Le regioni hanno fallito. Firma per una sanità centralizzata in mano allo Stato

Le regioni hanno fallito. Firma per una sanità centralizzata in mano allo Stato

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19 ottobre 2023
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Lanciata da sprin gtrap

In Italia il SSN sta diventando un servizio a pagamento, questo a causa delle lunghissime liste di attesa. 

In alcune regioni, i cittadini hanno smesso di tentare di prenotare attraverso il SSN, optando invece per servizi sanitari privati. 

Secondo i dati del CREA, nel 2020, più di 600.000 famiglie hanno dovuto affrontare costi sanitari molto elevati, portando molte di esse a un impoverimento significativo. Nel 2021, secondo i dati dell’ISTAT, la spesa sanitaria in Italia ha raggiunto i 168 miliardi di euro, di cui 36,5 miliardi di euro (21,8%) sono stati a carico delle famiglie.

È evidente che le attuali politiche regionali hanno trasferito, scaricato, un onere considerevole sulle famiglie, una situazione insostenibile, data la pressione fiscale, il costo della vita e gli stipendi fermi dal 1990.

Code di pazienti interminabili e potenzialmente pericolose nei pronto soccorso sono il risultato di decisioni politiche e gestionali avventate, che hanno portato a un incremento della domanda e a una mancanza di personale. 

In molte città importanti come Brescia, Milano, Bergamo, Torino e Roma, e presto anche in Emilia Romagna, è sufficiente andare in un pronto soccorso privato e pagare una somma tra i 150 e i 200 euro per ottenere un accesso immediato. Questa situazione è deplorevole. 

Il sistema italiano non è paragonabile a quello americano, dove gli stipendi sono generalmente più elevati. Ad esempio, un infermiere negli Stati Uniti guadagna tra i 60.000 e i 95.000 dollari all’anno, mentre in Italia un infermiere guadagna tra i 25.000 e i 28.000 euro.

Chi pensa male sbaglia, ma spesso ci indovina.

Mi viene da fantasticare, distruggono e depotenziano la sanità pubblica per fare spazio agli amici della sanità privata? Vogliono un sistema simile a quello americano ma con stipendi italiani?

La situazione è peggiorata anche per il personale sanitario, cambi compensativi negati, blocco dei 5 anni, nessuna possibilità di arrotondare il misero stipendio, clima di terrore, minacce velate con provvedimenti disciplinari, salti di riposto, denunce, ferie bloccate che alla fine dell’attività non ti vogliono pagare, infermieri che si licenziano, studenti che abbandonano.

La sanità in Italia sta morendo, nel silenzio della stampa

Negli anni '80, quando il nostro Servizio Sanitario Nazionale era gestito centralmente dallo Stato e non dalle regioni, era considerato uno dei migliori al mondo, al pari di quello francese.

La centralizzazione garantiva efficienza, evitava sprechi di risorse finanziarie e preveniva le disuguaglianze assistenziali tra le diverse regioni, un problema che si riscontra oggi. 

Esisteva un’unica amministrazione, a differenza delle migliaia di amministrazioni attuali con un gran numero di posizioni ben remunerate. Non è chiaro quale sia il loro contributo alla fine dell’anno, considerando che ricevono premi di produttività molto elevati nonostante la qualità del servizio sanitario sembri peggiorare.

Nel frattempo, coloro che sostengono realmente il SSN faticano a far quadrare i conti fino alla fine del mese. Molti professionisti si trovano a dover contrarre debiti per sopravvivere.

Sono i professionisti del settore sanitario, come infermieri, ostetriche, operatori socio-sanitari, fisioterapisti, tecnici e altri, a sostenere questo enorme sistema sanitario che mostra segni di cedimento.

L’espansione della sanità privata non è negativa, ma diventa problematica quando avviene a scapito del Servizio Sanitario Nazionale pubblico. Qui voglio lanciare una freccia ai professionisti che ci lavorano, il popolo deve sapere che in moltissime realtà, lavorano in condizioni contrattuali vergognose, serve un contratto unico nazionale.

Quando il sistema sanitario italiano era gestito centralmente, eravamo considerati un modello per l’Europa, e il nostro Servizio Sanitario Nazionale era ammirato e invidiato a livello globale.

La spesa sanitaria pubblica del nostro paese è inferiore di circa il 40% rispetto a quasi tutti gli altri paesi dell’OCSE. Riusciamo a fare meglio solo rispetto ad alcuni paesi economicamente più deboli dell’Est Europa.

I politici che hanno promosso un sistema sanitario regionale dovrebbero avere il coraggio di riconoscere che è stato un errore e fare un passo indietro.

Auspichiamo e chiediamo un ritorno al passato, un sistema sanitario più sostenibile, con meno capitani e più timonieri, meno figure dirigenziali e più operatori sul campo, meno dirigenti con stipendi elevati e più infermieri, ostetriche, operatori socio-sanitari, retribuiti adeguatamente, come avviene nei paesi dell’OCSE. 

Il sistema sanitario non dovrebbe più essere gestito dalle regioni.

È giunto il momento che i professionisti del settore sanitario, la popolazione, ognuno nel suo piccolo, si uniscano per difendere il Servizio Sanitario Nazionale per il nostro bene e quello dell’intera popolazione italiana.

Per favore firma la petizione, io stesso, insieme a chiunque desideri unirsi, porterò ogni singola firma al Presidente del Consiglio, al Ministro della Salute e al Capo dello Stato. Desideriamo un sistema sanitario pubblico centralizzato che non crei disparità tra le regioni. 

Il popolo italiano, che è tra i più tassati in Europa, merita il meglio, sempre.

Vincenzo Parisi - Infermiere

 

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