Lettera aperta / Petizione sul Depuratore Consortile di Maiori

Lettera aperta / Petizione sul Depuratore Consortile di Maiori

Lanciata
11 ottobre 2023
Petizione diretta a
Comune di Maiori e
Firme: 1.414Prossimo obiettivo: 1.500
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Perché questa petizione è importante

AL COMUNE DI MAIORI (SA)

  • C.A. SINDACO DI MAIORI
  • AI CONSIGLIERI COMUNALI DI MAIORI
  • AI COMPONENTI LA GIUNTA MUNICIPALE
  • AI COMPONENTI DELLA COMMISSIONE EDILIZIA
  • INTEGRATA AMBIENTALE DI MAIORI

ALLA PROVINCIA DI SALERNO

ALLA REGIONE CAMPANIA

Al Presidente ANAC

Alla Corte dei Conti

Alla Soprintendenza B.A.P. SA-AV

All'Autorità di Bacino Regionale

All'Ente Parco Monti Lattari

Alla Società Ausino S.I.I. SpA

Per conoscenza

Al Sig. Ministro per l’Ambiente

Al Sig. Ministro per la Cultura

Al Sig. Ministro per le Infrastrutture

Il Comitato “Tuteliamo la Costiera Amalfitana”, nelle persone dei propri iscritti, quali soggetti residenti in Costiera Amalfitana e interessati alla vicenda del progetto di “Risanamento ambientale dei corpi idrici superficiali della Provincia di Salerno - Realizzazione dell'impianto di depurazione dei Comuni di Maiori e Minori - Comparto attuativo n. 6 (CUPH26J16000820009 - CIG 8571702841)”, con la presente, richiamato quanto narrato con lettera inoltrata a mezzo Pec il 13/04/2021 e qui integralmente confermata riportata e trascritta, insieme ai sottoscrittori della analoga petizione online,  espone quanto segue.

Lo scrivente Comitato ritiene fondamentale aggiornare le parti interessate riguardo all'evoluzione della situazione in questione, che riguarda l'efficacia degli impianti di depurazione esistenti a Maiori e la necessità della spesa pubblica prevista per nuovi impianti.

1.       Contesto e impianti esistenti. Il contesto generale, nel cui ambito si è sviluppata l’intera vicenda del depuratore di Maiori, si è ultimamente arricchito di ulteriori elementi che sintetizziamo di seguito.

1.1.    Sentenza contraddice la giustificazione per il Nuovo Progetto di Depurazione a Maiori. Le autorità locali hanno sempre difeso il controverso progetto di depurazione, citando un'indagine della Procura di Salerno su un presunto "disastro ambientale" a Maiori. Per converso la recente sentenza n. 1087/2023 del Tribunale penale di Salerno ha completamente assolto gli imputati, affermando che gli impianti esistenti funzionano correttamente.

1.2.    Efficacia degli impianti. La sentenza, depositata il 5 giugno 2023, ha sottolineato che non solo il "fatto non sussiste", ma ha anche validato l'efficacia degli impianti di depurazione esistenti. Questo verdetto solleva interrogativi sulla validità delle ragioni precedentemente citate per giustificare l'investimento in un nuovo impianto, soprattutto alla luce delle alternative più economiche e sostenibili disponibili.

1.3.    Adeguamento degli impianti. Questo dato di fatto riceve ulteriore supporto dagli adeguamenti effettuati tra il 2010 e il 2012. In quel periodo, l'impianto di trattamento primario a Costa d'Angolo è stato adeguato. Inoltre, è stata completata una nuova condotta sottomarina della lunghezza di 800 metri dalla linea di Costa e 50 metri di profondità, Una di queste è offerta dalla MUDS srlal di sotto del termoclino.

1.4.    Qualità delle acque. I dati ARPAC raccolti negli anni successivi al 2016 rilevano con costanza un'eccellente qualità delle acque. Infatti essi confermano, nel corso degli anni, che le caratteristiche dei nuovi impianti consentono la depurazione delle acque ed il totale abbattimento della carica batterica all'uscita della condotta sottomarina.

