FERMIAMO la costruzione del nuovo Ospedale nella città di Cremona

FERMIAMO la costruzione del nuovo Ospedale nella città di Cremona

Lanciata
28 luglio 2023
Firme: 1.991Prossimo obiettivo: 2.500
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Perché questa petizione è importante

                                          movimento                                                                          per la  riqualificazione dell'Ospedale pubblico di Cremona

                                                  FERMIAMO                                                                    la costruzione del nuovo Ospedale nella città di Cremona

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un gruppo di donne e uomini della provincia di Cremona con ruoli idee e funzioni diverse, preoccupati per la decisione di demolire l'Ospedale Maggiore della loro città capoluogo, riferimento sanitario per tutta la provincia, non ritenendo indispensabile la costruzione di un nuovo ospedale in quanto non determinante per il miglioramento della sanità pubblica del territorio, hanno deciso di fare qualcosa.

         Chiedono al Sig. Direttore della Asst Dr Giuseppe Rossi di 

                                             FERMARE                                                                            la costruzione del nuovo Ospedale nella città di Cremona

La ragione di questo appello, è dare vita ad una vasta mobilitazione in difesa dell'Ospedale ritenuto "vecchio" dopo solo 52 anni dalla sua inaugurazione, nonostante sul territorio lombardo siano attivi, e ritenuti punti di riferimento, Ospedali ben più antichi e vetusti, come ad esempio il Niguarda, il più grande ospedale d'Italia, costruito nel 1939, il San Raffaele di Milano nel 1950 e il vicino ospedale Poma di Mantova del 1928

Vi chiediamo di firmare, diffondere e condividere su Facebook, e-mail, WhatsApp ecc. questa petizione in quanto riteniamo che ci siano alternative molto più efficaci e meno costose per migliorare la sanità pubblica nel nostro territorio.

                                                 appello....

L'Ospedale di Cremona è stato inaugurato nel 1971 ed è stato costruito grazie al patrimonio di fondi agrari, cascine, case e lasciti in denaro che si sono accumulati nei secoli e frutto della generosità trasversale di ogni ceto sociale dei cremonesi.

Tutto questo viene dissolto con il crollo fisico di un edificio, con la demolizione di una struttura che sicuramente non è stata pensata dai progettisti per durare solo 50 anni e di cui si dovrebbe considerare assieme al lascito morale anche il valore economico che non è certamente zero 

                                  i motivi per i quali chiediamo                                                               di FERMARE la costruzione del nuovo Ospedale,

sono dovuti ad una opportunità di modificare una politica sanitaria fondata sulla sola aspettativa di un ospedale ad elevato livello di specializzazione, che assorbe enormi fondi economici, trascurando il fondamentale aspetto di prevenzione e cura di situazioni mediche curabili in stato precoce che possa evitare l'acutizzarsi o il cronicizzarsi della patologia e la necessità di interventi a posteriori molto complessi e costosi.

                                             PROPONIAMO

Anziché un nuovo ospedale, che garantisce per ora sulla carta solo la possibità di degenza in camere singole, e una "modularità" di cui non ci è stato spiegato e provato un vantaggio sufficientemente convincente per eliminare l'opzione della riqualificazione dell'ospedale esistente,

                                                       chiediamo                                                          che il denaro risparmiato venga usato per la costruzione di centri sanitari chiamati "casa per la salute", come concordato nel "protocollo d'intesa" tra Regione Lombardia, Provincia di Cremona, comune di Cremona, Asst e Ats il 28 luglio 2021 

La funzione delle "case della salute o case della comunità" hanno nel loro principale obiettivo la funzione di "medicina di prossimità", di pronto intervento per patologie non gravi, per attuare consulenze sanitarie e di igiene alimentare, al fine di limitare gli accessi al pronto soccorso ospedaliero solo a gravi urgenze, e anche una finalità di prevenzione e di educazione alla salute fisica e mentale.

L'obiettivo dichiarato da Dr Giuseppe Rossi e dal sindaco Galimberti nel "protocollo d'intesa" era di favorire una maggiore integrazione fra le cure sanitarie e socio sanitarie, fra l'assistenza ospedaliera e quella territoriale. 

