Tempo Pieno a Scuola per tutte e tutti

Tempo Pieno a Scuola per tutte e tutti

Lanciata
30 giugno 2021
Petizione diretta a
Patrizio Bianchi (Ministro dell'Istruzione)
Firme: 2.509Prossimo obiettivo: 5.000
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Perché questa petizione è importante

Lanciata da Valentina Chinnici

Basta con la DAD. Vogliamo una scuola in presenza e aperta anche il pomeriggio!

Vogliamo più tempo pieno alla primaria. 

Vogliamo una scuola aperta di pomeriggio anche per i più grandi.

Serve una scuola nuova che sostenga e accompagni concretamente attraverso l’educazione, lo sport, l’alimentazione equilibrata, lo sviluppo culturale, lo studio di alcune discipline in lingua straniera e la costruzione di comunità solide.

È il momento di dire la nostra: chiediamo che una parte sostanziale del PNRR sia investita per adeguare le strutture, assumere e formare insegnanti, coinvolgere attivamente il terzo settore e aprire la scuola alla comunità.

Non perdiamo l’occasione: firma per i genitori, per i figli, per il futuro.

Ecco il testo completo della petizione:

Bambine e bambini hanno vissuto nelle stagioni della pandemia una drammatica sottrazione di esperienze, essenziali nei primi anni di vita.

Disuguaglianze e discriminazioni stanno aumentando sempre più e la scuola è il primo luogo dove è necessario e possibile arginarle.

Ma per praticare l’ascolto, dare respiro alle particolarità di ciascuno e sostenere chi è più fragile c’è bisogno di tempo.

Per dare spazio al corpo e al movimento, all’espressione e allo sport, a imparare giocando e mettendosi in gioco moltiplicando i linguaggi c’è bisogno di tempo.

Per incontrare e far propri contenuti culturali alti, praticare un uso intelligente del digitale, non restare chiusi nell’aula frequentando la natura e vivendo esperienze negli spazi della città c’è bisogno di tempo, molto tempo.

Nuove sfide a 50 anni dall’introduzione del tempo pieno

Esattamente cinquanta anni fa fu inaugurato il tempo pieno nella scuola elementare costruendo mense e affidando ogni classe a due insegnanti.

“Più parlo e più trovo le parole”, disse un ragazzo che troppe volte era stato bocciato e trovò ascolto e apprese l’arte del dialogo in una di quelle scuole che stavano nascendo nelle periferie di Torino.

Allora la sfida stava nel dare voce e una lingua comune ai figli della grande migrazione interna dal sud, oggi sta nel praticare un’efficace arte del convivere tra le molteplici culture che popolano le nostre città e nell’includere pienamente e non solo a parole bambine e bambini portatori di disabilità che dal 1977 abitano le nostre scuole, insieme a fragilità di ogni genere che crescono in tempo di crisi.

Siamo profondamente convinti che in classi disomogenee si possa imparare di più e meglio, ma bisogna creare le condizioni perché ciò accada.

Per questo riteniamo profondamente ingiusto che possano godere di un tempo adeguato di istruzione e di esperienze molteplici solo 4 bambini su 10 nella primaria e appena il 13% di ragazze e ragazzi della secondaria di primo grado.

Chiediamo dunque con convinzione l’estensione generalizzata di un nuovo tempo pieno nella scuola primaria e di un nuovo tempo prolungato nella scuola secondaria di primo grado.

Nuovo perché va ripensato alla radice, facendo tesoro delle migliori sperimentazioni che in questi anni si sono andate diffondendo.

Un grande investimento per risarcire le giovani generazioni

E’ necessario investire perché ci siano ovunque palestre e mense alla portata di tutti, connessioni adeguate, edifici sicuri dotati di spazi ripensati e flessibili, adatti ad attività molteplici. Chiediamo che si creino aree verdi e isole pedonali dedicate all’infanzia promuovendo interventi di rigenerazione urbana anche a partire dalle scuole.

Lo dobbiamo alle future generazioni perché il Next generation plan EU è un prestito che stiamo chiedendo ai nostri figli e nipoti e l’unico risarcimento che eticamente abbiamo il dovere di offrire loro sta nel migliorare radicalmente la qualità dell’istruzione e dell’educazione a tutte le età.

Estendere il tempo scuola certo non basta, ma può innescare processi di rinnovamento urgenti e necessari.

Offrire proposte educative per otto ore da lunedì a venerdì non è per stare chiusi nelle classi inchiodati ai banchi, ma per scoprire insieme che ci sono cento linguaggi da esplorare e mille esperienze da attivare, perché la scuola è il primo luogo pubblico in cui si scopre la ricerca come dimensione collettiva, si sperimenta la democrazia nell’incontro tra diversità, si frequenta la bellezza sedimentata nel passato e si costruisce cultura, non accontentandoci del presente.

Estendere il tempo pieno anche per favorire l’occupazione delle donne

L’estensione del tempo scuola facilita inoltre la conciliazione e l’accesso al lavoro delle donne e libera i genitori dall’ingrata mansione di seguire i figli in compiti a casa spesso inefficaci, che appesantiscono inutilmente le relazioni familiari.

Cinquanta anni fa la nascita del tempo pieno fu accompagnata da un fermento di sperimentazioni che promossero una scuola attiva e partecipata. Oggi dobbiamo creare le condizioni perché il desiderio di sperimentare innervi nuovamente tutta la scuola perché ogni cosa è in movimento e non si può insegnare senza continuare a formarsi e ricercare. Il PNRR mette a disposizione un miliardo di euro per costruire o riqualificare mille mense che rappresentano un primo aiuto concreto al milione e 350 mila minori che oggi vivono in condizioni di povertà assoluta. Ma gli investimenti sono ancora assolutamente inadeguati per assumere il personale docente e i collaboratori scolastici necessari.

Tutto ciò deve essere accompagnato da una grande visione da costruire insieme, perché abbiamo un enorme bisogno di scienza e conoscenza, arte, bellezza e lingue ricche che ci fanno uguali per inaugurare un decennio da dedicare alla cura. Cura delle relazioni umane, delle città e dei territori, del pianeta che ci ospita.

Una vasta alleanza per ripensare l’educazione oggi

Ma per accompagnare e raggiungere una piena attuazione del tempo pieno dai 3 ai 14 anni c’è bisogno di una vasta mobilitazione che coinvolga studenti, insegnanti, educatori, operatori sociali, associazioni del terzo settore ed Enti Locali perché l’impegno per una scuola migliore riguarda tutte e tutti.

Non possiamo perdere questa occasione. 

Diamo a noi e alle nostre figlie e figli il tempo per le migliori esperienze educative in una scuola che non deve avere né muri né barriere.

Valentina Chinnici e Franco Lorenzoni

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Decisori

  • Patrizio BianchiMinistro dell'Istruzione