FUORI DAL CARCERE DANA LAURIOLA!!!

FUORI DAL CARCERE DANA LAURIOLA!!!

Lanciata
18 settembre 2020
Firme: 582Prossimo obiettivo: 1.000
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APPELLO UDIPALERMO onlus

FUORI DAL CARCERE DANA!!!

LOTTARE PER LA SALVAGUARDIA DI UN ECOSISTEMA NON È UN REATO

Ancora una volta, come nel caso di NICOLETTA DOSIO, tradotta nel carcere delle Vallette all’età di 73 anni la sera del 30 dicembre 2019, si condanna un corpo di donna a due anni di reclusione per non chiudere sull’annoso collegamento ferroviario Torino-Lione ridotto ormai a una faccenda di ordine pubblico.

E ancora una volta, come Nicoletta Dosio, DANA LAURIOLA, trentottenne,  alla notizia di una pena detentiva durissima, due anni di carcere, reagisce con dignità e fermezza riaffermando il senso della lotta No Tav e di ogni lotta sociale.

Dana Lauriola è stata condannata per aver partecipato a una manifestazione del 2012 presso il casello autostradale Torino-Bardonecchia. Quale crimine avrebbe commesso? Quello di aver spiegato con un megafono agli automobilisti che transitarono per pochi minuti senza pagare il pedaggio alla Sitaf, società di gestione dell’A32, le ragioni dell’apertura forzata del casello e di aver così arrecato un danno economico di pochi euro.                                                                               

Dana lotta da quindici anni per la salvaguardia ambientale della Valle di Susa e appare quanto meno sconcertante e incomprensibile la decisione del Tribunale di Torino di negarle ogni forma di pena alternativa al carcere. Apprendiamo fra l’altro dagli organi di stampa nazionali che nella vita Dana coordina uno storico servizio torinese a favore  delle/dei senza dimora, quelli/e che non hanno voce neppure in tempi di pandemia, e si prende cura del loro reinserimento sociale.

Allora perché tanto accanimento? perché il Tribunale nega le misure alternative richieste? Perché Dana continua a abitare a Bussoleno e la sua vicinanza con i luoghi della protesta No Tav comporterebbe il rischio che possa commettere nuovi reati.                                                                     

Ma diamo la parola alla stessa Dana che così scrive nella sua pagina social: “Uno dei motivi per cui vado in carcere, scritto nero su bianco, è che non mi sono dissociata dalla lotta No Tav, l’altro è che ho continuato a vivere in Valle di Susa. Sono tranquilla per tutte le scelte che ho fatto in questi anni, ho amato la valle e la lotta No Tav per oltre quindici anni e continuerò a farlo anche se fisicamente lontana...”.

In una fase storica di estrema urgenza, davanti a una “minaccia esistenziale” dovuta alla crisi più grave che l’umanità si sia trovata ad affrontare - come continuano a ribadire Greta Thunberg e milioni di ragazze/i nel mondo - davanti alla pandemia, pare che in Italia la preoccupazione maggiore sia continuare a tenere aperto, con grande spreco di denaro pubblico, un cantiere come quello Tav e criminalizzare e reprimere le donne e gli uomini della Valle di Susa che per decenni hanno lottato e continuano a lottare per la salvaguardia del loro ecosistema. 

Noi siamo di parte, dalla parte di Nicoletta allora, dalla parte di Dana ora. Dopo la notizia della condanna, all'alba di giovedì 17 settembre per Dana è scattato l'arresto: mettere in galera per le idee che si professano è un'indecenza intollerabile per ogni democrazia.

Con la consapevolezza che il ricorso alla repressione non costituisce una risposta politica alla giusta e motivata protesta di un territorio, chiediamo immediata libertà per Dana Lauriola.

LIBERTA’ per DANA equivale per noi donne ad aver cura della nostra DEMOCRAZIA, un bene estremamente fragile, che siamo fermamente decise a custodire.

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