La salute non è una merce. La sanità non è un'azienda.

La salute non è una merce. La sanità non è un'azienda.

Lanciata
18 agosto 2021
Firme: 275Prossimo obiettivo: 500
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Perché questa petizione è importante

Lanciata da Collettivo autonomo Ravennate

Siamo il Collettivo Autonomo Ravennate.

Lanciamo questo manifesto perché la salute è un diritto imprescindibile e chiediamo una nuova riforma sanitaria. 

Un virus pandemico si aggira per l' Europa e scalza convinzioni e convenienze in tema di salute e servizi sanitari, In Italia la conduzione del' emergenza pandemica ha fatto emergere gravi inadeguatezze frutto delle politiche attuate negli ultimi due decenni.
Il servizio sanitario pubblico ha dovuto reggere l'impatto del' emergenza mostrando limiti derivanti dal de- finanziamento(a favore della sanità privata) e dal' indebolimento della medicina territoriale. La pandemia ha mostrato effetti criminali, in termini di decessi aggiuntivi, della deriva del sistema sanitario,pur con differenze di gravità tra regioni. Le responsabilità dei governi, centrali e regionali, che si sono succeduti negli ultimi decenni sono divenute palesi:le leggi di privatizzazione, frutto di politiche biparti-san, sono le principali responsabili e vanno abrogate come l'approccio che le ha prodotte.
La salute non è solo uno stato di benessere psico-fisico ma il risultato del rapporto tra gli individui nel proprio contesto di vita, se quest'ultimo è malato il malessere individuale è un sintomo e occorre curare il contesto. La salute è un bene e un diritto, e il Servizio Sanitario Nazionale deve avere quale obbiettivo prioritario l' attuazione di questo diritto.
E' il momento di una nuova riforma della sanità fondata su' affermazione della salute, del' ambiente
salubre e sulla riduzione delle disuguaglianze.
Il Servizio Sanitario Nazionale è parte del' economia fondamentale, deve essere universale, senza discriminazione d' accesso e finanziato dalla fiscalità generale(e progressiva per reddito);il suoà intervento e l'efficacia va misurata in termini di incremento della salute collettiva, anziché di volumi e tempi di prestazioni erogate.
La spesa sanitaria deve essere adeguata e indirizzata verso la prevenzione primaria, con obbiettivi di salute valutati con strumenti epidemiologici e non economicistici.
Il sistema sanitario pubblico deve essere costituito da personale sanitario e non, stabile numericamente congruo, con livelli retributivi consoni e deve contare su una disponibilità di posti letto in linea con le esigenze di prevenzione , assistenza e cura.
La prevenzione deve avere come perno una medicina territoriale che includa partecipazione, attenzione per le esigenze sanitarie e sociali locali.
La medicina territoriale deve essere in costante coordinamento con il settore ospedaliero, riempiendo di contenuti le cosiddette “ case della salute”, non come semplice sommatoria di ambulatori, ma come punti di incontro delle esigenze locali(servizi sanitari. Socio-sanitari e sociali).
I problemi di salute mentale emergenti in conseguenza dello shock pandemico e delle tensioni ubiquitarie e quotidiane nel mondo del lavoro e della società, legate anche a disparità di genere ed altre disuguaglianze , vanno affrontate con un adeguamento dei servizi di assistenza e prevenzione psicologica gestite da strutture apposite del SSN coordinate a livello nazionale.
Va superata l' impostazione Aziendalistica fondata esclusivamente sulle compatibilità economiche , slegata dai reali risultati di salute.
Va azzerata la normativa che permette la libera professione intramoenia, altro fattore di disuguaglianza.
La progressiva privatizzazione in quasi ogni ambito sanitario e la concorrenza hanno indotto anche il servizio pubblico a seguire logiche produttivistiche. Va rimosso ogni finanziamento alla sanità privata, abolire agevolazioni fiscali per la spesa sanitaria privata; riprendere una programmazionesanitaria partecipata a livello locale e nazionale eliminando ogni commistione pubblico-privato che determina di fatto la privatizzazione dei servizi.
Occorre realizzare un' industria pubblica del farmaco, contro le speculazioni e i ricatti delle
multinazionali farmaceutiche.
Occorre intervenire nel' ambio della formazione universitaria e delle specialistiche conseguenti
evitando la precarietà dei giovani medici nel' “imbuto formativo” e dei neo specialisti nel' “imbuto lavorativo.
La salute della donna va promossa e riconosciuta dalla specificità, attraverso la medicina e la farmacologia di genere, materia in Italia misconosciuta.
Il diritto all'autodeterminazione nelle scelte di vita, alla partecipazione, al lavoro vanno affermati con il rafforzamento di azioni di prevenzione, attraverso servizi territoriali per la salute , in primis i consultori.
Le donne costituiscono il 60% dei medici sotto i 40 anni e il 78% del personale infermieristico. La pandemia ha mostrato sia il loro ruolo fondamentale nella sanità, sia la vera condizione di vita della donna: un lavoro spesso precario, retribuito in misura inferiore rispetto agli uomini, reso altresì difficile dagli impegni in attività di cura.
La battaglia per il diritto alla maternità libera e consapevole è stato un cardine del movimento delle donne, ancora oggi in contrasto dalla presenza di molti medici obbiettori.
Occorre rinnovare una regia centrale, non centralistica, di un servizio sanitario davvero nazionale, rimuovendo ogni ipotesi di “regionalismo differenziato”, garantendo uniformità di accesso e di qualità alle cure in tutta la nazione.
Anche la sanità animale e le produzioni alimentari sono decisive per evitare nuovi rischi per la collettività: bisogna procedere a una trasformazione delle produzioni riconvertendo gli allevamenti intensivi, estendendo le coltivazioni biologiche e riducendo l'uso di concimi chimici e pesticidi.
La tutela della salute (dentro e fuori i luoghi di lavoro) e dell'ambiente sono connesse e interdipendenti e vanno affrontate in modo unitario e non distribuite su competenze diverse, regolate dai risultati di indagine epidemiologiche costanti sul territorio. I controlli devono essere esenti da qualsiasi conflitto di interesse.
Questi sono alcuni dei temi per una nuova riforma che inverta il declino dei servizi sanitari. Chiamiamo le associazioni,i comitati,le lavoratrici e i lavoratori, i sindacati di base, ad una collaborazione, a un impegno fattivo partecipato, con una nuova stagione straordinaria di lotte per l'affermazione e siano l'espressione e la piena realizzazione del diritto alla salute per tutte e tutti,
nell'ambito di un SSN pubblico dove tutela ambientale, diritto e difesa della salute, diritti sociali e del lavoro l'espressione della riconversione complessiva del SSN nel' interesse dei cittadini in una società più equa e rispettosa dei loro bisogni e della salute collettiva e individuale.
COLLETTIVO AUTONOMO RAVENNATE

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