Prima la tutela della VITA, poi viene la PRIVACY. Contro la cecità delle istituzioni.

Prima la tutela della VITA, poi viene la PRIVACY. Contro la cecità delle istituzioni.

Lanciata
22 novembre 2022
Petizione diretta a
Ignazio La Russa (Senato della Repubblica Italiana, Presidente)
Firme: 623Prossimo obiettivo: 1.000
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Perché questa petizione è importante

Lanciata da Alberto Ongania

Alberto Ongania, 53-enne, cuoco.

Uno dei tanti scomparsi che si è allontanato "volontariamente" da casa, a piedi per fare una passeggiata vicino a casa, e non ha fatto più ritorno. Era una mattina di novembre, precisamente l'11 novembre a Perledo, un piccolo comune sulla sponda orientale del lago di Como.

Un famigliare ha dato l'allarme il giorno successivo. Si è messa in moto la macchina dei soccorsi, coordinata dalla Prefettura di Lecco.

Alberto è uno dei tanti epilettici, persone con patologie che richiedono cure farmacologiche salva-vita, post ictus cerebrale, e che, rischiano la vita se interrompono l'assunzione del farmaco. Stante la possibilità di aver avuto un malore o anche problemi di orientamento e cognitivi di vario genere post crisi epilettica stereotipata.

Le forze dell'ordine, raccolto l'allarme, hanno attivato i soccorsi, che tuttavia sono stati sospesi dopo due giorni "per assenza di elementi" e ripresi un terzo giorno per una segnalazione di avvistamento nei pressi di una zona poco abitata vicino a casa.

Sospesi una seconda volta, la sera del 16 novembre 2022, con grande rammarico della famiglia, "perché non si possono ottenere i riscontri dei dati del suo telefono cellulare".

La legge sulla Privacy, nella sua complessità, e nei continui processi di aggiustamento, non permette di violare le comunicazioni e i dati di mobilità di una persona che si allontana volontariamente con modalità codificate dalle casistiche "non violente", "non penali", anche se lo sventurato di turno si trova potenzialmente in pericolo di vita.

La legge, viene spiegato alla famiglia (madre 79-enne, 3 fratelli), profani delle procedure, permette all'Autorità Giudiziaria di accedere ai dati degli operatori telefonici "solo in presenza di ipotesi di reato".

E cosa si intende?

Omicidi, stupri, rapimenti, estorsioni, violenza, minacce, bullismo, [...] - elementi che non necessariamente sono compatibili con il profilo della personalità di uno di noi. Del cittadino medio.

Quanti allontanamenti volontari si registrano ogni anno in Italia?

Quanti sono molto poco "volontari" e dettati invece da disturbi alla salute, o incidenti non desiderati e non prevedibili? 

Si è già scritto un libro bianco sul fenomeno. Ci sono associazioni che aiutano le famiglie in questo senso, come PENELOPE, e probabilmente la storia di Alberto è l'ennesima pagina di quel libro in fieri, che è la cifra di un sistema imperfetto, di una grammatica ancora da scrivere sulla vera tutela della vita dei più deboli.

Alberto, per restare sul caso specifico che ha dato lo spunto alla petizione, è incensurato e non ha mai ricevuto una querela per comportamenti aggressivi, e nemmeno è stato oggetto di minacce, estorsioni, bullismo... Insomma è piuttosto difficile poter correlare la scomparsa a ipotesi di reato. O forse lo sarebbe accedendo a quei dati telefonici... E quindi?

Quindi niente tabulati, niente tracciamento delle celle telefoniche (triangolazioni deterministiche). A poco serve speculare sul fatto che se fosse stato un criminale,  o vittima di un criminale, lo avremmo potuto soccorrere con maggiore intelligenza ed efficacia.

Le condizioni di salute, certificate dalla sua cartella sanitaria, possono invocare il buonsenso a una deroga? Apparentemente no, alla famiglia è stato detto "la politica non può interferire con le indagini in corso". Benissimo, rassicurante, allora il prossimo "Alberto" sarà più fortunato (ci si è detti).

Ce lo auguriamo, ecco, ecco il senso della petizione e il tono volutamente retorico: viviamo tutti quanti una "presa in giro", siamo tutti quanti "complici" di una cecità delle istituzioni, ognuno "per quanto di sua competenza".

