Inserire i D​.​C​.​A. all'interno dei L​.​E​.​A. come malattia a se stante.

Inserire i D​.​C​.​A. all'interno dei L​.​E​.​A. come malattia a se stante.

Lanciata
31 ottobre 2020
Petizione diretta a
Commissione nazionale per l'aggiornamento dei L.E.A. e 1 altro/altra
Firme: 21.041Prossimo obiettivo: 25.000
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Perché questa petizione è importante

Lanciata da Stefano Tavilla

Attualmente ci troviamo ad affrontare un’ emergenza sanitaria senza precedenti e probabilmente molti si chiederanno perché, in questo momento particolare, vogliamo porre l’accento su malattie da sempre poco considerate sia per conoscenza che per supporto : i DCA (disturbi del comportamento alimentare).
 
I DCA in numeri sono molti, troppo numeros, si parla di circa 3.500.000 di casi nel nostro paese. 
I DCA in persone sono molti di più. Già perché i numeri rappresentano PERSONE, anche coloro che sono loro vicini ( genitori, fratelli, compagni, ecc.); i DCA colpiscono in media 2.000.000 di adolescenti e preadolescenti; i DCA hanno mietuto vittime con circa oltre 3500 decessi accertati nel 2018, e sappiamo per certo che le diagnosi sono aumentate in questo periodo particolare , anche se
nessuno ne parla.

Non sono molte le malattie psichiatriche che “vantano” un primato di “numeri” così alto e con una mortalità che li pone al secondo posto, dopo gli incidenti stradali, per i giovani adolescenti.

EPPURE ...

I DCA sono considerati una malattia psichiatrica.

I LEA, i livelli essenziali di assistenza, sono prestazioni e servizi che il nostro SSN è tenuto a fornire a TUTTI i cittadini gratuitamente, o dietro pagamento di un ticket, con le risorse pubbliche raccolte attraverso le tasse.

Nell’ultimo aggiornamento vi è un paragrafo dedicato all’ assistenza specifica a
particolari categorie, ma i DCA non ci sono, sempre inglobati all’interno della Salute Mentale.

EPPURE.... ci siamo resi conto che la Salute Mentale non considera i DCA.

Aprendo il sito del Ministero della Salute, ci siamo ritrovati a leggere il rapporto SISM 2018, pubblicato recentemente, sui numeri dati, rispetto alle persone con diagnosi psichiatriche e sui giorni di residenza nelle strutture dedicate.
E qui abbiamo trovato non solo incongruenze, bensì la completa assenza di persone affette da DCA.
Come se fossero invisibili.

Questi i dati più evidenti su quello che sosteniamo:
Gli utenti psichiatrici di sesso femminile sono il 53,8 % ( nei DCA sono molti di più )
La composizione per età riflette l’invecchiamento generale della popolazione generale , con un’ampia percentuale sopra i 45 anni e, in entrambi i sessi, risultano meno numerosi sotto i 25 anni ( sappiamo invece che nei DCA i più colpiti sono gli adolescenti ).
Le patologie considerate all’interno del SISM 2018 sono: disturbi schizofrenici, disturbi della personalità, abuso di sostanze e il ritardo mentale prevalente nei maschi. Mentre per quello femminile disturbi nevrotici, affettivi e depressivi.

E i DCA ?
Nell’attività dei servizi psichiatrici viene segnalata la durata di giornate medie presso strutture residenziali per paziente, pari a 936,5 giorni , mentre la realtà delle persone affette da DCA che ha la “fortuna” di accedere alle cure, nelle poche strutture residenziali dedicate, oltre alle interminabili liste d’attesa , la durata media del ricovero non supera i 90 giorni.
Infine per quello che riguarda gli accessi psichiatrici in Pronto Soccorso, il rapporto ci dice che oltre il 74% degli accessi viene poi curato a casa, mentre per i DCA il Ministero della Salute stesso ha emanato delle mere raccomandazioni a tutti i P.S. denominandolo“Codice Lilla” o “percorso lilla”fatto solo di condizionali ma che dovrebbe implicare, oltre al riconoscimento, la presa in carico con percorsi di cura dedicati.
Insomma concludendo, è evidente il paradosso per cui una patologia con numeri enormi, in costante crescita sia in malati che in mortalità, con una grave carenza/assenza di percorsi di cura dedicati, non venga considerata non solo come emergenza socio-sanitaria tanto da essere scorporata dalla macro-area della Salute Mentale, ma nemmeno “conteggiata”nei suoi Rapporti
ufficiali e pubblici.
 
E allora ci chiediamo se anche con i LEA venga adottato lo stesso criterio d’invisibilità , che non è solo credibile, ma tristemente reale e che si riscontra purtroppo, ogni qualvolta non viene data risposta alle richieste di cura.
Pensiamo che una così grave “dimenticanza” non avrebbe ragion d’essere se i LEA si scorporassero per rendere i DCA malattie “degne”di divenire ed essere parte a sé. Forse allora il Ministero della Salute terrebbe di conto ( letteralmente) anche i DCA e, le cure, finalmente, prenderebbero la direzione che da anni chiediamo a voce alta.

Ed è per questo che lanciamo una petizione popolare per :
L’ INSERIMENTO DEI DCA ALL’INTERNO DEI LEA ( LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA) COME MALATTIA A SE’ STANTE.

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Firme: 21.041Prossimo obiettivo: 25.000
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