Rivoluzione fiscale delle Partite Iva - Cambiamo per davvero il fisco italiano!

Rivoluzione fiscale delle Partite Iva - Cambiamo per davvero il fisco italiano!

Lanciata
31 gennaio 2020
Petizione diretta a
Presidenza del consiglio dei ministri, Governo Italiano
Firme: 545Prossimo obiettivo: 1.000
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Perché questa petizione è importante

Lanciata da Vladimiro Guida

Nell'era della globalizzazione, delle liberalizzazioni, delle privatizzazioni avendo venduto la banca di Stato ed adottato una moneta forte come l'Euro, avendo firmato il Fiscal Compact, il Pareggio di Bilancio, relegato la sovranità ai tecnocrati di Bruxselles, tutte le aziende Italiane sono a rischio chiusura per fallimento.

Non è possibile competere con le Nazioni che hanno economie fiscali, salari, diritti dei lavoratori al ribasso rispetto al nostro sistema economico. Se poi gli viene concesso lo spazio per operare all'interno dello Stato italiano con un'economia di vantaggio, norme sopranazionali, violazione delle norme italiane, e la possibilità di aprire attività commerciali, per le PI italiane non esiste scampo!

Non è normale che un'azienda straniera possa avere regimi Iva agevolati e superare ogni forma di norma nazionale alla quale invece ogni azienda con codice fiscale italiano deve sottostare e qualora l'azienda italiana per difendersi dovesse aprire la sua posizione Iva in un altro Stato per operare in Italia, gli verrebbe contestata l'estero-vestizione.

Per ripartire bisogna frenare merci e servizi a basso costo in entrata nel nostro Paese dagli altri Stati ed intervenire all’interno dello Stato per pretendere il rispetto delle regole, dei controlli serrati sul lavoro abusivo e irregolare.

Non possiamo permettere l'ingresso di merci e servizi di cui lo Stato italiano può farne a meno e non possiamo permettere aperture di partite Iva incontrollate senza un piano commercio adeguato che possa permettere ad ogni imprenditore di sviluppare non solo il suo business, ma assumere e formare altri lavoratori che saranno gli imprenditori di domani. 

Numerosi lavoratori (le partite iva sono lavoratori) non hanno più diritti e nemmeno gli spazi per poterli riconquistare. Noi italiani dobbiamo avere la forza ed il coraggio di avanzare delle proposte concrete, crederci fino in fondo e lottare!

Dobbiamo impegnarci a sensibilizzare l'opinione pubblica a fare fronte comune tra imprenditori, lavoratori e tutte le parti civili!

Bisogna assolutamente fermare questa deriva capitalista dove il 10% della popolazione globale detiene le ricchezze del resto della popolazione.

Di seguito una serie di punti all'ordine del giorno che le partite iva, i lavoratori e le parti civili devono esigere dall’attuale governo, previe le sue dimissioni o una fase di non ritorno all’interno del mercato globale dove si concorre senza alcuna regola: 

