CANNABIS MEDICA:per il diritto alla cura

CANNABIS MEDICA:per il diritto alla cura

Lanciata
3 luglio 2020
Firme: 1.188Prossimo obiettivo: 1.500
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Perché questa petizione è importante

UNITI CONTRO L'IMMOBILISMO.
Appello per firmare questo documento scritto a più mano e inviarlo alle istituzioni.
Questa è l'ulteriore lettera di denuncia che verrà inviata al ministero e i suoi tecnici che continuano a calpestare l'articolo 32 della Costituzione della Repubblica Italiana.

https://www.facebook.com/749579881903881/posts/1480564018805460/

Lettera aperta alla Cortese attenzione del Ministro Speranza,Del Viceministro Sileri, e del Dott. Iachino.

I firmatari di questo documento hanno atteso nella mera speranza di un Vostro intervento sulla nota ministeriale del 23\09\2020, ma ad oggi vediamo nessuna presa di posizione nonostante i numerosi solleciti e lettere aperte che stanno arrivandoVi da illustri personalità.

Le nostre associazioni sono fatte"solamente"di pazienti in terapia con la cannabis medica e proprio per questo la preoccupazione crescente che ha scatenato questa Nota è veramente forte!

Non solo per la confusione sulla produzione di oli, resine o olioresine che dir si voglia che non ci rende sereni, in quanto la stragrande maggioranza di noi è proprio sotto terapia con questi prodotti e non si può permettere di rimanere senza e di vedersi negata una terapia senza nessun motivo realmente serio e con basi scientifiche che ci provino la pericolosità dei prodotti che usiamo!

Ma anche e forse soprattutto per il veto posto alle farmacie di spedirci le nostre terapie direttamente a casa dopo l'invio delle prescrizioni mediche. Molti di noi sono disabili, ,molti di noi sono distanti dalle farmacie con laboratorio galenico attrezzato (che peraltro son molto poche in Italia) e non hanno la possibilità di recarsi fisicamente prima a portare la ricetta poi a ritirare il prodotto, con costi e tempi inimmaginabili per un malato e le loro famiglie!

Ci chiediamo come sia solo possibile immaginare chiedere un simile sacrificio a persone già così provate dalla sofferenza. Inoltre in tutta Italia registriamo nuovamente enormi criticità nel reperire la cannabis medica e la situazione sta diventando insostenibile in un paese dove persino la costituzione ci dovrebbe dare garanzie attraverso l'art.32.

La disponibilità di alcuni fitocomplessi ,FM2, Bediol, Bedica e Pedanios 22 in primis sta mettendo in crisi la possibilità di continuità terapeutica di migliaia di pazienti.

Le farmacie sia territoriali che ospedaliere, non hanno approvvigionamenti costanti e quindi ci si ritrova in una situazione a macchia di leopardo, in molte regioni i malati si sono trovati in condizioni veramente terribili, senza alcun fornitura per intere settimane, persino in ospedali pubblici con bambini in terapia. Non possiamo continuare a registrare in ogni regione d'Italia appelli di pazienti che non riescono a seguire con continuità una terapia fatta proprio per patologie croniche in malati farmacoresistenti.

Mossi da profonde preoccupazioni e dal bisogno di doverci curare come previsto dai nostri piani terapeutici, siamo nuovamente a portare alla Vostra attenzione alcune richieste e problematiche:

1) questa nota ministeriale venga al più presto SOSPESA o ABOLITA;

2) la cannabis ad uso medico sia dispensata secondo e stesse modalità di tutti gli altri farmaci prescrivibili e per i quali e per i quali è prevista l'erogazione tramite SSN;

3) sia garantita la continuità terapeutica necessaria tramite il giusto apporto di importazione e produzione;

4) sia integrato l'elenco delle patologie degli aventi diritto all'accesso alla terapia e alla sua erogazione tramite SSN;

5) sia assicurata ed aumentata l'importazione dei prodotti a seconda delle necessità reali di noi pazienti e non venga a mancare la fornitura di quelli italiani da parte dello Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze;

6) siano previsti e attuati in breve tempo corsi di formazione per tutti i medici, compresi i MMG;

7) sia incentivara la ricerca sui tumori,malattie neurodegenerative, epilessia e su meccanismo di funzionamento della cannabis , prevedendo fondi ad hoc anche per studi indipendenti coordinati dalle regioni;

8) siano seriamente prese in considerazione iniziative di produzione regionale di cannabis a fini terapeutici con elevati standard di qualità medica, rivolgendosi a produttori seri e certificati, italiani od esteri.

9) siano avviate le attività per definizione , all'interno del codice della strada , dei criteri che consentano il rinnovo delle patenti di giuda con la definizione dei limiti entro i quali, a fronte di un uso terapeutico dimostrabile ed accertabile mediante prescrizioni mediche , non si incorra nelle limitazioni legate all'uso di sostanze stupefacenti.

10) i piani terapeutici e le prescrizioni possano essere "dematerializzate";

11) che venga chiarito il decreto del 1\10\2020 riguardante il "cannabidiolo" o almeno specificare che non fa riferimento a prodotti allestiti nei laboratori galenici.

