La Costituzione della Repubblica Italiana ha l'articolo 49, fondamentale, ignorato da ogni legge: Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.

Ognuno di noi conosce i primi 12 articoli fondamentali. Pochi notano il 49 che di fatto renderebbe diversi gli uomini politici dai cittadini comuni se messo in legge. 

Io, cittadino comune, sono soggetto alla legge. Se compio un reato (o sono accusato di averlo compiuto) vengo condotto davanti ad un giudice a rispondere dei miei atti con i miei testimoni che comprovano che dico il vero. Se ho l'avventura di aver subito un torto da un politico provo la differenza di numero e di importanza dei miei testimoni e dei suoi. Anche un giudice ben disposto alla mia verità è obbligato a pesare le mie testimonianze e quelle del politico. Ho il torto inevitabile.

Se esistesse la legge sul partito politico, che nella legislatura precedente era stata approvata dalla Camera, ma non era stata discussa dal Senato, l'uomo politico avrebbe obblighi molto più stringenti che inquadrano le sue azioni strettamente. Portato davanti ad un giudice avrebbe lo stesso numero e qualità di testimoni che ho io. I 500.000 uomini politici si ridurrebbero subito a pochi 50.000 preparatissimi.