I PINI DI ROMA SONO MALATI E, SENZA UN INTERVENTO IMMEDIATO, SONO CONDANNATI A SCOMPARIRE.

I PINI DI ROMA SONO MALATI E, SENZA UN INTERVENTO IMMEDIATO, SONO CONDANNATI A SCOMPARIRE.

Lanciata
11 marzo 2021
Firme: 1.613Prossimo obiettivo: 2.500
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I pini di Roma sono stati attaccati da un parassita terribile, la cocciniglia tartaruga (Toumeyella parvicornis) e, se non si interviene immediatamente, il paesaggio arboreo di Roma, che ha ispirato poeti e pittori di tutto il mondo, è destinato a cambiare per sempre: danni incalcolabili per la Capitale e per i suoi cittadini.

La cocciniglia tartaruga è un insetto che si diffonde in modo esponenziale, si nutre voracemente della linfa degli alberi producendo una sostanza viscosa, detta melata, che si annerisce a causa di un fungo (detto fumaggine) e ricopre gli aghi dei pini impedendo la fotosintesi e facendo seccare l’albero.

Tra pochissime settimane, con l’aumento della temperatura, l’infestazione riprenderà ad espandersi intaccando i pochi alberi ancora sani e uccidendo quelli già attaccati, e si dirigerà rapidamente verso la Toscana, l’Umbria e l’Emilia Romagna.

Cosa perdiamo davvero?

1. un elemento centrale e caratterizzante dell’ambiente naturale di Roma e l’asse portante del suo patrimonio arboreo. Il pino domestico, infatti, è albero simbolo del nostro Paese (nei paesi anglosassoni è noto come “italian stone pine” e in Francia come “Pin d’Italie”).

2. Una potentissima arma di contrasto all’inquinamento atmosferico, sia sotto il profilo dell’abbattimento delle PM10, che del sequestro della CO2 (un pino domestico adulto abbatte 16,08 g di polveri sottili al giorno e sequestra 1 quintale di anidride carbonica ogni anno).

Ma i pini non sono inadatti al contesto urbano? 

NO! Quest’affermazione è il retaggio di preconcetti ampiamente superati dalla scienza. È sufficiente saper proteggere le loro radici come le moderne tecniche consentono di fare.

Cosa è stato fatto sinora per affrontare il problema?

PRATICAMENTE NULLA. Benché il parassita sia giunto in Italia nel 2014 (in Campania per l’esattezza, devastandola), solo nel 2020 il Servizio Sanitario Nazionale ha prodotto delle Linee Guida (peraltro già in corso di revisione!) e Roma Capitale ha avviato una “sperimentazione” tardiva, inutile e di nessuna valenza scientifica, oltre che ampiamente superata dagli studi condotti dall’Università Federico II di Napoli.

Per sei anni i Servizi Fitosanitari delle regioni colpite (Lazio e Campania) e l’Amministrazione di Roma Capitale hanno assistito inerti alla diffusione del fenomeno. A causa di questo ritardo, ad oggi:

-        sono state distrutte vaste pinete nel litorale campano;

-        la cocciniglia si è diffusa nell’area romana, interessando oramai tutto il territorio entro il perimetro del GRA ed oltre, da Saxa Rubra a nord, alla via Ardeatina, alla Laurentina al Divino Amore/Trigoria e alla Cristoforo Colombo a sud – sud est, fino al mare, oltre, ancora, alla pineta di Castel Fusano.

Cosa deve essere fatto per salvare i pini?

CURARLI! La cura esiste ed è sia economica che semplice nell’esecuzione: iniezione nel tronco di un medicinale già autorizzato per altri parassiti, l'abamectina, eventualmente coadiuvato dal lavaggio delle chiome a getti d'acqua e sapone, sali di potassio e alcol sanificante. Tale cura è di gran lunga meno onerosa dell’abbattimento (che ha altissimi costi di esecuzione e di smaltimento), che viceversa ha conseguenze gravissime per via dell’altissimo valore paesaggistico, ambientale ed economico di ogni pino.

Cosa chiediamo?

Consapevoli dell’assoluta gravità dell’infestazione, che va arrestata immediatamente, chiediamo con forza:

1. che IN VIA DI MASSIMA URGENZA, tenuto conto dell’imminente riesplodere dell’infestazione e della sua propagazione esponenziale anche al di fuori delle aree già colpite, il MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI emani il DECRETO SULLA LOTTA OBBLIGATORIA CONTRO LA TOUMEYELLA PARVICORNIS;

2. che la REGIONE LAZIO, individuate le aree interessate dall’infestazione del parassita:

  • adotti il PIANO D’AZIONE CONTRO LA TOUMEYELLA PARVICORNIS secondo le previsioni delle Linee Guida approvate dal Comitato fitosanitario nazionale nella seduta del 19 novembre 2020;
  • emani i PROTOCOLLI per l’applicazione delle tipologie di intervento più appropriate, ivi compreso il ricorso all’endoterapia a base di abamectina (secondo le modalità già efficacemente sperimentate proprio a Roma, con la collaborazione dell’Università Federico II di Napoli, che hanno avuto successo nel 95% dei casi);
  • provveda con la MASSIMA PRIORITÀ ED URGENZA allo STANZIAMENTO DEI FONDI NECESSARI AD ATTUARE LE MISURE STABILITE;
  • LIMITI GLI ABBATTIMENTI alle sole alberature che risultino irrimediabilmente compromesse e non più recuperabili, disponendo viceversa l’adozione di tecniche conservative in ogni altro caso;
  • VIETI IL CONFERIMENTO delle alberature compromesse nelle centrali a biomassa e la circolazione del materiale infestato al di fuori delle aree già colpite dall’infestazione.
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