per approfondimenti:

https://casadelpopoloponticelli.noblogs.org/polo-logistico-altedo/ 

https://www.legambiente.emiliaromagna.it/wp-content/uploads/2021/01/Scheda-impatti-Polo-Logistico-Altedo.pdf

https://www.legambiente.emiliaromagna.it/wp-content/uploads/2020/12/Logistica-e-commerciali-Nemici-del-Suolo-1.pdf

https://www.facebook.com/207196815990931/photos/a.419852221392055/3824228527621057/

https://www.radiocittafujiko.it/cemento-sullultima-risaia-il-polo-logistico-di-altedo/

Le associazioni: Legambiente Emilia-Romagna, WWF Emilia-Romagna, Rete Emergenza Climatica e Ambientale Emilia-Romagna, Ass. Primo Moroni - Nuova Casa del Popolo 'La Casona', Coordinamento Resistenza Terra, Coro delle Mondine di Bentivoglio, Rete delle Lotte Ambientali Bolognesi (AMO Bologna,  Aria Pesa, Camilla -emporio di comunità, Ex Caserma Mazzoni Bene Comune, Extinction Rebellion Bologna, Fridays For Future Bologna, Làbas, Rigenerazione NO Speculazione, Salvaiciclisti Bologna, UTR Ecologia Politica Bologna, Vogliamo PANE, non OIL), Comitato Salviamo il Navile, One Tree One human, Parents For Future, Unione Bolognese Naturalisti

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