A tal proposito in seguito a questo documento ed ai documenti precedentemente inviati tramite pec al ministero della salute , ai funzionari del ministero ed alla ex Ministra della salute Grillo nel 2019,2018 e 2017.

                                                     CHIEDIAMO

URGENTE apertura tavolo tecnico con la nostra presenza per definire e risolvere almeno i punti sopra citati.

Cordiali Saluti 

Santa Sarta

Comitato Pazienti Cannabis Medica

 

 

Il Comitato Pazienti Cannabis Medica nasce con l’obiettivo di diffondere la conoscenza dei benefici che persone con particolari patologie possono trarre dai trattamenti a base di fitocannabinoidi.

L’obiettivo del Comitato è dunque quello di favorire un cambiamento culturale verso la cannabis medicale, stimolare una maggiore divulgazione scientifica in materia, promuovere attività di ricerca e formazione per medici, farmacisti e pazienti, così da contrastare falsi miti sulla cannabis e scoraggiare il ricorso al mercato illegale. 


La scarsa disponibilità di fitocannabionoidi presso le farmacie e la reticenza di alcuni medici nel prescrivere la terapia e la carenza delle adeguate varietà di cannabis hanno infatti spinto molti pazienti a cercare nel mercato illegale, le cure che dovrebbero essere erogate dal SSN. 


Proprio da questa consapevolezza, il Comitato si adopera per permettere a tutti i cittadini italiani di poter usufruire della cannabis terapeutica alle stesse condizioni, cercando di ottenere da parte di tutte le Regioni l’erogazione a carico del SSN dei fitocannabinoidi. 


Il nostro appello alle Istituzioni


Per garantire ad ogni paziente il diritto alla Cura, il Comitato ha rilevato alcune criticità del settore, che vi riportiamo di seguito, nella speranza che il suo intervento possa contribuire ad alleviare le sofferenze di tanti pazienti, garantendo ad ogni cittadino di non essere discriminato in base alla propria malattia, o ancora più tristemente, giudicato in base alla terapia necessaria a contrastarla. 


Carenza e lotta all’illegalità

L’attuale quantità disponibile di Cannabis in Italia non è sufficiente a soddisfare i bisogni dei pazienti. Solo nel momento in cui verrà garantita la continuità terapeutica a tutti i pazienti, la possibilità di curarsi con prodotti standardizzati e di qualità, senza attese interminabili, stop burocratici e incertezza sulle norme, lo Stato italiano riuscirà a contrastare efficacemente il ricorso dei cittadini al mercato illegale.


Approvvigionamento e rispetto della patologia

L’attuale sistema di approvvigionamento poggia sulla produzione dello Stabilimento Chimico farmaceutico Militare di Firenze e sulle importazioni dall’Olanda e dall’estero non riuscendo tuttavia a garantire, purtroppo, una adeguata quantità e varietà di prodotto. Per noi pazienti è difficile accettare che lo Stato si rifiuti di comprendere che ogni volta che un paziente utilizza una tipologia di cannabis medica differente da quella che il medico ha inizialmente pensato per lui, i benefici che il paziente ne deriva sono considerevolmente inferiori, quando non nulli. Come pazienti, chiediamo che lo Stati non ci chieda di decidere tra curarci male o non curarci affatto, assumendosi la responsabilità di organizzare l’approvvigionamento di cannabis pensando alle reali esigenze del paziente e non a terminare le scorte dello SCFM prima di procedere a nuovi acquisti. 


Armonizzare la disciplina della rimborsabilità su tutto il territorio nazionale

La malattia non ha residenza, eppure, il trattamento riservato ad un paziente che necessita della cannabis è molto diverso in ogni Regione d’Italia. Armonizzare su tutto il territorio nazionale la platea delle patologie per le quali è prevista la rimborsabilità della cannabis terapeutica non dovrebbe essere una scelta politica ma un obbligo morale. I sintomi non conoscono confini, non dovrebbero conoscerne neanche le cure.


Accesso alla cura e formazione

A differenza di ogni altra patologia, le persone che hanno diritto ai trattamenti con cannabis terapeutica non riescono facilmente a trovare medici disposti a prescrivere le terapie di cui hanno bisogno o una farmacia in grado di preparare in modo adeguato le ricette galeniche. L’attività di informazione operata dal Comitato può essere sufficiente a sensibilizzare la comunità locale ma è la politica che ha il compito di permettere il progresso dell’intera comunità. Chiediamo dunque allo Stato di prendere in carico le nostre richieste e garantire a medici e farmacisti l’adeguata formazione sulla materia. 


Ricerca

Chiediamo allo Stato di agevolare la ricerca in materia, permettendo a centri di ricerca e alle università di approfondire l’efficacia dell’impiego della cannabis, garantendo l’adeguata ricerca e sperimentazione sulla qualità e la sicurezza della cura anche attraverso l’approvvigionamento dell’adeguata quantità di ogni varietà di cannabis utilizzata in Italia pertrattare i pazienti. 

 

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