Nessuna Protezione, Sicurezza di nessun tipo…Gli psicologi della Lombardia con i migranti

Nessuna Protezione, Sicurezza di nessun tipo…Gli psicologi della Lombardia con i migranti

Lanciata
4 dicembre 2018
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Lanciata da Psicologi della Lombardia con i migranti

Gli psicologi lombardi, in queste ore in cui il Decreto Salvini mostra in concreto gli effetti della sua applicazione, intendono raccogliere gli appelli lanciati dai colleghi della Sicilia (www.tag24.it/222898-psicologi-con-migranti-il-dl-sicurezza-non-e-la-soluzione e del Piemonte  (www.ordinepsicologi.piemonte.it/comunicati/comunicazione-del-presidente-1 e aggiungere la propria voce, nell’esprimere estrema preoccupazione per le persone colpite dai provvedimenti previsti da questa legge.


Si stima che nelle prossime settimane saranno 40 mila le persone che in Italia, 900 solo a Milano, rimarranno senza un luogo dove stare e senza più l’accesso ai percorsi di sostegno psicosociale.


Vogliamo prima di tutto ricordare che la Costituzione Italiana sancisce il diritto alla tutela della salute per tutti gli individui presenti in Italia, anche per interesse della collettività (art. 32).


Gli psicologi lombardi si sono trovati in questi anni a svolgere un ruolo importante all’interno dei processi e delle misure adottate in tema di accoglienza e di tutela della salute delle persone vulnerabili, presenti in gran numero nella popolazione dei richiedenti asilo e rifugiati.


Persone riconosciute vulnerabili perché mostrano i segni e i disturbi provocati dalle gravi traumatizzazioni subite (sfruttamento, violenze e aggressioni di varia natura compresa quella sessuale, la malnutrizione, l’impossibilità di essere curati, l’umiliazione psicofisica, la detenzione e i respingimenti) e per le quali sono necessari interventi di assistenza, riabilitazione e cure adeguate.


Persone che per motivi di carattere umanitario hanno legittimamente ottenuto il diritto a soggiornare nel nostro paese, anche al di fuori di quanto previsto dalla protezione internazionale, perché tali motivi corrispondono ad obblighi di protezione determinati dalle norme costituzionali, da convenzioni internazionali e dai trattati per il riconoscimento dei diritti umani.


La psicotraumatologia ha dimostrato come le percentuali più elevate e le forme acute di disturbo da stress post- traumatico si riscontrino là dove le persone vulnerabili, nel paese ospitante, non trovino forme adeguate e rassicuranti di accoglienza o arrivino a subire una ritraumatizzazione per i trattamenti inumani e degradanti, nonché per la detenzione in centri di espulsione.


In questi anni, in Lombardia, è stata dedicata grande attenzione a costruire strategie di rete e un importante lavoro multidisciplinare da parte degli psicologi in collaborazione con le altre fondamentali figure professionali (medici, infermieri, assistenti sociali, educatori professionali, mediatori linguistico culturali, insegnanti, operatori sociali e legali) dei servizi pubblici e privati (mondo della cooperazione e dell’associazionismo) per garantire assistenza e il miglioramento delle condizioni di vita e di salute di soggetti fragili, costruendo insieme possibili percorsi per evitare l’impatto negativo che può sfociare da tali difficili problematiche.


Il decreto Salvini annullerà ogni forma di tutela per queste persone, esacerbando le loro condizioni psicofisiche e provocando gravi ricadute che potranno coinvolgere il contesto sociale prossimale.

Disperdendo così ogni sforzo affrontato, insieme a loro, per passare dalla disperazione ad una nuova speranza di vita.

La distruzione delle forme di cura e tutela per offrire nuova speranza di vita sarà traumatica anche per chi, riconoscendo l’uguaglianza dei diritti umani, assisterà inerme a questo ordine delle cose.

L’unica cosa di cui siamo sicuri è che non sarà possibile nessuna protezione e nessuna sicurezza.

La sicurezza, bisogno primario dell’uomo, è un sentimento che può nascere solo da legami di fiducia, dal senso di comunità e non dall’odio e dall’espulsione di chi è diverso.

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