Fermiamo la strage di donne

Fermiamo la strage di donne

Lanciata
22 novembre 2023
Firme: 145Prossimo obiettivo: 200
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Perché questa petizione è importante

 

Le emozioni che la cronaca di questi ultimi giorni in Italia ci restituisce sono sempre più nere e macchiate di sangue.

Le donne uccise, vittime di femminicidio dall’inizio dell’anno sono 105. 

Donne uccise per la sola ragione di essere donne, per aver scelto di chiudere una relazione, di voler vivere la loro vita. 

Donne uccise da mariti, compagni, ex fidanzati, da “bravi ragazzi” diventati mostri. 

La logica del “mostro”, del resto, ci salva la coscienza, non ci obbliga ad interrogarci, riduce la violenza a puro atto criminale e, spesso, rende la vittima corresponsabile, per non essere stata in grado di tenere a distanza un uomo violento, di riconoscere le avvisaglie. Insomma, siamo noi a doverci proteggere, ad evitare situazioni di pericolo, a vivere a metà. E quando accade, in fondo, ce la siamo cercata, con una gonna un po' troppo corta e provocante, per il rossetto sulle labbra, per quel cocktail in più, per aver fatto le ore piccole. 

La violenza di genere è un fenomeno innanzitutto culturale che si scatena fino alle forme più brutali nei confronti di quelle donne che hanno scelto di non sottostare, di liberarsi dal circolo vizioso del potere e del dominio. È l’espressione autentica di un modello culturale che oggettivizza le donne rendendole oggetti da possedere. 

È questo il senso di quelle parole: “bruciate tutto”: occorre rompere quella spirale di pregiudizio e imposizione che assegna ruoli ben definiti, dove una donna che non sceglie la maternità è una donna di serie B e una madre che per lavoro o per piacere sta via qualche giorno o si concede una serata con le amiche è una madre snaturata. Dove una donna che vive la propria libertà relazionale e sessuale è una poco di buono, una donna che manifesta se stessa, che si esprime nella propria creatività, che avanza nel mondo del lavoro è “troppo emancipata”. Insomma, abbiamo il dovere di compiere quella rivoluzione culturale di cui ci parla Elena, sradicare la cultura maschilista e, spesso, misogina che pervade la nostra società.   

Contrastare la violenza sulle donne vuol dire investire sull’empowerment femminile, finanziare i centri anti violenza, formare gli operatori pubblici, responsabilizzare le comunità. Significa combattere la cultura patriarcale attraverso percorsi di educazione sessuale e all’affettività nelle scuole dalla primissima età per fare esperienza della condivisione, che educhi i più piccoli e le più piccole alla reciprocità, al rispetto della libertà, al rifiuto e al fallimento. 

È tempo di una società matura, di donne e uomini che sappiano camminare insieme, non un passo indietro, non un passo avanti, ma fianco a fianco. 

Venerdì 24 novembre, alle 17.00 ci vediamo in Piazza IV novembre, a Benevento per ricordare tutte le vittime e dire BASTA alla strage delle donne. 

 

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