Appello ai vertici dello stato per il rispetto del trattato di non proliferazione nucleare

Appello ai vertici dello stato per il rispetto del trattato di non proliferazione nucleare

Lanciata
25 luglio 2019
Firme: 321Prossimo obiettivo: 500
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Lanciata da VivereInformati

Lettera aperta al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ai vice Premier Matteo Salvini e Luigi Di Maio, al ministro della Difesa Elisabetta Trenta e ai presidenti delle regioni.

Una ricerca della Fas (Federation of American Scientists), documenta un fatto particolarmente grave. L' Italia custodisce il numero più alto di armi nucleari statunitensi schierate in Europa: almeno 70 ordigni su un totale di 180.
Siamo l’unico paese con due basi atomiche: quella dell'Aeronautica militare di Ghedi e quella statunitense di Aviano (Pordenone). L'Italia viola in tal modo il trattato di non proliferazione nucleare firmato nel 1968 e ratificato nel 1975, che all'articolo 2 recita quanto segue: "Ciascuno degli stati militarmente non nucleari, che sia Parte del Trattato, si impegna
a non ricevere da chicchessia armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi, né il controllo su tali armi e congegni esplosivi, direttamente o indirettamente; si impegna
inoltre a non produrre né altrimenti procurarsi armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi, e a non chiedere né ricevere aiuto per la fabbricazione di armi nucleari o di altri congegni nucleari esplosivi”.
Il 7 novembre del 1991, il Consiglio Atlantico approvò il Nuovo Concetto Strategico, ribadito ed ufficializzato nel vertice dell’aprile 1999 a Washington, che impegna i paesi membri a condurre operazioni militari in “risposta alle crisi non previste dall’articolo 5, al di fuori del territorio dell’Alleanza”, per ragioni di sicurezza globale, economica, energetica, e migratoria. Da alleanza che impegna i paesi membri ad assistere anche con la forza armata il paese membro che sia attaccato nell’area nord-atlantica, la Nato viene trasformata in alleanza che prevede l’aggressione militare.
La nuova strategia è stata messa in atto con le guerre in Jugoslavia (1994-1995 e 1999), in Afghanistan (2001-2015), in Libia (2011) e con le azioni di destabilizzazione in Ucraina, in alleanza con forze fasciste locali, ed in Siria.
l'Italia viola così anche l'articolo 11 della nostra Costituzione, cedendo praticamente la propria sovranità ad una organizzazione
che non assicura né la pace e men che meno la giustizia fra le nazioni.
L’Italia, facendo parte della Nato, deve destinare alla spesa militare in media 52 milioni di euro al giorno secondo i dati ufficiali della stessa Nato, cifra in realtà superiore che l’Istituto Internazionale di Stoccolma per la Ricerca sulla Pace quantifica in 72 milioni di euro al giorno.
Un esborso di denaro pubblico notevole che potrebbe essere utilizzato per lo stato sociale e per migliorare le condizioni della nostra Repubblica.
Nel nostro paese non solo sono presenti almeno 70 bombe nucleari, ma anche installazioni militari Usa e NATO strategicamente molto importanti. Queste strutture e installazioni rendono l'Italia parte integrante del sistema da combattimento Usa/NATO.
Ad esempio Camp Darby, base militare situata tra Pisa e Livorno che ha fornito la maggior parte delle armi (mezzi corazzati, proiettili d’artiglieria, bombe e missili per aerei) usate nelle due guerre guidate dagli Usa contro l’Iraq, nel 1991 e 2003; ha fornito gran parte delle bombe e missili per aerei usati nella guerra Usa/Nato contro la Jugoslavia nel 1999 e in quella contro la Libia nel 2011.
La base di Sigonella è utilizzata anche per operazioni della NATO, si tratta del secondo aeroporto militare più trafficato d'Europa. Dal 2008, l’US Air Force schiera a Sigonella anche alcni aerei senza pilota Global Hawk, utilizzati per le operazioni d’intelligence in Africa e Medio Oriente, nei Balcani e più recentemente anche in Crimea e Ucraina.
La stazione Muos di Niscemi (Mobile User Objective System) è un nuovo sistema di comunicazioni satellitari che potenzia la capacità offensiva statunitense su scala planetaria. Il sistema, sviluppato dalla Lockheed Martin per la U.S. Navy, è costituito da una configurazione iniziale di quattro satelliti (più uno di riserva) in orbita geostazionaria, collegati a quattro stazioni terrestri: due negli Stati uniti (nelle Hawaii e in Virginia), una in Sicilia e una in Australia.
La stazione non è quindi un «maxi radar siciliano» a guardia dell’isola ma un ingranaggio essenziale della macchina bellica planetaria degli Stati uniti.
L’appartenenza alla Nato priva la Repubblica italiana della capacità di effettuare scelte autonome di politica estera e militare, decise democraticamente dal Parlamento sulla base dei principi costituzionali.
Nell’aprile 2013 il Pentagono stanziò 11 miliardi di dollari per lo sviluppo di un “programma di estensione della vita utile” (termine che indica un programma per il rinnovo e/o la sostituzione di componenti di armi nucleari) delle B61, spendendo la somma più alta della storia per l’aggiornamento di testate nucleari.
Con il programma di estensione della vita utile, il Dipartimento della Difesa USA intendeva sostituire le bombe ormai datate sviluppando un nuovo modello della B61, il numero 12, chiamato quindi B61-12.
La B61-12 non è una semplice versione ammodernata della precedente, ma una nuova arma: ha una testata nucleare a quattro opzioni di potenza selezionabili a seconda dell’obiettivo da colpire; un sistema di guida che permette di sganciarla non in verticale, ma a distanza dall’obiettivo; la capacità di penetrare nel terreno per distruggere i bunker dei centri di comando in un first strike nucleare.
Stanno per arrivare in Italia le nuove bombe nucleari statunitensi B61-12, che sostituituiranno le precedenti B61. Lo conferma autorevolmente da Washington, con prove documentate, la Federazione degli scienziati americani (Fas). Lo scienziato nucleare Hans Kristensen, direttore del Nuclear Information Project alla Fas, scrive che è in corso a tale scopo l’upgrade della base della U.S. Air Force ad Aviano (Pordenone) e di quella di Ghedi Torre (Brescia) confermato da foto satellitari in un report esclusivo che in Italia pubblicò l'Espresso l'11 settembre del 2015.
Il trattato anti missili balistici - conosciuto anche come trattato ABM (in inglese ABM Treaty) venne firmato da USA ed URSS il 26 maggio 1972. Il suo scopo era limitare le possibilità di difesa antimissile delle due parti, in modo da frenare la proliferazione delle armi nucleari offensive. Trattato dai cui gli Usa uscirono unilatermalmente durante l’amministrazione Bush nel 2002.
Il risultato di questa uscita è che la Nato (a guida Usa) sta ultimando in questi anni la realizzazione di uno scudo antimissile in europa che va dal baltico fino alla Polonia e l’Ucraina.
Il 29 Marzo 2017 è arrivata alla base di Tapa, in Estonia, una brigata corazzata ed una meccanizzata francese che faceva parte della missione NATO, cosa che è stata considerata come il maggiore spiegamento di forze nell’Europa dell’Est dai tempo della Guerra Fredda. Nell’operazione della NATO è compresa anche la presenza di un contingente di truppe italiane dislocate in Lettonia, questa volta sotto comando canadese. L’invio di questo contingente era stato approvato dal governo Renzi.
Putin, in un discorso alla nazione nel 2018, mostra su due grandi schermi i nuovi tipi di armi strategiche sviluppati dalla Russia: 1) un missile da crociera lanciato dall’aria armato di testata nucleare, con raggio d’azione praticamente illimitato essendo alimentato a energia nucleare, una rotta imprevedibile e la capacità di penetrare attraverso qualsiasi difesa anti-missile;
2. un drone sottomarino più veloce di un siluro che, alimentato a energia nucleare, percorre distanze intercontinentali a grande profondità colpendo porti e fortificazioni costiere con una testata nucleare di grande potenza.
3. missile balistico intercontinentale Sarmat da 200 tonnellate su piattaforma mobile, con raggio di 18000 km, armato di oltre 10 testate nucleari che manovrano a velocità ipersonica per sfuggire ai missili intercettori. Uno solo di questi missili ha la capacità di distruggere un territorio grande come la Francia o il Texas.

