Per un contratto che innovi la PA e valorizzi il lavoro pubblico

Per un contratto che innovi la PA e valorizzi il lavoro pubblico

Lanciata
13 dicembre 2021
Petizione diretta a
Aran e
Firme: 1.184Prossimo obiettivo: 1.500
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Lanciata da Mirko Novelli

Viste le bozze del CCNL 2019-2021, i lavoratori del Comparto Funzioni Centrali manifestano la loro insoddisfazione, principalmente per i seguenti motivi:

1) Ordinamento professionale: dopo quasi un decennio di blocco contrattuale e il rinvio operato dal contratto per il triennio 2016-2018, ci ritroviamo frustrati nelle nostre legittime aspettative di crescita professionale. Nessuna novità di rilievo, nessuna riprogrammazione dei processi lavorativi e una Legge di Bilancio i cui stanziamenti (solo 200 milioni per tutto il pubblico impiego, scuola compresa) sono assolutamente insufficienti a sperare che si possa procedere al riconoscimento del lavoro svolto da anni. All’attualità non ci sono fondi per un intervento che veda, in prima applicazione, il passaggio dalla seconda alla terza area professionale di un numero cospicuo di lavoratori che stabilmente e da decenni svolgono mansioni superiori. La quarta area, istituita solo sulla carta, ma lasciata inspiegabilmente vuota, dequalifica ancora una volta il lavoro delle alte professionalità presenti all’interno del comparto;

2) Le progressioni economiche diventano un groviglio inestricabile a causa del combinato disposto di tre fattori: tutti i lavoratori saranno inquadrati in un’unica posizione economica per area, le progressioni restano a carico dei fondi di salario accessorio per tutta l’area e, anche qualora si trovassero i fondi, i destinatari degli aumenti stipendiali sarebbero di fatto individuati in modo arbitrario dai dirigenti. Il CCNL, come se ciò non bastasse, rende meno esigibili le progressioni allungando il tempo necessario dall’ultima progressione per partecipare a nuove procedure (aumentato a tre anni), che comunque diventeranno una “guerra tra poveri” in quanto tutti concorrerebbero per lo stesso posto, a prescindere dalla posizione economica di partenza. A ciò si aggiunga che la legge che dovrebbe ridare ai lavoratori i soldi del salario accessorio indebitamente tagliati per il raggiungimento dei tetti di legge è stata di fatto sconfessata dal disegno di legge di bilancio, che limita a pochi spiccioli i fondi realmente restituiti alla contrattazione per le progressioni;

3) Diritto alla salute: non viene modificato in alcun modo l’idea punitiva, introdotta dal CCNL 2016-2018, che il lavoratore che si ammala non è un lavoratore improduttivo da sanzionare, ma una persona il cui diritto alla salute – costituzionalmente protetto – deve essere tutelato. Continuano a essere penalizzati soprattutto i malati oncologici che resterebbero costretti a fare i controlli previsti dai protocolli di prevenzione e cura con il proprio tempo anziché mediante la tutela contrattuale per le fasce di lavoratori più deboli.

4) Le previsioni sul lavoro agile sono assolutamente insoddisfacenti, depotenziano il lavoro agile con una serie di vincoli che lo rendono di difficile applicazione da parte delle amministrazioni, derubricandolo a mero telelavoro domiciliare o da remoto, non definiscono le fasce di connessione prevedendo che di fatto possano coincidere con l’intero orario di lavoro. La cosa è ancor più grave se si pensa che tutto ciò sta avvenendo mentre la recrudescenza della pandemia da Covid-19 suggerisce di rendere il lavoro pubblico più innovativo e flessibile e il ricorso a forme di lavoro agile più stabili.

Nonostante i notevoli limiti e il quadro complessivamente insoddisfacente della bozza presentata l’ARAN, a mezzo stampa, ha dichiarato che non vi sarebbe nessun spiraglio di modifica e vorrebbe chiudere il negoziato nei prossimi giorni senza alcun miglioramento.

Per tutti questi motivi, chiediamo all’ARAN di non dichiarare conclusa la trattativa e concentrarsi sulla valorizzazione del lavoro pubblico, sempre più svilito nonostante i lavoratori abbiano in questi anni garantito il rispetto dei diritti costituzionali di tutta la popolazione.

Alle Organizzazioni Sindacali del Comparto chiediamo di non firmare un contratto penalizzante per la stragrande maggioranza dei lavoratori, di porre il massimo sforzo affinché la Legge di Bilancio stanzi maggiori risorse per l’ordinamento professionale che consentano concretamente, in sede di prima applicazione anche i passaggi dalla seconda alla terza area e la valorizzazione delle alte professionalità. Inoltre, sia la Legge di Bilancio che il CCNL devono rendere esigibile il superamento dei tetti ai fondi destinati al salario di produttività previsto dal DL 80/2021. Infine, chiediamo che sia rispettato il diritto alla salute dei lavoratori e alla conciliazione vita-lavoro, attraverso una profonda rivisitazione sia della parte dedicata ai permessi per visite mediche che riguardo alla disciplina del lavoro agile.

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Decisori

  • Aran
  • fp cgil
  • CISL FP
  • UIL PA
  • CONFSAL - UNSA