Sosteniamo la regolarizzazione dei migranti e la riapertura dei porti.

Sosteniamo la regolarizzazione dei migranti e la riapertura dei porti.

Lanciata
25 aprile 2020
Petizione diretta a
Istituzioni e
Firme: 973Prossimo obiettivo: 1.000
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Lanciata da Democrazia e Lavoro CGIL


Oggi è il tempo della solidarietà e della giustizia:
sosteniamo la regolarizzazione dei migranti e l’apertura dei porti


Questo governo, al suo insediamento, aveva preannunciato discontinuità sui migranti; la pandemia è un motivo in più per attuare quella promessa.
Si stima che in Italia siano presenti 500.000 irregolari. E’ una situazione che genera una grave forma di discriminazione e iniquità, favorisce uno spietato sfruttamento di manodopera, la quale non può nemmeno rivendicare diritti e salario e mette migliaia di persone a rischio di finire nelle mani della criminalità. Si tratta di una moltitudine strumentalizzata dalla cattiva politica che, utilizzando la più becera propaganda, instilla nei cittadini un diffuso sentimento di paura.
Con la pandemia si è aggiunto il rischio-contagio. Gli immigrati irregolari hanno come unica possibilità di cura quella di rivolgersi al pronto soccorso degli ospedali, ossia la procedura che a tutti gli italiani viene preclusa per evitare di diffondere il contagio.
Regolarizzare la posizione dei migranti non è soltanto giusto, ma è anche assolutamente necessario. Nella condizione di irregolarità questi cittadini sono più facilmente sfruttati dai caporali nell’agricoltura, nel lavoro di cura e di assistenza domestica e, più in generale, nel lavoro in nero. E’ quindi necessario compiere ogni atto necessario ad eliminare la concorrenza con i lavoratori in regola – tanto più che molte delle attività svolte dai cosiddetti “irregolari” sono essenziali – aumentando la possibilità di lotta al caporalato e alla criminalità organizzata.
E’ necessario abolire i “decreti sicurezza” perché profondamente ingiusti e perché determineranno – in applicazione delle inaccettabili norme di legge contenute nei due provvedimenti – altri 50.000 “irregolari”, determinati anche dalle regole più stringenti in materia di protezione internazionale.
La regolarizzazione è necessaria per tutelare al meglio la salute di tutti, al fine di permettere a uomini e donne di curarsi e anche di rispettare le regole di distanziamento sociale e di controllo dello stato di salute. Ancora una volta la regolarità è nell’interesse di tutta la popolazione e in particolare di tutti i lavoratori e le lavoratrici.
Il decreto che dichiara non sicuri i porti italiani produce inoltre la nefasta idea che bloccando i migranti ci si salvi tutti: chi arriva in Italia scampando dai pericoli del mare, insieme a chi viene recuperato dalle navi di soccorso, non soltanto ha diritto di essere salvato, ma va tutelato anche a garanzia della salute di tutti; curarlo o inserirlo in strutture appositamente dedicate alla tutela della salute e per garantire la quarantena, risponde ad una necessità oggettiva. Non possiamo dunque assistere ancora al blocco di centinaia di persone, salvo farle sbarcare dopo un periodo di drammatica attesa in mare aperto.
Infine, si interrompa il sostegno alla guarda costiera libica: non possiamo continuare ad essere loro complici!
I provvedimenti sociali rivolti a chi ha subito i danni della pandemia, in particolare i più poveri, non possono essere basati su politiche discriminatorie. Risultano inaccettabili provvedimenti come quelli adottati da alcuni Comuni, che discriminano i migranti nella distribuzione, ad esempio, dei buoni spesa; il Governo deve intervenire annullando tutti i provvedimenti che prevedano criteri discriminatori e che sanciscono l’obbligo di residenza al fine di accedere ad alcuni benefici. Molti richiedenti asilo vivono in Comuni (la quasi totalità) che non permettono di assegnare loro la residenza (e ciò accade, in realtà, anche ai senza tetto, sia stranieri che italiani).
Anche i migranti che dimorano nei CAS o nei CIE vivono in condizioni inaccettabili, con grandi rischi per la loro salute e per la salute di chi in questi centri lavora. Al contrario va predisposta l’accoglienza in piccoli gruppi per garantire vivibilità e sicurezza.

A difesa dei diritti del lavoro e della salute di tutti, a tutela della sicurezza pubblica, in nome della solidarietà, contro la politica della paura e anche a sostegno della stessa economia nazionale sosteniamo:

- la regolarizzazione generalizzata degli immigrati irregolari;
- la cancellazione dei decreti sicurezza;
- l’abolizione di qualsiasi regola discriminatoria;
- l’accoglienza dei profughi e la cancellazione del sostegno alla cosiddetta guardia costiera libica;
- la rivendicazione di salari e alloggi dignitosi;
- la definizione di strumenti di libertà nel e per il lavoro.

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Decisori

  • Istituzioni
  • Alle lavoratrici e ai lavoratori
  • Alla cittadinanza