Ripartiamo col Piede giusto, difendere l'ambiente vuole dire difendere la salute

Ripartiamo col Piede giusto, difendere l'ambiente vuole dire difendere la salute

Lanciata
26 aprile 2020
Firme: 435Prossimo obiettivo: 500
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Perché questa petizione è importante

Lanciata da Green Italia Campania

Ripartiamo col Piede Giusto

Appello a Sindaci e Presidente della Regione Campania


La fase più critica di questa Pandemia sta per essere superata e adesso è il momento di ripensare alla ripresa socioeconomica della nostra comunità. Un fatto inequivocabile è che la vita non sarà più la stessa. Tuttavia, seppure sembra difficile immaginarlo ora, può e deve diventare migliore. Questa tragedia ci ha reso consapevoli che le trasformazioni che l’uomo ha messo in atto nel pianeta terra hanno comportato danni e conseguenze gravissime. Questa pandemia ne rappresenta uno dei tanti aspetti.

Uno studio avviato dalla Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA), redatto in collaborazione con le Università di Bari e di Bologna, pone l’attenzione sull’effetto dell’inquinamento da particolato atmosferico e la diffusione di virus nella popolazione, individuando il ruolo del particolato atmosferico come “carrier”, cioè come vettore di trasporto e diffusione per molti contaminanti chimici e biologici, inclusi i virus, e la sua condizione di substrato che può permettere al virus di rimanere nell’aria in condizioni vitali.

Sembra accertato che a livelli più alti di inquinamento atmosferico corrisponda una più larga diffusione dei virus.

Non dobbiamo trascurare il fatto che l’inquinamento dell’aria, a prescindere dall’attuale pandemia, provoca in ogni caso numerosi morti premature in Europa e l’Italia ha il valore più alto dell’Ue di decessi prematuri per biossido di azoto (NO2, 14.600 persone/anno stimate).

Questo dato impone una riflessione. Soprattutto destano meraviglia le immagini dell’aquila minore avvistata a Napoli, le foto che riprendono le acque ora cristalline di Posillipo e ancor più stupefacente la ritrovata purezza delle acque del fiume Sarno.

I commenti di tutti noi, che ascoltiamo e leggiamo sui social, confermano la riscoperta di una natura finalmente ritrovata. Quanti in questi giorni si sono risvegliati con il sottofondo del cinguettio degli uccelli e hanno potuto aprire le finestre per far entrare in casa un’aria finalmente pura. Questa è sicuramente una conquista insperabile.

Non possiamo, non dobbiamo tornare indietro.

E’ l’occasione per cominciare a pensare ad un diverso modo di vivere il nostro Paese, e ad un diverso significato della parola “sviluppo” da intendere non più solo come impulso a crescere e consumare, e quindi a ridurre i servizi ecosistemici.

Il premio Nobel per l’economia Kenneth Boulding affermava “Chi crede che sia possibile una crescita infinita in un mondo finito o è un pazzo o è un economista”.

E’ da qui che dobbiamo ripartire col piede giusto, da questa consapevolezza e ripensare quindi il concetto di opere pubbliche, opere che, come dice il nome, devono servire al pubblico, alla collettività.

Ebbene, se nella ricostruzione del dopoguerra alla collettività servivano le strade, i porti, e altro ancora, ora a noi tutti servono estese aree verdi urbane integrate in un sistema di verde, interventi diffusi per prevenire e mitigare il dissesto idrogeologico, tutelare la risorsa acqua.

Cosa si deve intendere oggi per infrastrutture? Soluzioni per combattere l’inquinamento e ridurre l’effetto del riscaldamento globale, iniziative per tutelare e garantire i servizi ecosistemici, la ricerca scientifica.

Sicuramente anche l’economia ha un ruolo. Quali imprese vanno aiutate? Certamente non quelle che inquinano e consumano suolo perché hanno un costo ambientale e sanitario troppo alto e insostenibile per tutti noi. Rappresentano un modello vecchio e superato dagli eventi e dalla storia recente.

