TAMPONI SUBITO A TUTTI I SARDI

TAMPONI SUBITO A TUTTI I SARDI

Lanciata
21 marzo 2020
Petizione diretta a
Presidente della Regione Autonoma della Sardegna - Christian Solinas e 5 altri/altre
Firme: 577Prossimo obiettivo: 1.000
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Perché questa petizione è importante

Lanciata da Sandro Pozzolo

TAMPONI A COMINCIARE DAGLI OSPEDALI, DA TUTTI I LAVORATORI ATTIVI, E A SEGUIRE A TUTTI I CONTATTI POSITIVI E I CONTATTI DEI CONTATTI

ISOLARE I SOGGETTI ASINTOMATICI E' LA PRIORITA'! BASTA MORTI!

PERCHE' I TAMPONI DEVONO ESSERE FATTI A TUTTI SUBITO:

Cercheremo di trattare l'argomento in punti chiari e semplici comprensibili per tutti, documentando solo quanto è possibile evincere da fonti attendibili, che saranno di volta in volta citate. Potrete naturalmente trovare più informazioni sul web, mi raccomando verificate sempre le fonti.

Il COVID19 è un virus nuovo. Tutto quello che sta succedendo è nuovo, nessuno poteva essere preparato a una situazione del genere. Ma qualcuno lo era più degli altri, e qualcuno ha seguito l'esempio...

Come è noto l'Italia sta imitando la strategia di contenimento cinese, senza però disporre delle risorse tecniche e finanziarie per conseguire il risultato, adottando quindi mezze misure, alcune molto discutibili, la cui efficacia verrà presto smentita o dimostrata dalle evidenze. Il resto dei paesi europei e mondiali, sta seguendo lo stesso modello...

Ma la Corea del sud, che aveva già fronteggiato l'epidemia di MERS e SARS, è riuscita a bloccare i contagi ad appena 9 mila, prevenendo quello che è successo in Italia..

"Coronavirus, anche in Corea del Sud casi al minimo: la lezione di Seul"

In Corea viene eseguito un massiccio programma di tamponi (ventimila persone al giorno vengono testate) e chi è risultato positivo viene messo in auto-quarantena e monitorato attraverso app sanitarie, fino a quando non si rende disponibile un posto letto in un ospedale.

Una app, Corona 100m, lancia un alert agli utenti che si trovano in un raggio di cento metri da luoghi visitati da persone che hanno contratto il virus.

Uno studio pubblicato sulla rivista "'Lancet' dice che se non si riesce a quarantenare almeno il 70% dei contatti di un positivo non si ferma la malattia in 3 mesi. Anche per questo Massimo Galli, responsabile di Malattie infettive all'ospedale Sacco di Milano, dice in un'intervista a 'la Repubblica' che occorrerà fare più tamponi, anche agli asintomatici.

https://www.today.it/mondo/coronavirus-corea.html

Un approccio molto tempestivo e tecnologico, che anche se ha richiesto piu di qualche violazione della privacy, non ha avuto necessità di imporre la quarantena di modello cinese.

E' innegabile che in italia non disponiamo di tali risorse.

Tuttavia al momento, gli unici dati certi e certificati vengono da un paesino Veneto di 3000 abitanti, Vò Euganeo, che ha fatto i tamponi sul 100% degli abitanti ricavando i seguenti dati, raccolti in una lettera da Sergio Romagnani, professore ordinario di Immunologia clinica dell’Università di Firenze, indirizzata ai vertici della Regione Toscana

Sono pronti i risultati dello studio sugli abitanti di VO’

È stato eseguito il tampone per la ricerca del Covid-19 a tutti gli abitanti del paese (circa 3000) di Vò ed è stato dimostrato che la grande maggioranza delle persone che si infetta, tra il 50 e il 75%, è completamente asintomatica, ma rappresenta comunque una formidabile fonte di contagio. A Vò infatti con l’isolamento dei soggetti infettati il numero totale dei malati è scesa da 88 a 7 (almeno 10 volte meno) nel giro di 7-10 giorni. Quello che è anche più interessante e in parte sorprendente, è stata anche la dimostrazione che l’isolamento dei contagiati (sintomatici o non sintomatici) non solo risultava capace di proteggere dal contagio altre persone, ma appariva in grado di proteggere anche dalla evoluzione grave della malattia nei soggetti contagiati perché il tasso di guarigione nei pazienti infettati, se isolati, era nel 60% dei casi pari a soli 8 giorni .

