Cambiare Strategia -Fermiamo il Covid19 -Facciamo ripartire l'Italia -Fermiamo la piena

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Lanciata
28 marzo 2020
Firme: 325Prossimo obiettivo: 500
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Perché questa petizione è importante

Lanciata da Natale de Falco

Gruppo "Coronavirus Campania"  https://www.facebook.com/ambientecampania/ 

Al Ministro Della Salute

On. Dottt. Roberto Speranza

oggetto: richiesta di sostituzione dei vertici istituzionali e del consulente del Ministero, prof. Walter Ricciardi, poiché hanno fatto adottare una strategia in contrasto con l’art. 32 della carta costituzionale ed hanno causato l’attuale deficit assistenziale ai cittadini Lombardi.

Dall’analisi della drammatica situazione sanitaria in atto, emerge che l’attuale strategia di contrasto alla Pandemia, risulta in contrasto con l’art. 32 della carta costituzionale e metodologicamente sbagliata poichè:

non ha bloccato e/o rallentato la diffusione della stessa, non attivando la “sorveglianza attiva”, la ricerca dei pazienti asintomatici ed il loro isolamento, anzi hanno sempre dichiarato pubblicamente che era inutile per bloccare la pandemia;

non è stato intrapreso nessun provvedimento per evitare il contagio ospedaliero del personale sanitario (anzi è stata modificata la destinazione d’uso delle mascherine protettive, indicando la mascherina chirurgica come in grado di proteggere il personale sanitario dall’infezione, mentre tutta la documentazione scientifica e l’INAIL indicano l’uso delle mascherine FFP2 e FFP3 per il contenimento biologico), causando la notevole infezione del personale sanitario;

ha emanato linee guida in cui si diceva di fare i test (tamponi) esclusivamente ai pazienti sintomatici, escludendo i contatti e gli asintomatici (questo ha contribuito alla diffusione senza controllo dell’epidemia);

non ha previsto un piano di protezione del personale sanitario (medici, infermieri, OSS, autisti ecc.) anzi ha ritenuto inutile effettuare i test su tale personale asintomatico, contribuendo a trasformare i presidi sanitari in fonti di infezioni, oltre a favorire la diffusione tra lo stesso personale;

non hanno consigliato alla popolazione di indossare mascherine o equivalenti (mentre ciò è consigliato da tutta la letteratura scientifica internazionale non per proteggere il soggetto dal contrarre l’infezione ma per ridurre la diffusione da parte di tutti i pazienti sopratutto degli asintomatici) anzi hanno sostenuto che gli asintomatici (80%) non erano infettivi;

non hanno consigliato di affidare il coordinamento al “Centro Nazionale per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie” del Ministero della Salute con attivazione del relativo “Piano nazionale di preparazione e risposta a una pandemia influenzale” redatto e pubblicato dallo stesso Ministero (1° Ed. 2006 e revisione nel 2016) completamente ignorato;

non hanno consigliato alle Regioni di aumentare i posti letto delle terapie intensive e rianimazione e i posti letto ordinari in tempo (la situazione era prevedibile e prevista da molti operatori sul campo, già a fine gennaio);

hanno consigliato di tenere i pazienti sintomatici lievi/moderati al proprio domicilio, consigliando il ricovero all’aggravamento della malattia (causando decine di ricoveri tardivi), purtroppo questa è una causa dell’alto numero di morti in Lombardia;

hanno continuato a diffondere messaggi tranquillizzanti sostenendo che nel 96% dei casi la malattia è asintomatica o con sintomi lievi (causando la iniziale sottovalutazione della patologia), forse da “accademici” consideravano accettabile una perdita del 4% della popolazione;

Tutte queste azioni sono in linea con una visione “accademica”, una sottovalutazione della malattie e una scarsa o nulla conoscenza del sistema sanitario ospedaliero e territoriale italiano, riducibile all’affermazione di vari eminenti esperti i quali sostengono “che tutto sommato è una malattia che nel 96% dei casi si risolve senza mortalità.“

Questa visione “accademica” ha impedito di utilizzare il tempo, che la Cina ci aveva dato ritardando la diffusione dell’epidemia in occidente, per prepararci correttamente alla piena che stava arrivando. La strategia adottata dal nostro governo (consigliata dall’attuale dirigenza) è stata inizialmente il controllo alle frontiere e successivamente solo quella dell’isolamento e cura dei pazienti gravi, ipotizzando che i nostri ospedali erano in grado di reggere la piena e al massimo sarebbero morti i pazienti anziani e/o con plurimorbilità, ritenendo accettabile tale perdita. Tanto riguardava una piccolissima quota percentuale della popolazione 4% (cioè oltre due milioni di morti sic!).