Va avviata una riconversione ecologica dell’economia aiutando le imprese sostenibili o che si riconvertono ad esempio:

edili che riqualificano l’esistente o demoliscono e ricostruiscono senza consumo di suolo e senza aumento di volumetria;
agricole che fanno agricoltura biologica;
quelle che lavorano al recupero delle materie prime seconde;
quelle che innescare sistemi di economia circolare lavorando al recupero delle materie prime seconde e riconvertendo la produzione utilizzando solo materiali riciclabili;
quelle che producono pannelli fotovoltaici;
le aziende turistiche che operano un turismo sostenibile e rispettoso del territorio.
La Campania nella gestione dell’emergenza si è distinta per azioni forti ed efficaci ma deve proseguire in un percorso coraggioso e radicale, trasformando in opportunità questa crisi ed avviando un processo di riconversione ecologica, unica strada per riavviare l'economia e contemporaneamente tutelare la salute dei cittadini.

 

E' necessario un Green New Deal Regionale per migliorare le capacità di gestione dell’emergenza ma ancor di più per evitare di arrivare a situazioni critiche di emergenza, come quella che stiamo vivendo, mettendo in campo azioni finalizzate alla prevenzione di tutte le possibili catastrofi che se si sovrapponessero sarebbe un disastro. (vedi in questi giorni il terremoto in Irpinia).

Azioni che devono essere sinergiche a quelle tese alla valorizzazione e sviluppo di un territorio difficile ma ricco di bellezza e risorse.

Appare chiaro che, ora più che mai, è necessario ridefinire i modelli di trasformazione dei nostri territori affidando alla tutela della salute e, quindi alle tematiche ambientali, un ruolo primario.

Le azioni che suggeriamo in questa seconda fase sono solo alcuni esempi e proposte di gestione emergenziale, ma auspichiamo una riflessione generale finalizzata a individuare strumenti di concertazione condivisa finalizzati alla ridefinizione della programmazione regionale in un ottica di sostenibilità ambientale.

I temi da affrontare sono molteplici a partire dalla valorizzazione dei Parchi, che costituiscono un polmone di verde essenziale per mantenere alta la qualità dell’aria e che in questo particolare momento possono diventare valvola di sfogo per un turismo sostenibile e responsabile in ambito regionale.

Il Turismo con’implementazione di percorsi guidati, sia naturalistici sia culturali sia urbani, progettata con il coinvolgimento di guide turistiche, musei e parchi, e il supporto di attrezzature informatiche, app etc. e tecnologie di distanziamento, consentirebbe nel prossimo futuro uno sfogo per i residenti campani e una piattaforma di lancio a lungo termine per la ripresa del turismo sostenibile e responsabile.

 

Auspichiamo nuovi modelli di città riorganizzate in strutture policentriche composte da aree urbane funzionalmente autonome e dotate dei principali servizi per ridurre in modo incisivo gli spostamenti e il ricorso al trasporto rapido di massa, in particolare le metropolitane.

Città nelle quali sia possibile una vita a Km. zero e nelle quali potersi muovere per raggiungere i luoghi di destinazione senza necessariamente condividere gli spostamenti in condizioni di pericoloso affollamento, con soluzioni progettuali che invece favoriscano in maniera prioritaria i modi della mobilità attiva (piedi, bici) e della micro mobilità.

Il fallimento della pianificazione fondata sul metodo dello zoning, che ha portato alla realizzazione delle città dormitorio, lascia il posto ad una nuova visione che prevede la realizzazione di aree mixitè in cui sono presenti diverse funzioni urbane integrate.

In tal modo il modello di città sviluppatasi negli ultimi decenni, metropoli e megalopoli con aree funzionali separate e quindi con la necessità dello spostamento di ingenti quantità di persone, potrà lasciare il passo a modelli di micro città a misura d’uomo, in una visione rinascimentale di città ideale resa possibile dall’evoluzione tecnologica.

 

La mobilità è sicuramente uno dei temi da affrontare prioritariamente e con maggiore forza: investire su mobilità pubblica e tecnologie digitali, e incentivare mobilità ciclopedonale anche con azioni decise di contenimento e contrasto all’utilizzo dell’auto.

