APPELLO PER UN PROCESSO GIUSTO.

APPELLO PER UN PROCESSO GIUSTO.

Lanciata
5 aprile 2023
Firme: 584Prossimo obiettivo: 1.000
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Lanciata da Monica De Gregorio

 

APPELLO PER UN PROCESSO GIUSTO.

TUTELA E SICUREZZA PER I BAMBINI, TUTELA E SICUREZZA PER GLI OPERATORI. 

Noi operatori che lavoriamo nell’area della tutela dei minori in campo sociale, psicologico, educativo, legale; noi famiglie affidatarie e adottive di minori in difficoltà; noi attiviste e attivisti in difesa dei diritti delle donne e dei minori, partecipiamo all’iniziativa di oltre 220 psicoterapeuti, psichiatri e neuropsichiatri che hanno sottoscritto un MANIFESTO DEGLI PSICOTERAPEUTI SU UNA PSICOTERAPIA PRESUNTAMENTE IATROGENA per dare solidarietà ad un collega, Claudio Foti, che è stato coinvolto nella vicenda di Bibbiano e che è stato accusato e condannato per avere indotto in una giovane paziente con la sua psicoterapia un Disturbo di Personalità Borderline e un Disturbo  Depressivo persistente con ansia.  

Dagli atti emerge chiaramente come le esperienze sfavorevoli e traumatiche e le relative sintomatologie fossero già presenti, documentate e testimoniate, nella vita della paziente, ben prima che il terapeuta la conoscesse. In particolare gli oltre 220 psicoterapeuti hanno constatato come nella relazione della stessa psicologa, consulente di parte del PM, che ha portato alla condanna di Claudio Foti compaia il riferimento nella storia della paziente a tutti i seguenti eventi o problemi: riferito episodio di abuso all'età̀ di 4 anni, riferita violenza sessuale all'età̀ di 13 anni, separazione molto conflittuale dei genitori, violenze subite nel contesto familiare dalla madre da parte del padre e da parte del proprio fratello, abbandono per anni da parte del genitore, atteggiamenti di pesante squalifica e colpevolizzazione patiti da parte del padre, rifiuto e contrapposizione reattivi da parte della ragazza, comportamenti trasgressivi, stati depressivi, interruzione della frequenza scolastica, marcata svalutazione di sé, consumo di sostanze stupefacenti.

L’esperienza ha già consolidato coerentemente con la scienza il dato che i disturbi di personalità sono il risultato di eventi traumatici, di violenza dell’essere umano sull’essere umano, di abbandono e assenza di gesti protettivi sin dalla prima infanzia. Gli operatori e i terapeuti cercano di curare, non sono la causa di malattia.

In questa vicenda in modo clamoroso il nesso causale tra la storia sfavorevole e/o traumatica dei bambini e degli adolescenti e la sintomatologia che da questa storia è derivata viene totalmente negato con ricadute di stigmatizzazione e di colpevolizzazione proprio sugli operatori, che hanno cercato di avvicinarsi alle esperienze sfavorevoli e traumatiche patite dai minori.

Le accuse costruite sulla negazione della scienza e della ragionevole conoscenza della realtà sono una minaccia che pesa su tutti gli operatori e sul lavoro con i soggetti deboli. Non c’è più certezza dei comportamenti professionali, non c’è più certezza del diritto. I giudici giudicheranno,  ma rivendichiamo il diritto di esigere il rispetto della scienza e delle regole della professione.

Non si può giudicare uno psicoterapeuta per le domande che fa. Eppure Claudio Foti è stato incolpato per le sue domande, per il metodo seguito, non suo personale ma scientifico e universalmente riconosciuto, per come ha eseguito la psicoterapia, per la quantità di parole, per la fiducia data alle parole della paziente. È questa la causa della condanna. Non vengono contestati, leggendo il capo di imputazione e la sentenza,  atti di violenza, minaccia, coazione, ricatto, estorsione, nulla.  Egli viene accusato di aver indotto una rivelazione di abuso, che in realtà la ragazza aveva già espresso alla madre e agli altri operatori ben prima di conoscere il dott. Foti. Egli è stato condannato per la sua psicoterapia alla quale vengono collegati due gravi disturbi diagnosticati dopo oltre un anno dalla fine della psicoterapia, dopo un solo incontro che una psicologa effettua con la paziente della durata di un'ora. Ciò è contro ogni logica, prassi  e  regola, anche di esperienza.

