Il ministro per le Politiche giovanili e lo Sport, Vincenzo Spadafora, durante il periodo di grave emergenza dovuto al Coronavirus non ha svolto il suo ruolo principale di proponente, coordinatore e attuatore di iniziative normative, amministrative e culturali relative allo sport.

Si è dimostrato passivo riguardo alle azioni di governo intraprese per il contrasto del coronavirus e assente riguardo alle attuazione delle politiche in favore dei giovani.

A mezzo stampa è stato rappresentante e interlocutore di portatori di interessi già ampiamente visibili, come le società di calcio, tuttavia non ha mai minimamente considerato lo sport al di fuori del contesto economico.

Citando alcune dichiarazioni, a partire dal 4 maggio, prende in considerazione di riaprire le competizioni sportive di ogni livello e la ripresa degli allenamenti a porte chiuse. Non parla mai di sportivi "amatori" se non come di un "motore della ripresa". Per il ministro gli sportivi sono dei consumatori.

Nessuna dichiarazione o accenno sull'apertura agli allenamenti individuali, con rispetto della distanza di sicurezza. Viene da chiedersi se da parte sua ci sia anche solo la comprensione del problema.