1.5.    Corretta implementazione del “Trattamento Appropriato”. La Direttiva 91/271/CEE del Consiglio stabilisce che gli scarichi di acque reflue possono essere sottoposti a un "trattamento appropriato", purché non abbiano ripercussioni negative sull'ambiente. Quindi secondo la Direttiva CEE Maiori ha già implementato un "trattamento appropriato" delle acque reflue, rispettando tutti gli standard ambientali richiesti sia a livello nazionale che comunitario. 

1.6.    Conformità degli impianti, investimento non giustificabile. Alla luce di questi fatti, diventa difficile giustificare un investimento di circa 18 milioni di euro in nuovi impianti. Gli impianti esistenti già garantiscono risultati finali conformi alla legge, eliminando la necessità di ulteriori spese per gestione, manutenzione e funzionamento.

2.       Inedificabilità, Pareri, Approccio metodologico. In merito all'inedificabilità di impianti industriali in area a vincolo integrale assoluto, desideriamo sottolineare che, come già evidenziato in precedenti comunicazioni, gli impianti in questione sono previsti in un'area sottoposta a vincoli molto stringenti.

2.1.    Contesto Normativo e Ambientale. La zona del Demanio di Maiori è soggetta a diversi vincoli che la rendono inadatta per ospitare nuovi impianti industriali. È classificata come ad alto rischio idrogeologico (R4/P4) e rientra in aree protette come SIC, NATURA2000, UNESCO e Parco Monti Lattari. Non è chiaro se tutti i pareri necessari siano stati ottenuti per procedere con il progetto. 

2.2.    Difficoltà nel Rilascio dei Pareri. I pareri necessari per procedere con il progetto sono difficili da ottenere, data la complessità delle opere di mitigazione del rischio richieste. . Il Ministero della Cultura, rispondendo ad un'interrogazione parlamentare, ha espresso preoccupazioni significative riguardo all'impatto del progetto sul delicato contesto paesaggistico dell'area. Inoltre, l'area del Demanio è soggetta a gravi rischi idrogeologici, e la normativa di settore proibisce esplicitamente la costruzione di impianti di depurazione in aree classificate come P4/R4. Al momento, non è chiaro se siano stati ottenuti tutti i pareri necessari per procedere con il progetto. 

2.3.    Perplessità della Commissione Locale per il Paesaggio. La Commissione locale per il paesaggio ha espresso numerose perplessità sul progetto, sollevando questioni come la mancanza di una relazione paesaggistica e la compatibilità idraulica della posa delle tubazioni. Queste perplessità, in pratica, equivalgono a un parere negativo. Queste perplessità sono state ignorate dalla Provincia, che non ha mai risposto al verbale della Commissione.

2.4.    Critiche da Parti Terze. Il WWF Campania ha criticato l'approccio metodologico adottato per la scelta dell'opera, sottolineando che non è stata effettuata un'analisi preventiva comparata delle diverse opzioni disponibili. Questo è particolarmente rilevante, dato che il Ministero della Cultura ha evidenziato che il progetto comporta "interventi di particolare impatto" in un'area già delicata.

3.       Trattamento Appropriato delle Acque Reflue e Conformità Normativa. Nel contesto della tutela ambientale e paesaggistica, quanto citato sottolinea l'importanza di un approccio rigoroso e tecnico. 

3.1.    Contesto Normativo. Il Comune di Maiori ha già implementato un "trattamento appropriato" delle acque reflue, come definito dall'Articolo 2, comma 9, della Direttiva 91/271/CEE del Consiglio del 21 maggio 1991. Questa direttiva è stata recepita nella legislazione nazionale italiana attraverso il Dlgs 152/06, articolo 74, comma ii.

3.2.    Efficacia del Sistema Esistente. La sentenza del Tribunale di Salerno ha confermato l'efficacia del sistema esistente, sottolineando che la "condotta sottomarina" è responsabile dell'abbattimento della carica batterica nelle acque. Questo ha portato a un "livello eccellente delle acque di balneazione" nel periodo dal 2011 al 2016.

3.3.    Risultati Continuativi. Per quanto è dato sapere, questi risultati eccellenti sono stati mantenuti in modo costante dal 2012 fino ad oggi. In particolare, i dati raccolti presso il punto di prelievo situato all'uscita della condotta sottomarina confermano la conformità del sistema con gli standard normativi.