Con la costruzione di un nuovo ospedale si stanno sprecando soldi ingigantendo la funzione ospedalocentrica, lasciando le briciole dei finanziamenti del Pnnr per le "case della salute".

Questi centri per la salute dovranno essere adeguatamente attrezzati e dotati di personale medico e infermieristico. Le poche inaugurazioni in questi ultimi mesi in Lombardia di questi centri di medicina sul territorio non hanno avuto un seguito operativo importante in quanto non si è assunto del personale sanitario in misura adeguata. 

                           Per mancanza di fondi economici ?

La differenza di denaro risparmiato tra la costruzione del nuovo ospedale e la riqualificazione dell'attuale ospedale  non è irrilevante:   85,7 milioni 

                          La regione Lombardia ha deliberato

fondi per la costruzione del nuovo ospedale : 250,7 milioni 

di cui 238 milioni dallo Stato e 12,5 milioni dalla regione Lombardia

per la demolizione dell'ospedale esistente: 30 milioni

                             per un totale di 280,7 milioni 

 

Per la riqualificazione del monoblocco dell'attuale ospedale di Cremona            sono necessari 195 milioni

Per quanto ci è dato di sapere non ci sono differenze significative tra la superficie del monoblocco ospedaliero e il nuovo monoblocco da costruire a poche decine di metri accanto all'attuale:

il "vecchio" ospedale ad ora ha una superficie di circa 100.000 mq

quando fu inaugurato nel 1971 i posti letto erano circa 1300, era un'altra medicina rispetto all'attuale, e il servizio alla persona era forse alla pari della vita abituale per la maggior parte di cittadini nelle proprie abitazioni.

nel 2010 i posti letto vengono ridotti a 792 con camere a 2 e 4 letti con bagno 

nel 2021 i posti letto dichiarati dalla regione Lombardia sono 589 

Non è impossibile pensare, visto che la superficie negli anni è stata incrementata con ristrutturazioni importanti e costose, che si possano riqualificare tutte le camere di degenza con 1 o 2 posti letto. 

il "nuovo" ospedale ha anch'esso una superficie di circa 100.000 mq e sono previsti

un numero di posti letto di 554, tutti in camera singola.

 

la presentazione più che entusiasmante del progetto come un "avveniristico ospedale, proiettato nel futuro" con concezioni costruttive "modulari" che lo faranno diventare un "ospedale modello per il mondo intero" e altre più che ottimistiche aspirazioni, si fondano, per chi ha pensato ad un nuovo ospedale, sul fatto che ci sia una "modularità" nella sua costruzione e nelle sue funzioni.

Molti di coloro che hanno letto questi "lanci pubblicitari" hanno pensato ad un edificio TRANSFORMER che possa in pochi e veloci passaggi modificarsi e rendere tutto l'edificio più efficiente rispetto al precedente momento dove assumeva altre funzioni per altre necessità.

Un organismo "vivo" che muterà nel tempo e si adatterà alle evoluzioni più imprevedibili della medicina.

Ma la fantascienza scientifica, anche in ambito medico, non passa per modifiche del suo esoscheletro della struttura muraria, costruita e subito demolita dopo pochi anni e ricostruita con nuove architetture, ma si concretizza, e porta sempre più a migliori risultati medici, con il contributo delle più avanzate apparecchiature tecnologiche, che oggi si sono concretizzate e ancor più si evolveranno nel futuro, quasi in modo completamente indipendente dall'edificio nel quale saranno collocate.

Il fattore umano, la competenza e la dedizione del personale che lavora è fondamentale per collocare un ospedale e un servizio sanitario ai più elevati livelli nazionali e mondiali, e nel progetto del nuovo ospedale nulla c'è al riguardo, ma si ha la sensazione di un forte ridimensionamento a tutti i livelli.

Non capire questo ci porterà a dilapidare importanti risorse economiche per inseguire la "comodità" del paziente alloggiato in un monolocale alberghiero a cui non necessariamente seguirà una performance di interventi medici di eccellenza.

