Una pensione di garanzia per giovani e precari

Una pensione di garanzia per giovani e precari
Perché questa petizione è importante

Il problema. In campagna elettorale si promettono pensioni a mille euro ignorando che c’è una quota di cittadini che vedrà calcolata la pensione interamente sulla base dei contributi versati e che hanno trascorso finora un’ampia fase della carriera con retribuzioni (e quindi contribuzioni) molto limitate per via di bassi salari, frequenti buchi lavorativi e periodi di occupazione con contratti a minore copertura contributiva. La loro pensione sarà troppo bassa e il sistema attuale li sta condannando a un pessimo futuro.
Cosa proponiamo?
Una pensione di garanzia a tutela di lavoratori giovani, precari, poveri. Si può fissare il suo importo a 14mila euro annui lordi in caso di ritiro a 66 anni e 42 di anzianità. L’importo verrebbe ridotto o aumentato proporzionalmente in base agli anni di contribuzione e dei coefficienti di trasformazione alle diverse età di ritiro, alle diverse aliquote di versamento, per non favorire gli autonomi che versano un’aliquota minore, o l’orario di lavoro e nell’anzianità si potrebbero computare anche periodi disoccupazione non indennizzata, o di cura o formazione.
Quanto costa?
Dipende. Il finanziamento dell’integrazione andrebbe posto a carico della fiscalità generale con un costo che emergerebbe dal 2040 in poi, quando la “gobba” della spesa pensionistica italiana dovrebbe attenuarsi sensibilmente: dipenderebbe dal livello della soglia garantita, ma sarebbe in parte compensata dai minori esborsi per gli assegni sociali e può essere attenuata da altre misure come un intervento sui salari troppo bassi e le tipologie contrattuali.
In alternativa, si potrebbe pensare a un finanziamento interno al sistema pensionistico, stabilendo una differenza fra aliquota di finanziamento e di computo della pensione, e creando una forma di redistribuzione solidaristico-assicurativa interna allo schema contributivo.
Chiediamo a cittadini e partiti di sostenere la nostra proposta per:
- Tutelare al minimo costo gli ex lavoratori con carriere sfavorevoli, minimizzando i disincentivi al lavoro. Con l’allungamento della carriera individuale crescerebbero, infatti, sia la pensione contributiva che la prestazione garantita
- Tutelare i più fragili tra i giovani di cui la politica dice sempre di occuparsi