OASI DEL CLOCHARD: ADDIO? RISCHIA LA CHIUSURA IL VILLAGGIO PER SENZATETTO DEGLI “ANGELI”

OASI DEL CLOCHARD: ADDIO? RISCHIA LA CHIUSURA IL VILLAGGIO PER SENZATETTO DEGLI “ANGELI”

Lanciata
20 luglio 2019
Firme: 2.121Prossimo obiettivo: 2.500
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Lanciata da Comitato MI’mpegno

L’Oasi del Clochard entro la fine del mese dovrà chiudere le sue porte ai circa 200 senzatetto di Milano, che da qualche anno trovano rifugio e conforto tra le sue mura.

È di qualche giorno fa la comunicazione indirizzata a Mario Furlan, fondatore dei City Angels, di lasciare lo spazio di via Lombroso 99, concesso in gestione nel 2017, dal Comune di Milano, all’esito di una gara pubblica.

L’Oasi nasce per dare ricovero a persone senza fissa dimora, che possono contare anche su un servizio di mensa e assistenza socio-sanitaria. Rappresenta il primo esperimento realizzato in Italia di vero e proprio villaggio dedicato a chi vive per strada. Non più scuole abbandonate o edifici dismessi con grandi stanze e decine di posti letto, ma casette prefabbricate che ospitano 4 o 8 senzatetto a seconda della capienza, spazi ricreativi e culturali, mense e ambulatori.

È solo di pochi mesi fa la concessione da parte del Comune di Milano ad accogliere i senzatetto non solo di notte, facendo diventare l’Oasi anche un centro diurno.

“Il Comitato MI’mpegno è legato ai City Angels da un gemellaggio che si fonda sul comune impegno per la solidarietà, il civismo, la legalità e la crescita democratica nella città di Milano” afferma il portavoce, Carmelo Ferraro “seguiamo con apprensione le sorti dell’Oasi, perché sarebbe una grave perdita per la città e per i suoi cittadini.” “Ci appelliamo al Sindaco, affinché venga dato ai City Angels un tempo congruo per individuare un nuovo spazio e per continuare a garantire, in attesa del trasferimento, un’ospitalità e rifugio ai senzatetto”.

“Ci sono motivi non solo umanitari, ma anche di sicurezza che non rendono opportuno un trasloco in questi mesi di grande caldo e interruzione di tanti servizi per il periodo estivo”. “Non possiamo lasciare da soli gli ultimi, i più fragili. Milano ha un grande cuore e spero che possa essere ascoltato anche questa volta da chi può operare il cambiamento.”

 

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