Femminicidi di guerra

Femminicidi di guerra

Lanciata
8 dicembre 2023
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Perché questa petizione è importante

Lanciata da PAOLA CAVALLARI

Petizione rivolta a coloro che reputano vergognoso il massacro compiuto il 7 ottobre  su donne  israeliane e lancia una sottoscrizione affinché, a partire da questa efferatezza sui corpi delle donne, si introduca la categoria di  Femminicidi di guerra. Non possiamo più tacere!

Il 21 novembre 2023 su HuffPost Italia, Paola Tavella, nota femminista storica,  scriveva:  “C’è un’altra questione, che hanno sollevato le femministe francesi su Libération,  il giornale dell’estrema sinistra: in Israele il 7 ottobre le donne sono state uccise, stuprate, denudate e oltraggiate in tutti i modi da Hamas, è stato un femminicidio di massa. Sarebbe stato giusto che anche in Italia le femministe non avessero taciuto, perché l’autonomia e la libertà del movimento delle donne vengono al primo posto rispetto a qualunque altro schieramento, altrimenti si resta miseramente subalterne alla logica degli uomini”.    Alcune   femministe francesi, infatti, su Libération, hanno lanciato un appello. Riportiamo le parti salienti: “Su iniziativa dell'associazione Paroles de femmes, lanciamo un appello alle femministe e ai sostenitori della nostra causa affinché sia riconosciuto il femminicidio nei massacri di donne perpetrati il 7 ottobre in Israele. […] Molti civili sono morti, ma le donne non sono state uccise nello stesso modo degli altri. Le violenze commesse contro queste donne corrispondono in tutto e per tutto alla definizione di femminicidio, ossia l'omicidio di donne o ragazze a causa del loro sesso. Le donne sono state fatte sfilare nude […], sono state violentate fino a rompere il loro bacino. Anche i loro cadaveri sono stati violentati. I loro genitali sono stati sfibrati. Hanno urinato sulle loro spoglie. Alcune sono state decapitate, altre smembrate e bruciate. Altre sono state prese in ostaggio. Tutto questo è stato filmato e fotografato per incutere terrore. […] I video degli interrogatori dei terroristi lo confermano: "Volevamo violentarle per degradarle". Le donne in ostaggio sono state addirittura suddivise: le più belle sono state portate via e le altre uccise. Anche le donne disabili sono state violentate e uccise, come Noya, autistica, e Ruth, con disabilità multiple”[1].

Il 23 novembre Repubblica ha pubblicato un intervento sugli stupri e le mutilazioni sessuali compiuti dagli uomini di Hamas il 7 ottobre. L’autrice, Tamar Herzig, è una storica dell’università di Tel Aviv. Fa affermazioni analoghe ma circostanziandole ancora di più:

“Le crudeli violenze sessuali inflitte alle donne israeliane durante l’attacco di Hamas sono state filmate. […] In quei video si sentono i terroristi accordarsi per stuprare delle ragazze e li si vede portare in parata le vittime rapite e condotte a Gaza, con i vestiti strappati e il sangue che cola fra le gambe. Le sopravvissute, una volta trasferite in un centro di pronto soccorso, hanno descritto gli assalti subiti. Altri testimoni hanno dichiarato di aver assistito allo stupro di gruppo e all’asportazione dei seni di una giovane. I membri delle squadre di soccorso hanno riferito di mutilazioni genitali inflitte alle ragazze trovate morte, nude e coperte di sangue e sperma, nelle loro camere da letto. Nelle settimane successive, le autopsie dei cadaveri delle israeliane assassinate hanno rivelato tracce di stupri tanto violenti da provocare la rottura delle gambe e del bacino. […] L’insieme di queste prove tuttavia non è bastato al Comitato per la eliminazione della discriminazione contro le donne (Cedaw), né ad altri organi della Nazioni Unite per condannare le violenze sessuali inflitte a bambine, ragazze e donne anziane. […] Una dichiarazione rilasciata dal Cedaw fa solo riferimento in maniera vaga ad aspetti di genere nel conflitto […] evitando di riconoscere esplicitamente gli stupri di massa”.

Si parla poi di negazionismo e screditamento.

Di fronte a questi eventi non c’è stata la mobilitazione che ci si sarebbe potuto aspettare: anche per noi femministe è difficile sottrarsi alla polarizzazione delle posizioni politiche soprattutto nel contesto di questo conflitto che da quando siamo nate accompagna i nostri giorni, ma il nostro Osservatorio non può e non deve perdere di vista il modo in cui al centro di ogni guerra i massacri contro le donne giocano un ruolo centrale per il valore simbolico che i loro corpi rappresentano. Ancora una volta nell’azione terroristica del 7 ottobre in Israele questo dato di fatto è emerso con tutta la crudeltà che da sempre accompagna questi gesti (Repubblica Centrafricana, Sud Sudan, Etiopia, Ucraina per citare solo alcuni dei numerosissimi esempi) dobbiamo denunciarlo con forza e vogliamo chiedere, associandoci all’appello di Libération, che accanto alla categoria “stupri di guerra” venga introdotta quella di “femminicidi di guerra” riconosciuta come crimine contro l’umanità.   Firma qui se si è d'accordo con questo comunicato

 


[1]   Testo integrale  della petizione di Libération: https://www.liberation.fr/idees-et-debats/tribunes/pour-la-reconnaissance-dun-feminicide-de-masse-en-israel-le-7-octobre-20231110_EMTPN3H2EBDLJBMLLTZ2SRLY6A/ Pour la reconnaissance d’un féminicide de masse en Israël le 7 octobre.

 

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