Le misure applicate in questi giorni per il distanziamento hanno accentuato le problematiche sociali.

E’ necessario garantire i servizi sociali alle fasce deboli della popolazione (anziani, diversamente abili etc) con un organizzazione agile ed efficiente, utilizzando mezzi di trasporto ecologici.

Si pensa a team di figure professionali, presenti sul territorio, che seguano in maniera costante a distanza ed intervengano tempestivamente sul posto quando necessario.

Il riutilizzo di parte del Real Albergo dei Poveri a Napoli così come il riuso e ristrutturazione di vecchi immobili comunali possono essere la soluzione per ospitare i malati in quarantena o le persone in difficoltà.

Attiviamo in modo continuativo nuove forme di gestione del lavoro quali lo smart working.

 

La scuola deve valorizzare esperienze ecologiste come la scuola all’aperto, nei parchi e nei boschi, nelle aziende agricole delle aree rurali, che consenta alle bambine e bambini di riappropriarsi del rapporto con la natura e utilizzi il metodo dell’apprendimento per esperienza diretta, mediante laboratori creativi, percorsi sensoriali ed esplorazione.

Infine si rende necessario rivedere il sistema sanitario di base con la valorizzazione della rete dei medici di base, opportunamente dotati di attrezzature, e la strutturazione di punti di intervento che operino in modo agile e tempestivo, anche questo utilizzando mezzi di trasporto elettrici.

 

Di seguito riportiamo a titolo esemplificativo gli approfondimenti di alcune delle tematiche che riteniamo più rilevanti, per ripartire col piede giusto

 

 

Mobilità al tempo del Coronavirus.: Fase 2: Che fare?

 

 

Definire i contenuti di piani "agili" e di veloce attuazione (Piani Mobilità Emergenza Covid - PMEC) prevalentemente indirizzati a individuare soluzioni a breve termine per evitare l'incremento degli spostamenti con le auto, migliorare l'offerta di trasporto pubblico con l'aumento della velocità commerciale attraverso provvedimenti e interventi per l'attivazione di vaste ZTL e Zone 30, percorsi ciclabili di emergenza attraverso semplici operazioni di riduzione della carreggiata e di segnaletica specifica per le corsie ciclabili.
Imporre ai comuni la redazione del PMEC entro 30 gg e la successiva sua immediata applicazione, utilizzando fondi disponibili dagli art. 7 (multe) e 208 (parcheggi) del Codice della strada.
Prevedere buoni della mobilità per l'utilizzo di taxi sharing, servizio da coordinare con la partecipazione delle associazioni di categoria per l'individuazione di itinerari predefiniti nelle principali città.
Favorire, anche finanziariamente e con l'utilizzo di giovani come accompagnatori, l'attivazione di servizi di piedibus per gli spostamenti degli alunni delle scuole.
Prevedere finanziamenti per l'attivazione in tempi brevi di servizi di bike e car sharing nelle principali città.
Prevedere prestiti a tasso zero e quote di finanziamento per l'acquisto di bici, anche a pedalata assistita, e vettori di micromobilità (monopattini elettrici, segway)
Finanziare interventi tesi a favorire la mobilità pedonale, migliorando l'utilizzo della rete pedonale di struttura, comprensiva anche dei percorsi delle scale cittadine, attraverso interventi di messa in sicurezza degli itinerari (illuminazione, pavimentazioni, videosorveglianza, segnaletica).
Predisporre tutte le opportune misure di sanificazione per il corretto utilizzo di ogni sistema di trasporto e segnaletica luminosa esterna alle vetture per comunicare la quantità di posti disponibili.


Smart working: da misura straordinaria a modalità ordinaria

 

Lo smart working, che è stato necessario attuare per l'emergenza sanitaria, deve diventare una modalità ordinaria per tutte quelle categorie di lavoratori che non sono strettamente legati alla produzione materiale dei beni (agricoltura, industria, edilizia), alla loro distribuzione (commercio all’ingrosso e al dettaglio, consegna delle merci ecc.) e a tutte quelle funzioni che richiedono la presenza fisica (ordine pubblico, sanità, realizzazione e manutenzione di infrastrutture ecc.).

