No al prolungamento dell'anno scolastico 2020/21

No al prolungamento dell'anno scolastico 2020/21

Lanciata
22 febbraio 2021
Firme: 2.399Prossimo obiettivo: 2.500
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Perché questa petizione è importante

Lanciata da USB P. I. Scuola

All’attenzione del

Presidente della Repubblica, on. Sergio Mattarella

Presidente del Consiglio dei Ministri, prof. Mario Draghi

Ministro dell’Istruzione, prof. Patrizio Bianchi

 

USB Scuola e i sottoscrittori della presente petizione, vivamente preoccupati dalle notizie sul possibile prolungamento dell’anno scolastico attuale e prossimo, chiedono la presa in considerazione delle motivazioni qui esposte e quindi il ritiro della proposta in discussione.

In questi mesi le lezioni della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado si sono sempre svolte in presenza (tranne rare eccezioni) con docenti, personale ATA, Dirigenti Scolastici e studenti che hanno affrontato con coraggio l’attività didattica in una scuola che non ha visto alcun adeguato investimento in sicurezza e in organici.

Nella scuola secondaria di secondo grado i docenti hanno garantito il lavoro educativo attraverso la Didattica Digitate Integrata, impegnando molte più ore del dovuto nell’attività di insegnamento, nell’organizzazione del lavoro, nelle riunioni degli organi collegiali e nei colloqui con le famiglie, al fine di trovare le soluzioni migliori per permettere l’accesso ad ogni singolo studente. Il personale ATA ha invece sempre svolto in presenza la propria attività, garantendo la pulizia, l’igienizzazione e la sicurezza dei locali scolastici, per assicurare la frequenza in presenza agli insegnanti che hanno lavorato sulla DDI dalla scuola con gli studenti BES e per i laboratori.

Rammentiamo al Governo la sentenza n. 23934/2020 della Corte di Cassazione che ha sancito come i docenti non possano essere impegnati in attività didattica regolare nel periodo estivo, ma solamente in corsi di recupero da svolgere su base volontaria e dietro specifica retribuzione.

La scuola pubblica statale ha bisogno di investimenti e di sicurezza, non di un prolungamento delle lezioni in violazione del contratto e mettendo a rischio gli esami di Stato.

  • Chiediamo al governo Draghi e, in particolare, al Ministro Bianchi di farci tornare tutti a scuola, in presenza, il 1 settembre 2021 in una scuola sicura, con classi di 10-15 alunni, in edifici a norma, fornendo mascherine FFP2 a tutti il personale scolastico.
  • Chiediamo all’intero esecutivo di assicurare screening costanti per il personale scolastico e per gli studenti, al fine di individuare, isolare e contenere tempestivamente possibili focolai, e di incrementare il sistema dei trasporti pubblici, garantendo mezzi frequenti e non affollati nelle ore di punta, sia all’interno delle città che nelle zone periferiche, attualmente del tutto trascurate.
  • Chiediamo che venga assunto nei principali comuni dell’intero territorio nazionale l’intervento del Comune di Roma che prevede un ticket taxi per il personale scolastico da utilizzare per il tragitto da e per scuola, così da alleggerire ulteriormente i mezzi pubblici.
  • Chiediamo particolare attenzione al cosiddetto “organico covid”, che necessita di una stabilizzazione concreta, vista la necessità che le scuole hanno e continueranno ad avere, con contratti non all’8 giugno ma almeno al 30 giugno, già a partire da quest’anno scolastico. Questi lavoratori, infatti, termineranno il servizio al più tardi a fine maggio, in considerazione della necessità di fruire delle ferie (per legge non monetizzabili).
  • Chiediamo l’avvio delle procedure di mobilità su tutti i posti disponibili, così da consentire al personale di ruolo di recuperare una vera stabilità familiare ed evitare movimenti massicci al termine dell’anno scolastico in corso e all’inizio del prossimo, con tutti i rischi sulla diffusione del Covid legati a tali spostamenti.

Le lavoratrici e i lavoratori della scuola non sono carne da macello da sacrificare sull’altare della scuola del profitto e del capitale, ma professionalità che meritano reale rispetto, aumenti stipendiali e luoghi sicuri in cui lavorare.

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