4.       Possibilità di Ulteriore Implementazione, Miglioramento degli Impianti Esistenti, Introduzione alle Soluzioni Innovative. Gli Scriventi considerano l'opportunità di ulteriori miglioramenti degli impianti esistenti attraverso l'adozione di tecnologie innovative. Una di queste è offerta dalla MUDS srl, uno Spin-Off dell'Università di Genova, che detiene numerosi brevetti in materia di depurazione naturale in mare. 

4.1.    Validazione e Riconoscimenti. L'efficacia dei dispositivi MUDS è stata riconosciuta dal Ministero dell'Ambiente e dalla Regione Liguria. Ha ottenuto la licenza esclusiva del brevetto n. 1324027 del CNR.

4.2.    Evoluzione Tecnologica. La continua ricerca ha portato all'evoluzione del sistema SEA GUARDIAN, che integra diverse funzionalità per migliorare l'efficienza globale della depurazione marina. 

4.3.    Funzionalità e Efficienza. Il sistema SEA GUARDIAN migliora l'efficienza del dispositivo diffusore e integra un'azione di filtraggio biologico immediato sulle concentrazioni batteriche del refluo. I bio-filtri brevettati da MUDS rappresentano l'innovazione più recente in questo campo.

4.4.    Caso di Successo. Un impianto basato su questa tecnologia è in funzione da oltre due anni nel Comune di Laigueglia in Liguria, che ha ricevuto la Bandiera Blu per la qualità delle sue acque.

4.5.    Costi e Investimenti. Il Comune di Alassio ha previsto un investimento di € 941.400,00 per un nuovo impianto MUDS dimensionato per 50.000 A/E.

4.6.    Conformità Normativa. L'adozione del sistema MUDS è in linea con la Direttiva 91/271/CEE e con la normativa nazionale italiana (Dlgs 152/06, art. 74, c. ii).

4.7.    Applicabilità Locale. Attualmente, i Comuni di Maiori, Minori, Atrani, Scala e Ravello dispongono di diverse condotte con trattamento primario a terra. Su queste condotte potrebbe essere facilmente implementata la tecnologia MUDS. Questa tecnologia è ormai ampiamente collaudata e protetta da due brevetti industriali. . Va evidenziato infine che le acquisizioni da parte delle Pubbliche Amministrazioni sono state effettuate direttamente in conformità con le linee guida ANAC n° 8.

5.       Analisi della Comparazione Costi-Benefici e Potenziale Rischio di Danno Erariale.

5.1.    Questioni di Fattibilità e Costi. Gli Scriventi sollevano seri dubbi sulla giustificazione economica di una spesa prevista di circa 18 milioni di euro per la realizzazione di nuovi impianti industriali di trattamento. Questa cifra non tiene conto delle spese annue di gestione, manutenzione e funzionamento, né delle spese energetiche e delle immissioni inquinanti. Inoltre, la località Demanio di Maiori presenta vincoli ambientali, idrogeologici e normativi che richiederebbero ulteriori spese significative per garantire la fattibilità delle opere e la mitigazione dei rischi associati.

5.2.    Alternative più Economiche e Sostenibili. L'implementazione degli impianti esistenti attraverso la tecnologia MUDS potrebbe rappresentare una soluzione più economica e sostenibile. Questa opzione garantirebbe un notevole risparmio di spesa pubblica sia per la realizzazione dell'opera che per la sua gestione, manutenzione e funzionamento.

5.3.    Risultati Finali e Conformità Normativa. Nonostante il costo significativamente inferiore, l'uso della tecnologia MUDS assicurerebbe il raggiungimento degli obiettivi di depurazione delle acque in conformità con le normative vigenti.

5.4.    Potenziale danno erariale. In un contesto di vincoli ambientali e normativi, la scelta di investire in nuovi impianti industriali di trattamento senza considerare alternative più economiche e sostenibili potrebbe esporre le autorità competenti al rischio di danno erariale. Pertanto, una valutazione approfondita della comparazione costi-benefici è cruciale per prendere decisioni informate e responsabili.