La situazione in Lombardia ha messo in evidenza tutte le criticità (ampiamente prevedibili) esposte in precedenza, non garantendo, come previsto dalla costituzione, il diritto alla salute di tutti i cittadini Italiani a prescindere dall’età e dalle patologie.

Ormai il disastro (la piena) è già arrivato in Lombardia, ma abbiamo ancora la possibilità di costruire una diga a monte (certo sarebbe stato più intelligente ed economicamente vantaggioso bloccare la fonte) se si interviene immediatamente nelle altre Regioni, come si poteva fare sin dall’inizio, non attuando la strategia “accademica” fallimentare, ma realizzando il metodo Veneto/coreano” in tutto il paese, .

Si è cercato di fermare la piena dell’epidemia a valle rinunciando di costruire una diga a monte per bloccarla e/o rallentarla, commettendo un grave errore strategico.

Occorre modificare la strategia di approccio all’attuale epidemia in corso.

Infatti l’attuale approccio ha causato il caos nella regione Lombardia, con notevole aumento del numero di malati e purtroppo di morti, quindi l’attuale (anticostituzionale) strategia, di effettuare i test solo ai pazienti sintomatici e non cercare ed isolare gli asintomatici, si è rivelata sbagliata con le disastrose conseguenze di questi giorni. Occorre individuare tutti i pazienti asintomatici infetti (80% circa), poiché sono i veri “untori” (come indicato dalla letteratura scientifica internazionale).

Siccome, questi Alti Dirigenti e in particolare il dott. W. Ricciardi hanno consigliato questa strategia, rivelatasi fallimentare, contribuendo tra l’altro alla “strage dei Nonni” in Lombardia e prima che questa strage investa tutto il paese si chiede alla S.V. di sostituirli immediatamente, con dei fautori della strategia Veneto/Coreana che si è dimostrata Efficiente ed Efficace, con personale esperto del territorio ed impegnato in prima linea nel Servizio Sanitario Nazionale.

Non sta a noi farLe dei nomi, ma il dott. Sergio Romagnani, (già Professore di Immunologia Clinica e Medicina Interna, Professore Emerito dell’Università di Firenze) e/o il Dr. Andrea Crisanti, (Direttore della Cattedra dell’Unità Diagnostica di Microbiologia e Virologia dell’Università di Padova) sarebbero una valida alternativa per invertire la rotta e costruire la diga per la protezione dei “Nonni italiani” e della popolazione Italica.

Facciamo questo appello disperato, di cambio di strategia, per fermare la piena ed evitare una strage, ritenuta accettabile dall’attuale staff, ma anticostituzionale ed umanamente non accettabile.

In sintesi occorre oltre alle misure già in essere (isolamento e aumento dei posti letto):

 sorveglianza attiva con ricerca dei contatti (anche con sistemi digitali) ed isolamento di tutti i positivi sintomatici ed asintomatici con coinvolgimento del Dipartimento di Prevenzione;

 ricovero di tutti i pazienti sintomatici in strutture a differente intensità di cura, anche non sanitarie (hotel/navi). Non è possibile una buona assistenza sanitaria a domicilio (improvvisi peggioramenti) dato l’alto numero di pazienti, per mancanza di risorse umani e strumentali;

 sorveglianza e screning ripetuti su tutto il personale sanitario, attualmente fonte di infezioni per la mancata protezione (troppi morti e troppi contagi);

 affidare il coordinamento al “Centro Nazionale per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie” del Ministero della Salute con attivazione del relativo “Piano nazionale di preparazione e risposta a una pandemia influenzale”. Con utilizzo della Protezione Civile a supporto del Coordinamento, come previsto dai regolamenti, e non in sostituzione.

Questo metodo efficace ed efficiente, come ha dimostrato la Corea e il Veneto, ci permetterà di riaprire il paese in modo sicuro bloccando i possibili focolai futuri e sarà un ottimo metodo per successive epidemie (aggiornato periodicamente). Inoltre è da segnalare che molte realtà, in modo autonomo, lo stanno già attuando nel paese con ottimi risultati.

Come per fermare una piena non bastano i sacchi di sabbia a valle, l’attuale strategia non è in grado di fermare la piena dell’epidemia. Il costo, continuando con l’attuale strategia, in vite umane ed economiche sarà enorme.

Il presente documento è stato elaborato analizzando la letteratura nazionale ed internazionale ed integrato dalle opinioni degli operatori sul campo (medici ospedalieri e territoriali).

Documento firmato digitalmente sulla piattafoma www.change.org

Fermiamo la Pandemia - Evitiamo una strage

NO alla strage dei NONNI - Rispettiamo la Costituzione

Per fermare la piena dell’epidemia non serve, come nella piena dei fiumi, aumentare i sacchi di sabbia a valle, bisogna costruire una diga a monte e infine bloccare la sorgente.

La Lombardia è stata la Caporetto moderna -

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