Lingua friulana in Rai. Basta minoranze di serie B!

Lingua friulana in Rai. Basta minoranze di serie B!

Lanciata
2 aprile 2021
Petizione diretta a
Marcello Foa e 2 altri/altre
Firme: 1.937Prossimo obiettivo: 2.500
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Perché questa petizione è importante

Lanciata da Diego Navarria

Basta con le minoranze di serie B! Con questa petizione sollecitiamo a riconoscere i diritti della minoranza linguistica friulana nella programmazione radiotelevisiva della concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo. Chiediamo:

  • notiziari informativi radiofonici e televisivi in lingua friulana e ampliamento dei programmi in lingua friulana almeno nella misura prevista per la lingua ladina, sanando l’evidente disparità di trattamento tra minoranze linguistiche;
  • la creazione di una struttura autonoma dedicata alla radio e alla televisione in lingua friulana a Udine, con l’assegnazione di una redazione deputata alla ideazione e produzione di notiziari e trasmissioni informative e programmi di approfondimento. I programmi attuali dipendono dalla struttura di programmazione in lingua italiana;
  • l’assunzione di personale competente e formato per la struttura in lingua friulana: figure specializzate e professionisti forniti di competenze linguistiche (l’uso della lingua friulana), professionali (comunicazione e informazione), professionali nella lingua (comunicazione e informazione in lingua friulana) e di profonda e provata conoscenza del territorio e della cultura friulani, a garanzia della qualità del servizio offerto;
  • risorse finanziarie e investimenti strutturali per assicurare una sede Rai adeguata a ruolo e necessità operative nel capoluogo friulano;
  • il potenziamento della redazione di Udine, negli anni depauperata, il ripristino delle sedi di corrispondenza di Pordenone e di Gorizia, nonché quello dei collegamenti del telegiornale delle ore 14 da Udine e Pordenone (eliminati all’improvviso senza spiegazioni agli abbonati del servizio pubblico), a beneficio dell’intero territorio friulanofono.

Il 29 aprile scade la convenzione integrata tra Presidenza del Consiglio dei ministri e Rai per la trasmissione di programmi radiotelevisivi in lingua friulana che ha stabilito risorse aggiuntive rispetto al passato per un totale di 750 mila euro annui. Ma la programmazione televisiva Rai in lingua friulana negli ultimi mesi è stata particolarmente limitata, comprendendo per lo più la trasmissione di repliche, e solo recentemente si è avuta notizia di una produzione originale nuova in lavorazione. Né sono stati stipulati contratti per l’assunzione di personale dedicato, nonostante le richieste in tal senso formulate dai sindacati all’azienda.

In altre Regioni e Province Autonome, i diritti delle minoranze sono salvaguardati da convenzioni che riconoscono finanziamenti e spazi di programmazione e di informazione redazionale ben più elevati di quelli cui i friulani chiedono di accedere. In Alto Adige/ Südtirol, a fronte di 40 mila parlanti il ladino, la Rai prevede 366 ore annue di trasmissioni radiofoniche e 123 ore televisive, prodotte da una redazione giornalistica composta da 10 giornalisti e da una struttura di programmi ladini composta da diversi programmisti-registi e un capostruttura madrelingua, ai quali si aggiungono varie collaborazioni esterne. La comunità di lingua friulana (parlata da oltre 600 mila persone) fino a oggi si è dovuta accontentare di 90 ore annue di radiofonia, oltre alle quali, con l’atto integrato, sono state previste 17,5 di radiofonia e 16,5 di programmi televisivi. Siamo ancora molto lontani dall’effettiva attuazione della legge statale di tutela delle minoranze linguistiche in questo ambito (L. 482/1999).

Non ci accontentiamo più delle briciole. Il friulano ha la stessa dignità delle altre lingue minoritarie presenti nel servizio pubblico radiotelevisivo, dignità riconosciuta dalla Costituzione italiana, dalle leggi statali ed europee. È tempo che la minoranza linguistica friulana veda riconosciuti i suoi diritti, in particolare all’informazione radiofonica e televisiva nella sua lingua. È una questione di giustizia e una battaglia di civiltà. 

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Decisori

  • Marcello Foa
  • Giuseppe Moles
  • Teresa de Santis