No al parco eolico nel mare della Baronia e della Gallura

No al parco eolico nel mare della Baronia e della Gallura

Lanciata
18 giugno 2022
Firme: 1.605Prossimo obiettivo: 2.500
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Perché questa petizione è importante

Lanciata da Mara Lapia

La società “Tibula Energia S.r.l.” ha richiesto il rilascio della concessione demaniale marittima, di durata quarantennale, finalizzata all’installazione di un impianto eolico offshore per la produzione di energia elettrica. Il suddetto impianto avrà una superficie complessiva di 3.182.499,34 metri quadri e sarà situato in un’area ubicata nel mar Tirreno, al largo della costa nordorientale della Sardegna, tra il Comune di Olbia (SS) e il Comune di Siniscola (NU).

Il progetto prevederebbe la realizzazione di una parte offshore per un totale di 65 aerogeneratori eologici e di una parte onshore caratterizzata da 4 cavidotti situati a terra, una stazione di sezionamento delle linee, una stazione utente di trasformazione per la connessione al nodo di Terna S.p.A., una stazione di trasformazione elettrica AT/TA.

Le aree interessate dalla nascita del nuovo impianto si caratterizzano per un elevato grado di biodiversità ambientale, nonché da siti di interesse naturale, culturale e storico: qui si fonda uno sviluppo socio-economico e turistico di importanti proporzioni, che caratterizza buona parte del sostentamento economico delle aree coinvolte dal progetto. Sulle coste al largo delle quali dovrebbe sorgere il nuovo parco eolico nasce inoltre anche il Parco Regionale Naturale di Tepilora con circa otto mila ettari di paesaggi incontaminati, sentieri, sorgenti e corsi d’acqua: parliamo di coste caratterizzate da immense e suggestive spiagge, tra le mete più gettonate di tutta la Regione Sardegna.

La realizzazione del suddetto progetto avrebbe pesanti ricadute dal punto di vista di impatto ambientale sia sugli ecosistemi di terra che sugli ecosistemi marini, oltre a causare un impatto socio-economico con ricadute fortemente negative sull’immagine del territorio e sullo sviluppo dell’intera comunità, la cui economica è fondata principalmente sul turismo di qualità e sull’offerta data dalla elevata valenza delle risorse naturalistico-ambientali, paesaggistiche, storiche e culturali.

Vi sono inoltre, dati alla mano, ulteriori ragioni di contrarietà:

1. l’impatto ambientale sull’ecosistema marino, con particolare riferimento alla fauna ittica, che condizionerebbe fortemente il popolamento della fauna stessa all’interno della porzione di mare interessata dalla costruzione del nuovo parco;

2. l’impatto socio-economico, con gravi ricadute sull’immagine del territorio, nonché sullo sviluppo di una economia basata sul turismo di qualità;

3. la vocazione turistica, che rappresenta il tratto di costa interessato, non solo a livello nazionale ma anche a livello europeo nonché mondiale, di cui si può fregiare l’intera Nazione;

4. la realizzazione di impianti imponenti, che non pongono attenzione sugli effetti diretti ed indiretti che tali impianti riversano sull’ambiente, sul paesaggio e dunque sull’economia delle aree interessate;

5. il posizionamento delle turbine galleggianti, visibili a chilometri di distanza e che costituiscono una modificazione oggettiva del paesaggio e dell’ambiente ad esso collegato: non ci si può soffermare solamente sulla “enorme” distanza dalla costa al fine di valutare l’impatto visivo di un impianto eolico;

6. l’alterazione del paesaggio, dovuta alla realizzazione del parco, che mortificherebbe la visione del mare e dell’orizzonte marino stesso;

7. il rumore sottomarino delle pale eoliche che, come già dimostrato, ha un impatto devastante sulla fauna marina;

8. lo smaltimento delle turbine galleggianti che, dopo il ciclo medio di vita di circa 25 anni, dovranno essere disattivate e smantellate, producendo di fatti un “rifiuto marino” con costi elevatissimi per la riciclabilità delle loro componenti (costi insostenibili anche per le medesime società proponenti). In molti casi infatti, alla fine del ciclo di vita, molte turbine non vengono smantellate, restando nel luogo dove sono state installate per un tempo indefinito;

9. le gravi conseguenze sul settore della pesca, un’attività essenziale per i territori interessati dalla realizzazione del parco eolico proposto, costantemente in fase di sviluppo e traino per l’intera economia; ci si riferisce sia alla pesca professionale che a quella artigianale, nonché all’attività di pesca-turismo, che potrebbe esserne particolarmente colpita;

10. l’impatto sull’avifauna presente nel territorio, con particolare preoccupazione riferita al volo costiero di molte specie di uccelli, tra i quali i fenicotteri presenti nella località di San Teodoro e Posada.

Nel mio ruolo di Parlamentare della Repubblica mi sono già adoperata con tutti gli strumenti a mia disposizione per fermare quello che potrebbe essere un progetto dalle conseguenze devastanti per la nostra terra: ho già depositato ben due interrogazioni parlamentari, l'ultima in data di ieri - 18 giugno 2022 - al Ministro per le Infrastrutture e la Mobilità Sostenibili. Sempre ieri ho inoltre inviato le mie osservazioni, finalizzate all'opposizione al progetto, alla Capitaneria di Porto di Olbia e al medesimo Ministro.

Qui, con una firma, potrete fare la vostra parte e far sentire la vostra voce, a difesa del nostro territorio, dei nostri paesaggi, della cultura e della storia, e soprattutto della nostra economia che rischia di subire danni irreparabili.

Pertanto chiedo il vostro sostegno.

On. Mara Lapia

 

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