Il trattato INF (Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty) venne siglato a Washington l'8 dicembre 1987 da Ronald Reagan e Michail Gorbačëv, esso pose fine alla vicenda degli euromissili, ovvero dei missili nucleari a raggio intermedio( tra i 500 e i 5500 km) installati da USA e URSS sul territorio europeo.
Il 1 Febbraio 2019 gli Stati Uniti si ritirano dallo storico trattato Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty. L’ufficializzazione, preceduta nelle scorse settimane dagli annunci di Donald Trump, è arrivata dal segretario di stato americano Mike Pompeo.
Trattato dal quale anche la Russia si è ritirata a seguito del ritiro statunitense.
Considerando il continuo aggravarsi delle tensioni internazionali, ed essendo il rischio di un nuovo conflitto armato tra nazioni sempre più probabile, è di vitale importanza per l'Italia uscire al più presto dalla NATO. Soprattutto considerando il fatto che alcune delle installazioni precedentemente citate ci rendono un bersaglio primario in caso di conflitto.
È inoltre necessario liberarsi immediatamente di tutti gli ordigni nucleari statunitensi presenti sul nostro territorio. Le bombe atomiche non sono sinonimo di sicurezza, bensì di stupidità. Vivere quotidianamente sapendo di stare sopra ad arsenali atomici che possono distruggere diverse volte il pianeta Terra è una follia. È ora di dire basta all'utilizzo dell'energia nucleare, sia civile che militare. Un energia, che così com è utilizzata dall'uomo è praticamente incompatibile con la vita.

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