6.       Rischio di Danno Ambientale. La Tutela del Paesaggio non può essere compromessa da altri Interessi anche se pubblici (CONSIGLIO DI STATO, SEZ. IV, 29 marzo 2021, n. 2633).

6.1.    La recente sentenza del Consiglio di Stato sottolinea l'importanza inderogabile della tutela del paesaggio, un principio fondamentale sancito dall'art. 9 della Costituzione Italiana. Tale principio non può essere attenuato o bilanciato con altri interessi pubblici, anche nel contesto di procedure semplificate come la conferenza dei servizi. La sentenza ribadisce che la tutela del paesaggio deve essere sempre una considerazione primaria, indipendentemente da altri fattori o interessi in gioco. Questo pone un ulteriore interrogativo sulla legittimità e sull'opportunità di procedere con progetti che potrebbero avere un impatto significativo sull'ambiente e sul paesaggio, come nel caso del progetto di depurazione a Maiori.

6.1.1. Il parere di compatibilità paesaggistica è un elemento procedurale cruciale, inserito in una serie di passaggi e attività che culminano nel rilascio o nel rifiuto dell'autorizzazione paesaggistica. Le valutazioni contenute in questo parere sono specificamente dirette a esaminare gli aspetti di conservazione del paesaggio e influenzeranno direttamente la decisione finale di autorizzare o meno il progetto in questione.

6.1.2. Nonostante il superamento del termine previsto dall'art. 146 del d.lgs. n. 42 del 2004 per l'emissione del parere vincolante da parte della Soprintendenza, l'organo statale conserva comunque la facoltà di esprimere un giudizio sulla compatibilità paesaggistica del progetto. È importante notare che, in caso di ritardo nel rilascio del parere, questo perde la sua natura vincolante e deve essere valutato in modo indipendente e motivato dall'ente amministrativo responsabile per l'approvazione finale del progetto.

6.1.3. Nel procedimento in cui la Soprintendenza esprime le sue valutazioni sulla compatibilità paesaggistica, essa ha la facoltà di fornire giudizi di merito. Questi giudizi devono essere attentamente considerati dall'autorità competente incaricata di rilasciare il provvedimento finale.

6.2.    Da queste considerazioni emerge che l'opzione zero non solo è possibile, ma deve essere presa in considerazione. Nell'opzione zero, se il vincolo non implica un'inedificabilità assoluta, l'Autorità responsabile del vincolo è tenuta a valutare se la costruzione del manufatto garantirà la tutela del vincolo stesso. In caso contrario, l'Autorità non ha altra scelta se non quella di negare l'autorizzazione.

6.3.    Per quanto riguarda specificamente la tutela del paesaggio, è previsto che, in presenza di opinioni divergenti ma tutte ugualmente plausibili, il giudice debba dare la precedenza alla posizione dell'organo istituzionalmente competente a prendere decisioni collettive, rispetto alla visione individuale dell'interessato. In questo contesto, non si tratta di concedere all'Amministrazione un diritto di insindacabilità, che sarebbe in contrasto con il principio del giusto processo. Piuttosto, si tratta di dare attuazione, nel contesto processuale, alla scelta legislativa di non regolamentare il conflitto di interessi, ma di fornire solamente le modalità e i procedimenti per la sua risoluzione.

6.4.    Nel caso di valutazioni che richiedono competenze tecniche specifiche, a differenza delle decisioni che rientrano nella "discrezionalità amministrativa", il giudice non opera una "deduzione" basata su parametri normativi predefiniti. Piuttosto, egli "valuta" se la decisione presa dall'ente pubblico sia o meno all'interno della gamma ristretta delle soluzioni più plausibili e convincenti, alla luce delle conoscenze scientifiche pertinenti e di tutti gli altri elementi specifici del caso in questione. Questo approccio è in linea con quanto stabilito dal Consiglio di Stato nella sua sentenza del 21 marzo 2023, n. 2836.

 *** ~ ***

Nel contesto ambientale, la Convenzione di Aarhus stabilisce che i cittadini hanno il diritto di partecipare alle decisioni che hanno un impatto significativo sull'ambiente. Questa partecipazione dovrebbe avvenire nelle fasi iniziali del processo decisionale e i cittadini devono avere accesso a tutte le informazioni necessarie per una partecipazione consapevole. La decisione finale deve poi riflettere i risultati di questa partecipazione.

