ISTANZA PER UNA GIUSTIZIA RAPIDA (Lamento per Giuliano De Seta)

ISTANZA PER UNA GIUSTIZIA RAPIDA (Lamento per Giuliano De Seta)

Lanciata
7 ottobre 2022
Firme: 207Prossimo obiettivo: 500
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Perché questa petizione è importante

Giuliano De Seta è morto schiacciato da una lastra che pesava cinquecento chili, in fabbrica, alle cinque della sera, mentre lavorava in una piccola fabbrica a Noventa di Piave. Non doveva essere solo; prestava servizio gratis, in alternanza scuola-lavoro, per accumulare le ore di attività obbligatoria senza le quali non sarebbe stato ammesso all’esame finale, ottenendo il diploma professionale a conclusione degli studi tecnici.

Sono indagati, attualmente, l’amministratore unico della società (Luca Brugnerotto) e il responsabile del piano di valutazione rischi redatto dall’impresa (Sandro Borin), insieme alla preside Anna Maria Zago e al tutor Attilio Sguerzi. Il procedimento penale è assegnato alla procura della repubblica presso il Tribunale di Venezia, alla dottoressa Antonia Sartori. La procura è guidata dal dottor Bruno Cherchi, che si avvale di 20 magistrati cui vengono affidati i singoli casi. 

Certamente non si tratta di semplice fatalità. La vittima è stata travolta dal pesantissimo manufatto, senza aver potuto in alcun modo contribuire in proprio all’evento mortale. Certamente andranno valutate le modalità del sinistro, le ragioni, le responsabilità individuali. Ma si tratta, senza ombra di dubbio, di un  omicidio bianco. Giuliano De Seta viveva in un piccolo paese, era ben conosciuto nella comunità di cui faceva parte, l’impressione è stata profonda anche per la giovanissima età. Già questo dovrebbe bastare per indurre la procura veneziana a rapidi adempimenti, rispettando la sensibilità dei cittadini che comprensibilmente si attendono una giustizia rapida, efficace, attenta, solerte.

Ma un altro elemento è fonte di allarme sociale. Sono le istituzioni che hanno imposto allo studente di prestare lavoro gratuito per un numero minimo di ore, senza prestazione Giuliano non sarebbe stato ammesso alla prova finale con la quale avrebbe conseguito il diploma, nella prossima estate. Le istituzioni dovevano vigilare e non lo hanno fatto; alle cinque della sera Giuliano è morto solo, nel piazzale della fabbrica. Il ministero di giustizia e quello dell’istruzione pubblica sono articolazione dello stato, sono entrambe braccia dirette dal governo. Dunque, a prescindere dalle singole responsabilità soggettive, la procura della repubblica veneziana deve intervenire, con sollecitudine eccezionale, per sanzionare i responsabili e per riconoscere, anche mediante risarcimento, il torto delle istituzioni che non hanno protetto a dovere lo studente cui avevano imposto il lavoro che lo avrebbe portato a morire.

Non è la prima volta che la morte contrassegna gli adempimenti dell’obbligo di alternanza scuola-lavoro; ogni volta sentiamo ripetere che non dovrà accadere mai più. E invece torna ad accadere. Senza interventi concreti degli organi istituzionali, senza sanzioni amministrative, senza processi penali conclusi individuando le responsabilità. Si crea così una percezione di impunità sostanziale che si traduce in omissioni, in cedimenti alle pressioni di chi utilizza il lavoro gratuito, in preparazione degli studenti ad accettare la morte sul lavoro come fatto non eliminabile.

L’omicidio bianco di Giuliano può e deve essere giudicato in tempi brevissimi, acquisendo gli elementi che consentano il processo senza attendere inutilmente anni. I genitori hanno riferito che già prima dell’impiego in alternanza Giuliano aveva lavorato in quella stessa impresa con un contratto di apprendistato a termine, dunque con benefici previdenziali che riducevano gli oneri dell’impresa. Chiediamo che tutta la procedura d’ingaggio sia acquisita al processo, anche al fine di valutare se e come siano stati concessi i permessi, se e come il precedente fosse compatibile con l’invio in alternanza da parte della scuola.

Le indagini sono semplici, quanto meno non particolarmente complesse; si può andare rapidamente a processo. Sollecitiamo tutti la procura anche con semplice e mail:

-          antonia.sartori@giustizia.it quale magistrato inquirente

-          bruno.cherchi@giustizia.it quale capo dell’ufficio inquirente

-          federico.prato@giustizia.it quale procuratore generale del distretto veneziano.

GIUSTIZIA RAPIDA PER GIULIANO DE SETA

TRASPARENZA NELLE INDAGINI: SIA RESO PUBBLICO IL TESTO DELLA CONVENZIONE FRA SCUOLA E IMPRESA

NESSUN RITARDO NEL RACCOGLIERE DATI E TESTIMONIANZE

SIA RESO PUBBLICO IL CONTRATTO D’APPRENDISTATO FRA GIULIANO E L’IMPRESA

BASTA MORTI SUL LAVORO  

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