Questi dati forniscono due informazioni importantissime:

1) la percentuale delle persone infette, anche se asintomatiche, nella popolazione è altissima e rappresenta la maggioranza dei casi soprattutto, ma non solo, tra i giovani;

2) l’isolamento degli asintomatici è essenziale per riuscire a controllare la diffusione del virus e la gravità della malattia. Alla luce di questi dati straordinari, è evidente che le attuali politiche di contenimento del virus devono essere riviste. Risulta infatti assolutamente fondamentale per bloccare la diffusione del virus identificare il più alto numero possibile di soggetti asintomatici che sono fonte importante della malattia e di identificarli il più precocemente possibile.

Sulla base dei dati ottenuti a Vò, è già iniziata in tutto il Veneto una “sorveglianza attiva massiva”, cioè si è deciso in quella regione di sottoporre a tampone tutti i lavoratori più esposti al contagio (medici, infermieri, forze di polizia, lavoratori costretti per il loro tipo di lavoro ad avere molti contatti inter-personali), anche se asintomatici, uno studio finanziato da un industriale veneto il cui nome è sconosciuto, allo scopo di scovare tutti gli individui infetti, anche se asintomatici, e quindi di isolarli come è stato fatto nello studio pilota di Vò.

La prima considerazione che scaturisce da questa esperienza è che l’attuale modalità nazionale e quindi anche della nostra regione di affrontare il problema della infezione da Covid-19 (fare tamponi solo alle persone sintomatiche) è l’opposto di quello dovrebbe invece essere fatto. Infatti, adesso che il virus circola ampiamente non è più così importante fare il tampone ai soggetti sintomatici. Tutti coloro che presentano febbre, tosse e sintomi respiratori dovrebbero comunque essere posti in isolamento o essere trasportati in ospedale e curati in modo appropriato alla loro sintomatologia e tutti coloro che sono stati esposti a questi soggetti dovrebbero comunque stare in isolamento.

Quello che però sembra adesso cruciale nella battaglia contro il virus è cercare di scovare le persone asintomatiche ma comunque già infettate, le quali hanno una maggiore probabilità di contagiare visto che nessuno le teme o le isola. Questo è particolarmente vero per categorie come i medici e gli infermieri che essendo esposti al virus sviluppano frequentemente un’infezione asintomatica continuando a veicolare l’infezione tra loro e ai loro pazienti. In molte regioni infatti, sia italiane che internazionali, si sta infatti decidendo di non fare più il tampone ai medici e agli infermieri a meno che non sviluppino sintomi. Ma alla luce dei risultati dello studio di Vò, questa decisione può essere estremamente pericolosa; gli ospedali rischiano di diventare zone ad alta prevalenza di infettati in cui nessun affetto è isolato. Il rischio di contagio per i pazienti e tra colleghi rischia di diventare altissimo ed esiste anche il rischio di creare delle comunità ad alta densità virale che sono quelle che, secondo lo studio di Vò, favoriscono anche la gravità del decorso della malattia.

E’ quindi assolutamente essenziale estendere i tamponi alla maggior parte della popolazione, in particolare alle categorie a rischio (cioè esposti a contatti multipli), e quindi isolare i soggetti positivi al virus ed i loro contatti, anche se asintomatici, quanto più precocemente possibile. In particolare, è assolutamente necessario fare i tamponi a tutti coloro che hanno una elevata probabilità di trasmettere il virus, specialmente se vivono in comunità chiuse e con contatti molteplici e ravvicinati. Infine, è importantissimo che tutti i soggetti a rischio indossino le mascherine, non tanto per proteggere sè stessi dall’infezione, ma piuttosto per proteggere gli altri da sè stessi, anche quando non presentano sintomi.