Nel caso specifico di Maiori, sembra che i diritti dei cittadini alla partecipazione e alla trasparenza siano stati violati. Sono stati esclusi dalla decisione sulla localizzazione del depuratore intercomunale, una scelta che ha implicazioni significative per l'ambiente locale e la comunità. Questa azione, la cui logica rimane poco chiara, sembra in contrasto con i principi di governance trasparente e partecipativa.

È fondamentale ricordare che il territorio, l'ambiente e i valori culturali sono patrimoni dei cittadini. La pubblica amministrazione è un mezzo per realizzare obiettivi che dovrebbero essere nell'interesse esclusivo del pubblico. Pertanto, qualsiasi decisione che impatta questi elementi dovrebbe essere presa con la massima trasparenza e partecipazione da parte di tutti gli stakeholder coinvolti.

La situazione descritta solleva serie preoccupazioni riguardo alla trasparenza e alla partecipazione pubblica nel processo decisionale. Secondo i principi stabiliti dalla Convenzione di Aarhus e dalle normative nazionali, il Comune di Maiori avrebbe dovuto attivare un procedimento preliminare di partecipazione pubblica, soprattutto considerando l'importanza degli interessi in gioco, come la salute e l'ambiente.

È sorprendente che la Provincia sia stata apparentemente autorizzata a procedere con la realizzazione dell'opera senza una chiara approvazione o consenso da parte del Comune di Maiori o della sua cittadinanza. Questo solleva domande lecite sulla legittimità degli atti e dei provvedimenti che hanno portato a tale decisione.

La giurisprudenza amministrativa è chiara nel sottolineare l'importanza del ruolo dei Comuni nella gestione dei servizi idrici. Questo è dovuto sia a ragioni storico-normative che all'essenzialità di tali servizi per le comunità locali. In altre parole, la gestione dell'acqua è vista come una funzione fondamentale che dovrebbe essere svolta a livello comunale.

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Il Comune di Maiori ha abdicato alle sue funzioni proprie di tutela e gestione del territorio comunale, non rispettando nei fatti il principio di rappresentatività della collettività.

La delibera di Consiglio comunale n. 27 del 20.6.2016 sembra essere stata chiara nel suo intento: indirizzare la Provincia di Salerno a trovare una nuova localizzazione per l'impianto di depurazione che servisse solo i Comuni di Maiori e Minori. L'obiettivo era duplice: minimizzare sia l'impatto ambientale che le spese di gestione, che ricadrebbero sulla collettività.

Il mancato rispetto della delibera consiliare n. 27/2016, che indirizzava la Provincia di Salerno a rivedere la localizzazione dell'impianto di depurazione per i soli Comuni di Maiori e Minori, solleva serie domande. Inaspettatamente, il progetto è stato ampliato per includere altri quattro Comuni della Costiera, senza alcuna approvazione da parte del Comune di Maiori o dei suoi organi decisionali, che detengono la responsabilità della gestione territoriale.

Nessuna azione è stata intrapresa per revocare o annullare la delibera originale, il che rende ancora più incomprensibile questa deviazione dal piano iniziale.

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Data l'importanza regionale del progetto del depuratore, sarebbe stato essenziale condurre una valutazione preventiva e globale degli interessi coinvolti, possibilmente attraverso una conferenza di servizi seguita da un accordo di programma. Tuttavia, non esiste alcuna documentazione che indichi che tali passaggi siano stati seguiti.

Pertanto, emergono domande cruciali: perché il Comune di Maiori e i suoi organi istituzionali, inclusi il sindaco, i consiglieri e i dirigenti competenti, hanno trascurato questi aspetti? Per quale motivo la Provincia sta ancora procedendo con la gara di progettazione? Incredibilmente, il progetto attuale prevede che la condotta per il trasporto dei reflui passi anche attraverso l'alveo del torrente Reginna Maior, come rilevato anche dalla Commissione Locale per il Paesaggio.

