Riapriamo ristoranti, bar, parrucchieri, estetisti, palestre il 4 maggio 2020

Riapriamo ristoranti, bar, parrucchieri, estetisti, palestre il 4 maggio 2020

Lanciata
27 aprile 2020
Petizione diretta a
Mario Draghi (Presidente del Consiglio dei Ministri) e
Vittoria
Questa petizione ha creato un cambiamento con 6.628 sostenitori!

Perché questa petizione è importante

Lanciata da Paolo A Ruggeri

Presidente Conte,

Rappresento Imprenditore Non Sei Solo, www.imprenditorenonseisolo.it , un’Associazione senza fini di lucro che aiuta gli imprenditori in forte crisi economica e il cui obiettivo è quello di prevenire i suicidi per motivi economici. Negli ultimi due anni abbiamo salvato centinaia di piccole e medie imprese dal fallimento e contribuito ad evitare numerosi suicidi di piccoli e medi imprenditori.

Le scrivo in modo urgente, per far appello alla sua umanità e perorare la causa di una serie di piccoli e medi imprenditori che, pur senza che ci sia della malizia da parte di alcuno, stanno venendo spinti in situazioni finanziarie e umane molto gravi.

La quasi totalità di parrucchieri, centri estetici, palestre, bar e ristoranti sono gestiti da piccoli e medi imprenditori che, nella maggior parte dei casi, vivono con gli incassi che riescono a generare di mese in mese. Quasi tutte queste attività, oltre a dover sostenere la famiglia del proprietario, sostengono importanti costi d’affitto, di noleggio e leasing macchinari o pagamenti rateali per prodotti o per la ristrutturazione o manutenzione dei locali. Diversi di loro, provenienti da anni di difficoltà economiche, avevano anche concordato rientri fiscali con lo Stato. 

I dipendenti di queste attività, essendo in cassa integrazione, in molti casi non hanno ancora ricevuto lo stipendio di marzo e, oltre a gravare sulle casse dello Stato, stanno a loro volta andando in forti difficoltà. Da uomo che ha vissuto e che si è impegnato anche nel sociale, sa bene che è quasi impossibile mandare avanti una famiglia con 800 euro al mese (quello che si viene pagati mentre si è in cassa integrazione) e, ancor di più, se questi soldi stanno tardando ad arrivare.

Per le ragioni di cui sopra, dopo quasi due mesi di chiusura, molti di questi piccoli imprenditori e imprenditrici versano in grave crisi. Immagini un ristorante che, essendo stato obbligato a chiudere con poco preavviso, in molti casi ha perso parte degli alimenti che si sono deperiti e che ha quindi dovuto donare o buttare, che ha rate e leasing per le attrezzature, le scadenze con i fornitori per la merce che non ha potuto utilizzare, l’affitto… e che, oltre a quanto sopra, ha una famiglia con due figli da mantenere. Come avrà potuto sostenere tutte queste spese con le 600 euro incassate dallo Stato? È facile capire che anche se ne ricevesse altre 700, 800 o perfino 1000, non sarebbero comunque sufficienti… Diversi di loro, pur contrari per principio ad indebitarsi ulteriormente, hanno fatto richiesta per il prestito da 25.000 euro da erogarsi con garanzia dello Stato, ma nessuno di loro a oggi ahimè sa nemmeno quando tali fondi verranno erogati…

E pensi poi alle estetiste, ai parrucchieri e alle palestre che, pur avendo vissuto le medesime difficoltà dei ristoratori, non hanno potuto nemmeno sostentarsi almeno in parte, come hanno fatto alcuni dei loro colleghi della ristorazione, con la consegna a domicilio o con l’asporto.    

Da ultimo consideri le centinaia di migliaia di dipendenti e collaboratori che gravitano intorno a queste strutture: persone che non navigano certo nell’oro. Il loro ultimo stipendio, nella maggior parte dei casi, è stato corrisposto intorno al 10 marzo e da oltre 45 giorni non hanno percepito alcun emolumento. Come faranno queste persone a mandare avanti le loro famiglie se non permettiamo loro di tornare al lavoro?

Riteniamo che richiedere a queste aziende e a queste persone, molte delle quali versano già in condizioni molto difficili, di aspettare altri 35 giorni prima di poter avere degli introiti possa avere delle conseguenze davvero pesanti non solo sotto il piano economico, ma causare anche la recrudescenza di fenomeni, come quello dei suicidi per motivi economici, che noi ritenevamo di avere quasi debellato e che preferiremmo in tutti i modi che non ritornasse d’attualità.

Si pensi poi al fatto che tutto questo avviene mentre ci sono alcune regioni del nostro Paese, pensi alla Sardegna o alla Calabria o all’Umbria per esempio, in cui il numero di contagi è molto limitato e dove l’epidemia pare essere stata messa sotto controllo.   

Comprendiamo altresì la Sua importante presa di posizione per la protezione della salute individuale dei cittadini facendo tutto quello che serve per evitare il diffondersi del contagio e per tutti questi motivi siamo a chiederle di:   

a)  Far sì che l’Inail o il Ministero del Lavoro, o altra adeguata struttura dello Stato, fissino stringenti misure operative che possano impedire qualsiasi forma di contagio per l’operatività delle sopracitate attività e permettere a tutte quelle che saranno in grado di rispettarle di poter riprendere la loro attività il giorno 4 maggio 2020.  

Nel caso in cui non dovesse ritenere possibile la soluzione di cui sopra:

b)   Permettere la riapertura delle suddette attività il 4/5/2020, sempre nel rispetto di stringenti norme di sicurezza, nelle regioni in cui l’epidemia ha perso spinta: Sicilia, Sardegna, Calabria, Basilicata, Marche, Puglia, Campania, Molise, Abruzzo, Lazio, Umbria. Toscana, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Liguria, Valle d’Aosta.

Signor Presidente, comprendiamo l’emergenza sanitaria ma vogliamo portare alla sua attenzione che si sta sviluppando una altrettanto pericolosa emergenza economica che noi esperti del caso, abbiamo paura finisca, se non interverrà, per trasformarsi in un altrettanto pericolosa emergenza umana.

L’Articolo 1 della Costituzione cita che l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro. Permettiamo a queste persone di tornare a lavorare in massima sicurezza e senza che vedano tutta la loro vita e il mantenimento delle proprie famiglie andare a catafascio.

Grazie per la sua attenzione e comprensione

Paolo A Ruggeri

Presidente Associazione Imprenditore Non Sei Solo

Vittoria

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