La chiusura degli attuali presidi Brotzu e Businco e il paventato trasferimento in un nuovo ospedale, peraltro tutto da IMMAGINARE in quanto non esiste né benché minimo progetto né alcuna autorizzazione, é inutile, insostenibile e dannoso.

Inutile: attualmente i due presidi rappresentano una solida realtà sanitaria, che garantisce assistenza di alto livello e risposte alla domanda sempre maggiore di salute, in un quadro generale, nazionale e ancora più sardo, della sanità pubblica in affanno. É in corso un importante aggiornamento tecnologico e logistico-strutturale per svariati milioni di euro che comporterà nuove sale operatorie, il rinnovamento e l'implementazione di importanti servizi e reparti (radioterapia, medicina nucleare, trauma center) oltreché il miglioramento diffuso degli standard di assistenza e degenza. I due nosocomi sorgono già in un area ideale, a forte vocazione sanitaria, limitrofi alle arterie stradali, all'ingresso della città e di tutta l'area metropolitana; sono dotati di numerosi parcheggi GRATUITI e sono ben serviti dai MEZZI PUBBLICI. Ricordiamo infine che nelle immediate vicinanze dei due ospedali sorgono ulteriori servizi e strutture imprescindibili per un polo ospedaliero di rilievo: l'elisuperficie, tra le pochissime in Sardegna, operativa anche nelle ore notturne, l'Hospice per il ricovero e l'assistenza ai malati terminali, case di accoglienza per la sistemazione alberghiera delle famiglie dei pazienti, supermercati e diverse attività commerciali e di ristorazione.

Insostenibile: la realizzazione ex novo di un ospedale oltreché estremamente onerosa é molto complicata, ammesso e non concesso che si trovino i finanziamenti, non esiste un progetto, nemmeno abbozzato, infatti non é stato identificato un sito idoneo, non c'è una singola autorizzazione. Un ospedale dei sogni..nel senso che é tutto immaginario; solo per il Master Plan ci potrebbero volere anni ai quali aggiungere svariati DECENNI per progetti preliminari ed esecutivi, avvio dei lavori, varianti da approvare e modifiche da rifinanziate, fallimento e ri-aggiudicazione dei lavori.. 

Se questa follia dovesse proseguire la celeberrima espressione cagliaritana "Sa Fabbrica e' S. Anna" potrebbe cadere in disuso 

Dannoso: perché la sanità in Sardegna ha bisogno di un profondo ripensamento. Si avverte l'urgenza di rafforzare gli organici soprattutto nelle aree più periferiche e svantaggiate dove ormai si rinuncia alle cure; occorre la valorizzazione di quello che c'è già e che nonostante i numerosi attacchi ancora funziona piuttosto che distrarre proponendo immense quanto inutili ma costosissime scatole vuote.

FERMIAMOLI ORA PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI