Violenze dei coloni a Gerusalemme Est nelle sere di Ramadan
Violenze dei coloni a Gerusalemme Est nelle sere di Ramadan
Perché questa petizione è importante
Raccolte firme indirizzata al Presidente della Repubblica, S. Mattarella, ai Presidenti del Senato, della Camera e del Consiglio, agli onorevoli e senatori tutti, alle testate giornalistiche nazionali sia televisive, sia cartacee e sia online, alla società tutta, che tutti insieme dovrebbero sostenere i principi e valori della democrazia, della libertà di pensiero, della libertà di stampa, della libertà di informazione e soprattutto il valore fondamentale e principale che è quello di fratellanza e Pace tra i popoli.
L'ANMI (Associazione Nazionale Musulmani Italiani), in nome del Presidente Raffaello Villani, chiede alle signorie vostre di intervenire in nome dei principi citati a favore della violenza che in questi primi dieci giorni di Ramadan sta colpendo la popolazione di Gerusalemme Est.
Ogni sera gruppi di estremisti di coloni illegali, si riuniscono e al grido di "Bruciamo l'arabo" o "A morte gli arabi", assaltano con inaudita violenza ogni singola persona dalle fattezze arabe mentre o si reca per compiere i rituali del mese del Ramadan mese del Ramadan o direttamente nelle abitazioni dei palestinesi stessi, ponendo così in pericolo ogni uomo donna e bambino cammini per strada e cercando di non far compiere le adorazioni del mese sacro per i musulmani..
Violenza non fermata dal governo israeliano, che anzi, bombarda Gaza per non far entrare in protesta per appoggio gli stessi compaesani palestinesi.
In più questa richiesta è fatta alle Ambasciate dei Paesi arabi sul territorio italiano delle nazioni che hanno firmato accordi con Israele, che possano intervenire per far ritornare la Pace nella città santa per tutte e tre le religioni monoteiste.
Ringraziamo dell'attenzione con la fiducia che, i media italiani, come Fininvest , Rai, La7 e Sky siano più liberali e possano informare correttamente senza censure politico economiche di quello ce realmente sta accadendo nei territori occupati in nome della credibilità delle stesse testate giornalistiche.
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