Ci metti la firma? Per un accesso più equo alle elezioni

Ci metti la firma? Per un accesso più equo alle elezioni

Lanciata
19 agosto 2019
Petizione diretta a
Camera dei deputati e
Firme: 156Prossimo obiettivo: 200
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Lanciata da Gabriele Maestri

Non sappiamo quando gli Italiani saranno chiamati a votare per rinnovare il Parlamento: se tra pochi mesi, tra un annetto o alla scadenza naturale della legislatura, nel 2023. Prima di pensare all'esito del voto c'è però un problema piuttosto grave da affrontare e che prescinde dalla data di ritorno alle urne: quello dell'accesso alle elezioni, legato all'istituto della raccolta delle firme.

La legge prevede la raccolta delle sottoscrizioni per dimostrare che una forza politica può contare su un minimo di seguito e dunque la candidatura è seria (leggi qui per saperne di più). Oggi servono tra le 1500 e le 2000 firme in ogni collegio plurinominale (ridotte della metà in caso di elezioni anticipate): un compito difficile, in un momento in cui i partiti sono in crisi, con scarsa presenza sul territorio. I cinque partiti che però hanno un gruppo parlamentare in entrambe le Camere (MoVimento 5 Stelle, Partito democratico, Lega, Forza Italia, Fratelli d'Italia) sono esonerati per legge dalla raccolta firme: lo sforzo devono farlo tutti gli altri gruppi politici (vecchi, nuovi, in formazione, persino quelli presenti in Parlamento ma senza simbolo alle elezioni). 

Questa situazione è insostenibile e occorre fare qualcosa, soprattutto se si dovesse tornare al voto in autunno, con questa legge elettorale, dunque con una situazione di sostanziale sbarramento all'ingresso. Bisognerebbe innanzitutto abbassare di molto il numero di firme da raccogliere - almeno dimezzandolo - ed eliminare tutte le esenzioni, perché chiunque voglia correre alle elezioni faccia almeno il piccolo sforzo di farsi presente tra la gente. In più, sarebbe opportuno prevedere che la raccolta di firme non si faccia più sulla lista dei candidati (come si è fatto finora), ma sul simbolo della lista (il testo normativo potrebbe essere questo): se "mettere la firma" serve a testimoniare la serietà della candidatura, ha senso firmare solo sul simbolo, mentre toccherà al singolo partito candidare persone gradite agli elettori (e se non lo farà, si assumerà la responsabilità di non farsi votare). 

Con queste due modifiche, la competizione elettorale sarebbe più equa, senza sbarramenti all'ingresso e con una maggior responsabilità in capo alle forze politiche. Che a quel punto non avrebbero più scuse: niente esenzioni, niente "regali tagliafirme ad hoc" per rimediare a strepiti o lamentele, niente liste cambiate nel momento sbagliato all'insaputa degli elettori, nessuna colpa scaricabile sugli elettori che avevano firmato per la presentazione di candidati impresentabili. Il risultato finale sarebbe frutto sì della valutazione degli elettori, ma prima ancora delle scelte dei partiti sulle candidature. Chi, tra i parlamentari e gli elettori, è disposto a metterci la firma?

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