Accompagnamento per persone ospedalizzate non autosufficienti

Accompagnamento per persone ospedalizzate non autosufficienti

Lanciata
13 agosto 2020
Petizione diretta a
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Perché questa petizione è importante

Lanciata da Giulia gribaudo

Agosto 2020

Vorrei iniziare con una piccola premessa, nello specifico con i primi punti del giuramento di Ippocrate che, per chi non lo sapesse, e’ quel giuramento fatto da chi esercita la professione medica e che sottolinea in maniera ufficiale l'importanza e la solennità dell'atto che viene compiuto e dell'impegno che viene assunto. Vi lascio quindi di seguito tre punti su cui vorrei soffermarmi; il personale medico giura:
-di perseguire la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica, il trattamento del dolore e il sollievo dalla sofferenza nel rispetto della dignità e libertà della persona cui con costante impegno scientifico, culturale e sociale ispirerò ogni mio atto professionale;
-di curare ogni paziente con scrupolo e impegno, senza discriminazione alcuna, promuovendo l'eliminazione di ogni forma di diseguaglianza nella tutela della salute;
-di non compiere mai atti finalizzati a provocare la morte.

Non andrò nei dettagli della situazione, ma spero di sollevare una critica costruttiva che possa essere di giovamento a tutte quelle persone meno fortunate che si trovano (per svariati motivi) a transitare oggi negli ospedali italiani in regime di sicurezza per COVID-19.
Come puo’ coesistere il concetto di cura medica, difesa della vita e della dignità della persona quando un anziano con alzheimer, incapace di badare a se stesso, viene privato dell’accompagnamento necessario per potersi pulire, per poter mangiare, per potersi guardare allo specchio e dare ancora un valore alla sua vita?
Come possiamo essere arrivati a lasciare un anziano, una categoria fragile come quella dei bambini e di chiunque si trovi in una situazione difficile, da solo per settimane senza la possibilità’ di vedere nessuno dei suoi parenti? Come siamo arrivati a sostituire il cibo vero con le sacche perché cosi’ per 30 ore sono nutriti senza che ci sia effettivamente la presenza di personale? Questa domanda, nello specifico, annienta il concetto di cura scrupolosa e con impegno del paziente; senza contare che annienta l’essere umano stesso, fragile, da solo, che magari non capisce la situazione, che magari dopo un po’ di giorni sente anche il senso di abbandono. Quell’essere umano che e’ entrato vivo in ospedale ma non sa se ne uscirà perché per comodità del sistema e’ meglio che stia a letto, e’ meglio che venga nutrito con le sacche, e’ meglio che non faccia domande… e forse e’ meglio che si abbandoni definitivamente a se stesso.

Ci sono categorie per le quali questa grande impalcatura che abbiamo costruito per evitare le morti causa COVID, provoca, invece, la morte per abbandono, mal nutrizione, mancanza di cura della persona (fisica e mentale).

Non metto in dubbio quello che e’ stato fatto, ma oggi dobbiamo fare dei passi avanti. Possiamo andare a fare gli aperitivi, possiamo goderci le cene al ristorante, siamo incitati ad andare in ferie grazie al bonus vacanza…gli ospedali invece no, rimangono a porte chiuse. Proprio quel posto in cui le persone ospitate avrebbero tanto bisogno di una persona vicina, di una mano “amica” da stringere per superare la situazione che stanno affrontando vengono private di ogni aiuto, lasciando spazio ai soli regolamenti.

I dati dicono che non stiamo più morendo di COVID, ma non ci raccontano di chi sta soffrendo e di chi sta morendo per le linee intraprese in una situazione eccezionale; quella situazione che ancora e’ in essere in un sistema sanitario che per anni e anni e’ stato ridimensionato fino ad arrivare all’osso.

Consapevole che le riflessioni che ho tratto derivano dalla situazione particolarmente drammatica e irrispettosa del reparto di geriatria della struttura di Cuneo e non da tutte le strutture presenti sul territorio nazionale; e’ altresì vero, pero’, che la chiusura delle porte degli ospedali e invece presente su tutto il territorio.

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