Un obiettivo da tempo perseguito nella cura del paziente in ospedale è quello di una permanenza sempre più breve, pensando al suo rapido recupero, al suo reinserimento in ambito famigliare e al suo costante controllo e supporto domiciliare attraverso sistemi telematici di cui la medicina moderna fa ampio uso. 

Pensare ad attrezzare con questi sistemi informatici l'attuale ospedale è pienamente possibile anche per un edificio che non ha le caratteristiche di una "stazione spaziale". 

                                              movimento                                                                       per la riqualificazione dell'Ospedale pubblico di Cremona 

                   movimentoper.riqualificahdicr@gmail.com

 

Sono 24 i primi sostenitori e primi firmatari dell'appello, pubblicato il 28 luglio 2023 (in ordine alfabetico)

chiediamo od ognuno di voi, che leggete la petizione e la condividerete ad altre persone per mezzo della piattaforma change.org, di inviarci (all'indirizzo e-mail  movimentoper.riqualificahdicr@gmail.com)                  un consenso ad inserire il vostro nome e la vostra professione nell'elenco dei SOSTENITORI, come gesto concreto di solidarietà e partecipazione. 

grazie 

Aldovini Daniela                     insegnante

Alenghi Karina                       Assistente Sanitario

Amadini Fabio                        assessore di Castelverde

Andreola Anastasia                ingegnere meccanico

Azzoni Giuseppe                    pensionato

Barbaccia Marisa                   pensionata

Barbisotti Giovanna               insegnante

Bodini Umberto                      medico

Bottini Alberto                       chirurgo oncologo

Brusati Ivana                          docente

Busi Elda Angela                   informative farmaceutica

Daniele Maria Rosaria           insegnante

Dina Rosa                              insegnante Casalmaggiore

Carniti Tiziano                        insegnante

Camozzi Franco                    pensionato

Casali Claudia                        medico ginecologa

Chiesa Tiziano                       libero professionista

Chiodelli Fabio                       insegnante

Choi Ok Me                            interprete 

Cirillo Fernado                        medico

Columbro Giovanni                Professore AFAM (Alta formazione musicale)

Conca Loredana                     casalinga

Conti Carlo                             imprenditore

Corradi Ezio                            ferroviere 

Davoli Camillo                        medico

D'Avossa Licio                       ex presidente del Tribunale  per i Diritti del                                                  Malato

Deantoni PierLuigi                 tecnico Telecom

De Crecchio Michele              architetto

Ferrari Dante                          ferroviere

Fornaroli Pietro Paolo            pensionato

Gagliardi Vincenzo                medico

Gamba Valerio                      ufficio tecnico comunale

Gerevini Renzo                      pensionato

Gnocchi Enrico                      biologo

Gnocchi Vutha                      studente

Longhi Maria Rosa               pensionata ex dipendente di una ditta privata

Luccarini Paola                     insegnante

Maccagni Antonella               insegnante in pensione

Maestri Eugenio                    ferroviere

Manese Annachiara              linguista

Manese Eletta                       insegnante

Manfredini Carolina               insegnante

Mantovani Giorgio                geometra

Maramotti Anna                    architetto

Marenzi Cristina                    educatrice

Paganini Nicoletta                pensionata

Paini Giancarla                      impiegata

Paroni Maria Luisa                bancaria in pensione

Pettorelli Maria Paola           pensionata

Pini Alessandro                    impiegato tecnico

Raffaini Vincenzo                 geometra arredatore

Rallo Daniela                        gallerista antiquariato, pensionata

Rangognini Enzo                  ex bibliotecario della Statale di Cremona 

Rizzi Susanna                       architetto

Rossi Laura                          imprenditrice 

Rossini Clara                       pensionata statale

Savi Ave                               ex assistente sociale

Serventi Ennio                     operaio-pensionato

Susta Daniela                      insegnante

Tacchini Paola                     attivista sociale

Tosi Carotti Emanuela         pensionata

Vaudetto Guido                    naturopata 

Vidali Enrico                        giornalista

Villa Celestina                     ex funzionario Archivio di Stato

Zanetti Giacinto                   insegnante elementare in pensione

Zampini Cinzia                    ex caposala Cremona Solidale

Zangrandi Antonella            funzionaria comunale

Ziglioli Giancarlo                 ambientalista

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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