  1. Possibilità di costituire nuove società senza obbligo del notaio e a 0 euro a socio ed amministratore unico o con più soci e amministratori aventi tutti le stesse norme inquadrando la figura dell'amministratore come dipendente al 15% della contribuzione rispetto alla busta paga. L'azienda dopo massimo tre bilanci in perdita verrà prima assegnata ai lavoratori e diversamente confiscata dallo Stato;
  2. Tre tipi di aziende: impresa singola, Srl, Spa, costituibili solo provando il titolo abilitante e/o l'esperienza, ma non in concorrenza nei confronti di chi si è lavorato e dividendi per i soci tassati al 5%;
  3. Qualsiasi costo sostenuto per l'impresa o per se stessi potrà essere detratto e l'Iva dovrà essere sempre compensata orizzontalmente e verticalmente in quanto costituisce sempre un plafond;
  4. Imposta fissa al 5% per utili fino a € 100.000, del 10% fino a € 250.000 e del 15% da € 251.000 per tutti i tipi di imprese;
  5. Accordi tra aziende e lavoratori escludendo i contratti collettivi nazionali, prevedendo un salario minimo, ore settimanali e mensili massime, turnazioni maggiorate fino al massimo del 20% rispetto agli accordi, premi di produzione non tassati;
  6. Contributi previdenziali al 15% rispetto al salario minimo previsto per la tipologia di lavoro del lavoratore, (se l'azienda corrisponde un salario maggiore o dei premi, non potranno essere tassati) e trattenute dell' 8% sul lavoratore;
  7. Maternità, malattia, infortunio estesi all'imprenditore, all'amministratore ed ai soci lavoratori, nella misura utile a permettere il rientro in azienda. Per i lavoratori, la malattia, la maternità, gli infortuni non potranno essere a carico per l'azienda nemmeno per un giorno. Per entrambe le categorie controlli serrati e sanzioni amministrative e penali con possibilità di conversione a lavori di pubblica utilità;
  8. Scontrini, fatture e ricevute elettroniche con pos gratuiti con rete telefonica gratuita e istituzione di un circuito di moneta interno statalizzato;
  9. Aperture di aziende solo se residenti da almeno 10 anni in Italia o con amministratore italiano, provanti l'esperienza e il titolo acquisiti nel settore;
  10. Super dazi a merci e servizi di cui il consumatore potrebbe servirsi dal suo Stato, anche nelle vendite on line;
  11. Azzeramento dei dazi per le materie prime di cui lo Stato non ha l'approvvigionamento;
  12. IVA al 35% per le merci e i servizi esteri, anche venduti on line, previo l'oscuramento immediato del portale web;
  13. IVA allo 0% su carburanti, energia, telecomunicazioni, alimenti, medicine, istruzione e tutto quanto di prima necessità italiano e al 6% per gli hotel, i ristoranti, e le attività destinate al tempo libero, ricreative, sportive e al 10% per tutto il resto non compreso;
  14. Tassi di fido all' 1,5% e obbligo per le banche private di affidare importi, mentre i prestiti alle imprese effettuati dalla banca di stato non potrà produrre interessi;
  15. Abolizione di ogni imposta che colpisce il possesso, la proprietà o il passaggio di beni mobili ed immobili, come a esempio il canone RAI, la Siae, il bollo auto, etc..
  16. Piano commercio, agricoltura, pesca, industria, trasporti e turismo unico secondo il reale fabbisogno e una reale strategia Paese;
  17. Liberalizzazione di farmacie, tabacchini e studi notarili;
  18. Statalizzazione di trasporti, energia, telecomunicazioni, sanità, istruzione, e della produzione strategica;
  19. Richiesta di polizza fidejussoria pari al maggior investimento e al maggior business per gli stranieri che intendessero costituire un'attività sul territorio nazionale, rinnovabile con il crescere del prelievo fiscale, previa la confisca;
  20. Inserimento e alternanza scuola lavoro obbligatorio fino a 25 anni, leva obbligatoria;
  21. Abolizione dei sindacati per alto tradimento e abolizione dei commercialisti e servizio offerto gratuitamente dall'agenzia delle entrate, che dovrà essere l'unico e solo ufficio di riferimento;
  22. Abolizione del reddito di cittadinanza, creazione di veri incentivi alle fasce deboli e dimissioni del governo se non legifera in favore dei seguenti punti e di ulteriori di interesse nazionale che potranno confluire nella seguente petizione;
  23. Responsabilità penale e amministrativa con consequenziale confisca dei beni anche all'estero per i giudici che non chiuderanno il fascicolo entro 6 mesi o/e che non applicheranno la legge. Per i contratti sottoscritti e disattesi, procedura immediata di recupero  degli eventuali importi con confisca dei beni ed erogazione di sanzioni pecuniarie e penali convertibili in lavori socialmente utili. Per iscrivere una causa a ruolo non ci dovrà essere alcun costo e la controparte giunta a sentenza di condanna sarà l'unica parte a dovere risarcire lo Stato. Gli avvocati dovranno essere messi a disposizione dal tribunale a titolo gratuito;
  24. Impianto sanzionatorio pari ad erogazione di pene detentive o attività sociali di riabilitazione per chi non paga i salari, non paga le tasse, non paga i fornitori e non rientra dei prestiti.

È importante che a firmare siate in tanti. Più saremo e meglio potremo muoverci per dare il via ad una vera e propria rivoluzione, che partirà dall'occupazione delle sedi delle Agenzie delle entrate d'Italia.

E dovremo farlo ad oltranza fino a quando questo programma non sarà approvato! Ma non sarà l'unica e sola azione di lotta!

Dobbiamo essere coscienti che questi partiti e movimenti liberali, europeisti e globalisti non potranno mai farsi carico delle nostre istanze, ammesso e concesso che in Italia la politica conti davvero qualcosa, visto che gli ordini vengono da Bruxselles, dal capitale e dalla grande finanza. Però dobbiamo provare la strada del dialogo e per questo dopo una raccolta firme sostanziale, proveremo ad ottenere tre incontri e successivamente passeremo alle vie di fatto e di diritto! 

Dalla petizione alla vera rivoluzione, forza e coraggio, volere e potere! 

E' ora di agire, di dire basta!

Avanti popolo, fermiamo loro prima che loro fermino noi!

Il buon esito dipende solo ed esclusivamente dalla nostra capacità di fare fronte comune! Condividete e fate firmare...

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Decisori

  • Presidenza del consiglio dei ministri, Governo Italiano