L’utilizzo di questa modalità di lavoro, per almeno un terzo dei giorni lavorativi da parte della pubblica amministrazione e delle aziende private, porterebbe molti vantaggi che si possono così riassumere:

Riduzione massiccia degli spostamenti urbani, del traffico e dell’inquinamento
Abbattimento dei contatti fisici ravvicinati tra le persone nei luoghi di lavoro e del conseguente rischio di nuovi contagi
Miglioramento della qualità della vita delle persone, con ricadute positive in campo sociale ed economico (maggiore tempo disponibile per la cura e l’educazione dei figli, l’assistenza ad anziani e disabili, le attività culturali e ricreative)
Risparmio per le aziende per il Ticket pasto
Le aziende private che scelgono di attuare e di estendere questa modalità ordinaria di lavoro per i propri dipendenti possono essere incoraggiate attraverso varie forme di premialità, dagli sconti fiscali all'inserimento tra i requisiti preferenziali o obbligatori per accedere a gare ed appalti pubblici, ma anche con supporto formativo gratuito per i dipendenti in questa fase di transizione.

 

 

Scuole: nuove forme della didattica

 

Il lockdown ha evidenziato la fragilità di un sistema scolastico su cui l’Italia ha smesso di investire da troppi anni, creando una frattura tra il mondo reale e quello che la scuola stessa propone ai cittadini del futuro. Di colpo i ragazzi delle superiori hanno scoperto in smartphone e tablet oggetti da utilizzare per potenziare l’apprendimento e scoprire competenze, anziché da proibire come nei regolamenti.

Ma questo riscoperto strumento rischia di diventare il simbolo della “segregazione”, dato che le strutture scolastiche, come sono state progettate negli ultimi decenni, hanno un rapporto con lo spazio che difficilmente permetterà il distanziamento sociale necessario in questa fase per svolgere in sicurezza tutte le funzioni che la scuola ricopre nella vita di bambini e adolescenti: studio, socializzazione, sviluppo armonico di mente e corpo, esercizio al confronto con pari e adulti. Difficile ristrutturare in tempi brevi gli spazi scolastici con una concezione del rapporto aperto-chiuso più sano, laddove anche le scuole più antiche, concepite all’inizio del XX secolo per svolgere tante attività all’aria aperta con cortili e palestre fruibili da gran parte delle classi nelle belle giornate, hanno visto un ridimensionamento di tali spazi con destinazione a parcheggi e/o coperture anche di dubbio gusto.

Negli ultimi anni l’intervento di agenzie educative diverse dalle canoniche, entrate nella scuola pubblica, in particolare quella superiore, per creare occasioni esperienziali col mondo del lavoro, ha proposto spazi per l’apprendimento destrutturati e creativi. Tra questi musei ed ecomusei, parchi archeologici e naturalistici, facoltà universitarie per la formazione di educatori e pedagoghi.

Tali istituzioni potrebbero giocare un ruolo importante nella cosiddetta fase 2, rendendo disponibili spazi e risorse, per venire incontro al mondo della scuola nel mentre si lavora per ripensare spazi sostenibili, più ampi e vivibili. Spazi che mettano al centro la persona con la sua creatività, in cui gli allievi possano sentirsi protagonisti dell’esperienza educativa.

In merito esiste un significativo filone di ricerca che tiene insieme scienze bio-educative per un approccio embodied alla formazione.

 

 

Sanità vicino ai cittadini, sul territorio e anche fuori dagli ospedali

 

Si propone l'istituzione di unità mobili "corona taxi" con auto elettriche e allestite ad hoc costituite da 1 medico 1 infermiere, e possibilmente anche 1 psicologo e 1 assistente sociale, che possano rispondere alle chiamate di cittadini con febbre sospetta covid e, valutata la situazione clinica, inizino tempestivamente la terapia, onde evitare accessi critici in ospedale. L'assistente sociale può rispondere alle esigenze di indigenza familiare eventuale e lo psicologo alle criticità che la quarantena ha determinato in famiglia.

 

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