LA LIBERA CERCA DEL TARTUFO COME PATRIMONIO MONDIALE DELL'UNESCO

LA LIBERA CERCA DEL TARTUFO COME PATRIMONIO MONDIALE DELL'UNESCO

Lanciata
12 dicembre 2019
Firme: 338Prossimo obiettivo: 500
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Perché questa petizione è importante

Lanciata da ASSOCIAZIONE NAZIONALE TARTUFAI ITALIANI

A tutti i tartufai,A tutte le Associazioni di tartufai,Ai cittadini italiani

candidatura della libera cerca del tartufo come patrimonio mondiale

Alla cortese attenzione del Ministro dell’Agricoltura e delle
politiche forestali

TERESA BELLANOVA,

Al Presidente del Consiglio

Giuseppe Conte

Al Presidente della commissione Nazionale per l’UNESCO

Dott. Franco Bernabè

I seguenti cittadini italiani e i tartufai italiani su proposta
all’Associazione Nazionale Tartufai Italiani chiedono al Governo
italiano di prevedere nella legge di riordino della 752/85 misure
urgenti a tutelata del patrimonio tartufigeno italiano, della libera
cerca del Tartufo e, come testimonianza unica di una tradizione
culturale, del genio dell’uomo, candidare la libera cerca del Tartufo
a patrimonio dell’umanità:

si chiede pertanto di inserire nella nuova legge in discussione le
seguenti migliorie:

 Limitare l’estensione delle tartufaie controllate ad un massimo di 3
ettari con un corridoio di 500 metri tra una tartufaia controllata e
un’altra.

Che la durata massima di una tartufaia controllata sia di 10 anni
(5+5) e poi ritorni a rotazione per altrettanti anni territorio di
libera cerca.

Che le concessioni vengano date esclusivamente alle aziende agricole e
che la cerca in tali tartufaie venga fatta esclusivamente dal
proprietario dell’azienda e dai soci regolarmente assunti pena la
revoca.

Che non si possano affittare da aziende agricole o da privati terreni
per farne tartufaie controllate da singoli o associazioni.

Che tutte le tartufaie controllate che hanno avuto rinnovi da oltre 10
anni cessino immediatamente e tornino territori di libera cerca per
almeno 10 anni.

Che le concessioni per le tartufaie controllate vengano limitate ad un
10% del terreno tartufigeno di proprietà dell’azienda agricola su cui
si intende richiedere la concessione e per un massimo di 3 ettari

Che si vieti ai Comuni di emettere delibere sugli usi civici che
contengano anche la ricerca del tartufo; vengono pertanto a decadere
gli impedimenti adottati contro la libera cerca e la rimozione delle
tabelle che ne limitavano la ricerca ai soli residenti.

Che anche nei parchi nazionali non vengano date priorità ai residenti ma venga data la possibilità a tutti  di raccogliere i tartufi attraverso la libera cerca con l'obbligo per i Tartufai di riportare giornalmente all'ente parco i dati di raccolta giornaliera in modo da verificare come la presenza antropica influenza la raccolta dei tartufi.

Che venga istituito un pagamento regionale annuo per il rinnovo del
patentino per la ricerca del tartufo pari a 100 euro su tutto il
territorio nazionale rilasciato dalle province di appartenenza e
valido in tutto il territorio nazionale.

Che il 20% della quota pagata dai tartufai venga utilizzata in accordo
con i tavoli regionali di cui devono far parte le associazioni di
tartufai presenti nel territorio per il piantunamento di alberi
micorrizati nei terreni demaniali o comunali vocati.


Che venga istituito il registro di raccolta dei cavatori di tartufi,
in quanto operatori del settore alimentare, sono tenuti al rispetto
degli obblighi di tracciabilità di cui al Reg. CE n.178/02. Per avere
una banca dati, i liberi cavatori, devono comunicare alla Regione di
appartenenza il quantitativo di tartufo raccolto distinto per specie e
per comune di provenienza, ogni anno entro il 31 gennaio va consegnato
per rinnovare il tesserino che lo abilita alla raccolta.

Che vengano inasprite le pene per l’uccisione per avvelenamento di
animali nei confronti di chi compie questi gesti non solo con
l’applicazione dell’Art. 544- bis del Codice penale (la reclusione a
18 mesi che è assolutamente inadeguata) va comminata una pena
economica di 50.000 euro oltre la revoca a vita del tesserino che
abilita alla raccolta per chi commette tali atrocità.

Che vengano informate le associazioni dei tartufai prima di procedere
al taglio dei boschi tartufigeni per la legna, sistemazioni
idrauliche, aperture di strade forestali, linee tagliafuoco, ecc.

Che si favorisca la libera cerca dando un contributo ai proprietari di
terreni sulla base dell’accertamento di una presenza diffusa di
tartufo spontaneo di 10 euro ad albero micorrizato per un massimo di
10.000 euro annue per incentivare la libera cerca con i fondi dei
tesserini che abilitano alla ricerca.

La petizione verrà consegnata a Roma direttamente da tutti i tartufai,
le associazioni ed i cittadini che vorranno essere presenti da ogni
Regione di Italia il giorno il giorno giovedì 30 gennaio alle ore
11.00 al Ministero dell’Agricoltura e al presidente dell’UNESCO
Italia.

Primo firmatario

Riccardo Germani

Presidente dell’Associazione Nazionale Tartufai Italiani

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