Si potrebbe obiettare che i costi di un numero elevato di tamponi, nonché le difficoltà di ordine tecnico che ne derivano) siano state le motivazioni addotte per sconsigliare finora questa strategia a livello di politica sanitaria nazionale e quindi anche della regione Toscana, scegliendo quella di effettuare il tampone solo alle persone fortemente sospette a causa della loro sintomatologia. Ma i costi, valutati in termini di vite salvate, di numeri molto inferiori di soggetti che richiedono i costi ed i rischi di una terapia intensiva, ed anche in termini economici, sarebbero alla fine enormemente inferiori a quelli legati alla esecuzione di un numero di tamponi molto maggiore di quello attualmente effettuato. Del resto risultati similari stanno arrivando in questi ultimi giorni dall’uso di una simile strategia nella Corea del Sud. La mia lettera vuole anche essere una forte raccomandazione ad esaminare il problema ai vertici della sanità della Regione Toscana.”

Questo apporta una consapevolezza nuova, in un mondo sconosciuto, una speranza di poter tornare alle nostre attività quotidiane quanto prima. Ci si sarebbe aspettato una risposta di rilevanza nazionale che prendesse subito atto dei dati e correggesse il tiro.

Pertanto nei giorni scorsi, tante sono state le richieste, del personale sanitario e di tanti sardi che hanno visto, in breve e davanti a numeri inconsistenti se paragonati a quelli dei nostri connazionali del nord, blocchi della sanità a causa del riscontro di tanti infetti proprio tra il personale sanitario, in prima linea in questa guerra con un nemico invisibile, per avere a disposizione DPI e tamponi per la diagnosi del COVID19.

Il presidente della Regione Sardegna Solinas, in conferenza stampa a piu riprese promette tamponi e mascherine, dapprima al personale sanitario e successivamente per la popolazione.. ma pare esserci un problema, nell'isola e in tutta Italia, c'è carenza di DPI e tamponi e reagenti.

Un folto gruppo di privati cittadini, si è reso disponibile in questo momento di difficoltà per aiutare la Regione a reperire le risorse o parte di queste per eseguire i tamponi su tutta la popolazione prima di una improvvisa esplosione di casi, soprattutto in considerazione di alcuni atteggiamenti e misure poco restrittive che avranno seppure in bassa misura consentito altri contagi.

Il nostro appello è rimasto per ora senza risposta, ma la nostra proposta è sempre valida, siamo pronti a offrire il nostro contributo perchè questa misura che riteniamo necessaria venga attuata, nel minor tempo possibile, sotto il controllo e la coordinazione delle istituzioni.

Abbiamo deciso di chiedere l'appoggio di tutte le partite IVA, i professionisti, gli autonomi, i dipendenti, i non lavoratori e di chiunque intenda aiutarci, per chiedere che la Regione si pronunci sulla questione perchè siamo convinti che:

1 : IDENTIFICARE e TUTELARE i SOGGETTI NEGATIVI ad alto rischio è di prioritaria importanza per garantire la loro sicurezza.

2 : RICONOSCERE I POSITIVI ASINTOMATICI ci aiuterà a prevenire le situazioni ad alto rischio di contagio e riprendere con tempi piu rapidi, gran parte delle attività.

3 : Avere una idea del REALE NUMERO dei contagi, la loro distribuzione sul territorio e altri dati che potremmo raccogliere, ci consentirà di approcciare in maniera più razionale e sistematica il problema, riducendo i necessari tempi di quarantena e favorendo una più veloce ripresa dei vari settori. Potremmo inoltre apportare finalmente dei dati utili su una scala più estesa per la ricerca su scala mondiale.

Per gli scettici che dubitano delle modalità di esecuzione di un tampone a tappeto voglio ricordare che i tributi passano a portarveli uno per uno, cosi come le caselle esattoriali, non si sono mai posti il problema di dove o quanti siete.

Invitate i vostri amici a informarsi e a firmare la petizione...

Chiediamo tamponi per sconfiggere il virus, tamponi per tornare prima alle nostre vite..

#TAMPONIPERTUTTI

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Decisori

  • p
  • Presidente della Regione Autonoma della Sardegna - Christian Solinas
  • Assessore dell'Igiene e Sanità e dell'Assistenza Sociale - Mario Nieddu
  • Presidente del Consiglio dei Ministri - Giuseppe Conte
  • Direttore Generale Protezione Civile Sardegna - Ing. Antonio Pasquale Belloi