Ma è assurdo?

Lo è.

E Alberto, che riceve un assegno di invalidità per una cecità parziale di entrambi gli occhi nel campo visivo del 25%, non può essere soccorso con i dati ricavabili dai tabulati telefonici, dai dati dei suoi spostamenti - eppure aveva con sè il cellulare... Esatto, ma l'operatore telefonico non può rilasciare i dati ai famigliari, e la magistratura non li può richiedere, se manca un decreto che viene legittimato dalla presenza di ipotesi di reato.

"Se fosse stato un criminale di quelli veri, le forze dell'ordine ci avrebbero messo poco a rintracciarlo" - risuona come un'eco nelle pareti del torrente Esino, vicino a casa.

Invece capita che non è stato possibile.

LA PETIZIONE MIRA A SENSIBILIZZARE IL PRESIDENTE DEL SENATO RISPETTO ALLA STUPIDITA' DI UNA LEGGE SCRITTA MALE CHE NON TUTELA LA VITA, LA SOFFOCA, IPER-TUTELANDO LA PRIVACY SUA E DI TUTTI COLORO CHE SONO STATI IN CONTATTO IL GIORNO DEL SUO ULTIMO AVVISTAMENTO - 11 NOVEMBRE 2022.

Il sistema paese ha clamorosamente fallito nell'assicurare i diritti alla sicurezza di una persona che ha avuto bisogno di aiuto, che ha bisogno di aiuto, ciononostante, ognuno ha compiuto il proprio dovere e "ha rispettato la legge".

IN SCENA, Il teatro dell'assurdo: la legge è stata rispettata, ma i soccorritori non hanno potuto ragionare con i dati ricavabili dalla sua utenza telefonica perché in tale azione si lederebbe la privacy della persona che stanno tentando di soccorrere o di coloro che sono stati in contatto mediante il cellulare che aveva con sè (e dire che lui lo portava come si porta un dispositivo di protezione, per sentirsi sicuro e poter avvisare un numero di emergenza alla bisogna).

E limitare l'accesso allo storico delle celle, oscurando i numeri delle chiamate e delle risposte? Troppo buonsenso, no, neppure questo è stato possibile.

SI INVITA IL LEGISLATORE A RIFORMARE LA NORMATIVA SULLA PRIVACY PER ANTEPORRE LA TUTELA DELLA VITA ALLA PRIVACY, E MODULARE CON PIU' AMPI MARGINI DI DISCREZIONALITA' L'AZIONE DELL'AUTORITA' GIUDIZIARIA, METTERE LA MAGISTRATURA NELLE CONDIZIONI DI FARE LA COSA GIUSTA IN CASI SIMILI A QUELLI DI ALBERTO.

"Fare la cosa giusta", allo stato attuale, non coincide con una ferrea applicazione della legge. Diversamente, dopo POCHE ORE, avremmo la disponibilità dei dati dell'operatore telefonico di Alberto, invece i soccorsi sono sospesi dalla sera del 16 novembre e, nel rispetto pieno del protocollo, nessuno lo cerca più; salvo i famigliari, e i volontari (per esempio l'associazione RESCUE DRONES NETWORK ODV), che si sono uniti al dolore della famiglia e impegnati attivamente nel proseguire autonomamente le ricerche.

In casi limite come questo, occorre vivificare la Costituzione!

Tu la puoi RENDERE VIVA LA COSTITUZIONE, puoi farlo oggi, firmando la petizione, appellandoti al PRESIDENTE DEL SENATO, perché ATTRAVERSO L'ACCOGLIMENTO DELLA PRESENTE ISTANZA, inviti i politici a mettere nell'agenda politica del SENATO la tutela della vita dei propri cittadini, in modo particolare dei più deboli, coloro che hanno bisogno di maggiori attenzioni dal sistema paese, perché gli ALBERTO di domani possano essere soccorsi con più intelligenza.

Se vuoi contribuire a COPRIRE L'ASSEGNO con una piccola donazione, puoi farlo mediante questa piattaforma online: EPPELA. Servono 522,75 euro.

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Decisori

  • Ignazio La RussaSenato della Repubblica Italiana, Presidente