Queste incongruenze necessitano di un esame approfondito per garantire che le decisioni siano prese in conformità con le leggi, i regolamenti e l'interesse pubblico.

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La situazione attuale rappresenta un rischio significativo sia per l'ambiente che per la salute dei cittadini di Maiori. Questo rischio è ulteriormente aggravato dalla violazione della normativa vigente, in particolare l'articolo 96 del RD n. 523/1904. Tale articolo proibisce categoricamente qualsiasi opera o azione che possa alterare lo stato, la forma, le dimensioni, la resistenza e l'uso previsto di argini, alvei e altre strutture correlate delle acque pubbliche.

La mancata conformità a queste leggi non solo mette in pericolo la comunità e l'ecosistema locale, ma solleva anche gravi questioni legali che necessitano di un'indagine immediata e approfondita. È imperativo che tutte le parti coinvolte, inclusi il Comune di Maiori e la Provincia di Salerno, prendano misure immediate per risolvere queste incongruenze e garantire la sicurezza e il benessere della comunità e dell'ambiente circostante.

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La situazione attuale solleva anche numerose questioni riguardanti la mancanza di adeguata documentazione e autorizzazioni per un progetto di tale complessità. 

Tra le lacune evidenti, si notano l'assenza di una valutazione di impatto ambientale, autorizzazione idraulica, sdemanializzazione marittima ed idrica, e numerosi altri pareri da enti come l'Anas, l'Autorità di Bacino, l'Ato e il Parco regionale dei Monti Lattari. Inoltre, il progetto non è stato incluso nel piano triennale delle opere pubbliche e non è stata effettuata una valutazione del progetto alternativo proposto dall'Ausino.

Queste omissioni sollevano legittimi  interrogativi sulla legittimità e la sostenibilità del progetto. In particolare, è preoccupante che né il Comune di Maiori né altri enti coinvolti abbiano considerato l'alternativa proposta dall'Ausino, che prevede il trasferimento dei reflui al depuratore di Salerno attraverso una condotta sottomarina di circa 17 km. Questa opzione avrebbe potenzialmente un impatto ambientale minore e costi di gestione ridotti per la comunità.

Un principio fondamentale del diritto ambientale è la necessità di una valutazione comparativa delle diverse opzioni disponibili, al fine di selezionare quella con l'impatto ambientale e economico minore. L'assenza di tale valutazione in questo caso è motivo di seria preoccupazione e richiede un esame immediato e approfondito da parte delle autorità competenti.

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Petizione on line. Lo scrivente Comitato contestualmente all’invio via PEC chiederà l’adesione dei cittadini nella forma di petizione on line rivolta ai medesimi Destinatari al fine di rafforzare il senso di salvaguardia dei beni comuni e di cittadinanza attiva che questo documento intende valorizzare ed evidenziare.

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Lo scrivente Comitato, insieme ai cittadini che sottoscriveranno la presente petizione, esorta gli Enti e i Responsabili tecnici competenti a valutare le seguenti misure:

  • sospensione immediata del bando di gara indetto dalla Provincia di Salerno e interruzione di qualsiasi procedura amministrativa attualmente in corso, di cui non si ha conoscenza.
  • Disamina dele alternative progettuali, valutandole in termini di costi e benefici. Questo include la considerazione dell'implementazione del sistema MUDS alla condotta sottomarina esistente o qualsiasi altra soluzione tecnicamente fattibile e compatibile con le condizioni locali.
  • Avvio di processi di partecipazione pubblica per garantire che la scelta progettuale sia condivisa dalla comunità.
  • Valutazione, in conformità con la normativa vigente, circa la reale fattibilità di rilasciare i pareri legali necessari per la realizzazione del progetto, tenendo conto dei vincoli legali esistenti sull'area interessata e dell'interesse pubblico predominante nella tutela dell'ambiente, della salute, della sicurezza e del risparmio di spesa pubblica.

Maiori, 10 ottobre 2023                                                 

Comitato Tuteliamo la Costiera Amalfitana

e sottoscrittori petizione.

 

 

 

 

 

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Decisori

  • Comune di Maiori
  • Provincia di Salerno
  • Regione Campania
  • Presidente ANAC
  • Corte dei Conti