Il caso di Claudio Foti è particolare: da quarant’anni lavorava nel campo dell’ascolto e della tutela dei bambini. E’ stato forse il primo psicologo italiano a scrivere contro la categoria scientificamente inconsistente e disconfermata della PAS (Sindrome di Alienazione Parentale). Ma la logica dell’accusa contro di lui riteniamo sia pericolosa per l'attività di migliaia di operatori che ogni giorno si trovano di fronte a persone che hanno bisogno di aiuto, protezione, comprensione, fiducia. La sicurezza delle vittime richiede operatori che possano lavorare in un contesto di sicurezza e di prevedibilità.

Con questa condanna chiunque diviene invece un bersaglio che potrà essere colpito proprio con l'arma antiscientifica di diagnosi effettuate senza alcun rispetto delle regole scientifiche, senza la comprensione del nesso di causa ed effetto, senza test, senza domande, senza metodo scientifico.

Chiunque è a rischio di una accusa oscura, insondabile e quindi inconfutabile. Chiediamo certezza del diritto, rispetto per la scienza e per la libertà di cura e per chi, debole e senza difesa, ha bisogno di aiuto, di protezione e di cura. La negazione dei nessi di causalità rischia di aumentare le ansie, le paure e le inibizioni degli operatori, nel loro intervento sul disagio familiare, demotivandoli rispetto all’impegno a farsi carico delle problematiche dei minori in condizioni difficili.

La vicenda di Claudio Foti si inserisce in un clima culturale, segnato dalla strumentalizzazione mediatica e politica del caso Bibbiano, e che ha determinato un vero e proprio “trauma collettivo”, i cui effetti risultano in particolare visibili:

-​ nella riduzione drastica delle casistiche degli abusi e dellesegnalazioni da parte degli operatori all’autorità giudiziaria di situazioni di maltrattamento e di trascuratezza in danno di minori;

-​ nella difficoltà degli psicoterapeuti ad accettare di intraprendere percorsi di sostegno e di psicoterapia con minori vittime di violenza;

-​ nella caduta della disponibilità delle famiglie all’affidamento eterofamiliare con minori provenienti da situazioni di maltrattamento;

-​ nell’inasprirsi della cultura patriarcale contro i diritti delle donne e dei minori, nelle accuse colpevolizzanti verso le madri accusate di essere alienanti e malevole, solo perché “colpevoli” di difendere i loro figli dalla violenza.

Da Bibbiano in poi la campagna denigratoria che si è sviluppata contro gli operatori minorili ha avuto ricadute sull’organizzazione dei servizi sociali e sul sistema degli affidi - che ha cominciato ad essere guardato con sospetto - e ha causato negli operatori e nei professionisti dell’infanzia forti ansie, esitazioni, atteggiamenti di evitamento e di fuga di fronte alla sofferenza dei minori.

La nostra presa di posizione risulta dunque indispensabile, andando al di là di un caso specifico, perché mira a difendere l’impegno di tutti gli operatori, le associazioni e i professionisti di fronte alle tante situazioni di pregiudizio e di sofferenza dei minori, che da sempre risultano trascurate dalla comunità sociale e che oggi rischiano di diventare ulteriormente inavvicinabili ed inaffrontabili a causa dell’impatto paralizzante che la strumentalizzazione mediatica del caso Bibbiano ha prodotto sugli operatori e sull’intera comunità.

Facciamo appello agli uomini politici, ai giornalisti, alle istituzioni amministrative e governative affinché venga rilanciato l’impegno a riconoscere, a monitorare e ad affrontare i fenomeni della dellaviolenza, della trascuratezza e delle varie forme di fragilità familiare, di povertà e di scarsa protezione  in cui vive una fascia rilevante della popolazione minorile, comprendendo che la prevenzione e il contrasto di questi fenomeni può evitare costi sociali e psichici enormi agli adulti di domani e all’intera società e riconoscendo la complessità  e il valore sociale del lavoro dei professionisti e degli operatori chiamati ad intervenire sulla sofferenza dei bambini e degli adolescenti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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